Direttiva Case Green: approvata la EPBD4. I cambiamenti contenuti nel testo in breve

Cosa prevede e in quali casi non avrà applicazione la cosiddetta “Direttiva case green“, approvata dal Parlamento europeo e che potrebbe riguardare 11 milioni di abitazioni in Italia.

Direttiva case green, tutte le deroghe previste l’elenco dei casi di esclusione

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla Direttiva Energy Performance of Building Directive (EPBD4), comunemente conosciuta come “Direttiva Case Green“. Questa direttiva mira a migliorare la qualità degli ambienti abitati e il benessere delle persone attraverso l’implementazione di edifici a zero emissioni.

Impatto sui nuovi edifici e sulle ristrutturazioni

La nuova direttiva introduce obiettivi ambiziosi per l’efficienza energetica degli edifici, stabilendo che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni entro il 2028. Per gli edifici esistenti, sono previste scadenze per raggiungere determinate classi energetiche entro il 2030 e il 2033. Ciò comporterà l’introduzione dello standard Zero Emission Building (ZEB) e l’eliminazione progressiva dei combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2035.

Per i nuovi edifici, viene infatti introdotto lo standard Zero Emission Building (ZEB) – in sostituzione all’attuale concetto di nearly Zero – Emission Building (nZEB) – e la valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) nel corso del ciclo di vita, con l’introduzione di un indice, misurato in kgCO2eq/m2 anno, che dovrà essere inserito nell’attestato di prestazione energetica di ogni edificio che sarà costruito a partire dal 1° gennaio 2027.

Per il riscaldamento la norma prevede il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di caldaie a combustibili fossili entro il 2024.

Due novità interessanti contenuti nella Direttiva Case Green

  1. La Direttiva ha imposto l’obbligo per gli Stati membri di adottare un Piano Nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è il taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
  2. Nella Direttiva vi è inoltre il richiamo esplicito alla necessità di affiancare agli obiettivi di sola efficienza energetica, maggiori requisiti di benessere e qualità degli ambienti abitati. Nel testo della direttiva viene infatti citato più volte che sia per i nuovi edifici che per le ristrutturazioni “di un certo spessore” si dovranno garantire livelli alti di qualità degli ambienti interni, in termini di qualità dell’aria, di comfort termico ed illuminotecnico e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Implicazioni per il consumatore finale

Per i consumatori finali, questa direttiva si tradurrà in edifici più sani, sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico. Gli acquirenti potranno godere di ambienti abitativi più confortevoli, con una migliore qualità dell’aria, comfort termico e illuminazione. Inoltre, l’obbligo di installare impianti solari nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni potrà portare a una riduzione delle bollette energetiche e a una maggiore indipendenza energetica per i proprietari di immobili.

Prepararsi al cambiamento

La nuova direttiva comporterà la necessità di nuove competenze e professionalità nel settore edilizio, nonché la definizione di piani nazionali per la riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali. È importante che i consumatori e gli operatori del settore si preparino ad adottare queste nuove normative per garantire un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

 


24/10/2023

A cura di Adele di Carlo

La classe energetica di un immobile è il suo biglietto da visita, evidenzia i consumi, le prestazioni e il comfort abitativo. Lo sa bene l’Unione Europea che ha avviato il percorso verso una normativa omogenea in campo di edilizia.

L’obiettivo della cosiddetta Direttiva Case green, approvata dal Parlamento europeo il 14 marzo 2023, è ridurre le emissioni di COe promuovere la “transizione ecologica” intervenendo sugli immobili poco efficienti.

Quale impatto potrebbe avere la Direttiva sul patrimonio immobiliare italiano? Questo è il dubbio che da mesi anima il dibattito circa la convenienza e la possibilità di realizzare gli obiettivi UE.

La Direttiva case green prevede il raggiungimento della classe E entro il 2030 e D entro il 2033. Ad oggi si stima che circa il 74% delle abitazioni italiane, 11 milioni, si trova in una classe energetica bassa tra E, F o G. Stando alle condizioni attuali, la Direttiva elenca diverse deroghe, cioè ipotesi di esclusione dall’obbligo di innalzare la classe energetica.

Di seguito i dettagli della normativa e l’elenco dei casi di non applicazione.

Indice degli argomenti:

Cosa prevede la Direttiva Case Green, le misure promosse dall’Ue

La Direttiva case green, più precisamente la Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD, Energy performance of buildings directive), sta proseguendo il suo iter legislativo.

Come anticipato, lo scopo della normativa è rendere obbligatoria una serie di lavori sul patrimonio immobiliare per contenere le emissioni inquinanti e migliorare l’efficienza energetica nei 27 Stati membri. Il raggiungimento del primo obiettivo è previsto per il 2030: tutti gli immobili residenziali sul territorio europeo dovranno raggiungere la classe energetica E. Vale a dire che i proprietari di immobili in classe F e G dovranno adeguarsi ai nuovi standard con interventi – più o meno ingenti in base ai casi – di efficientamento (come sostituire gli infissi, realizzare il cappotto, installare pannelli fotovoltaici e ridurre la dispersione termica).

Il secondo obiettivo della direttiva EPBD è il raggiungimento della classe D entro il 2033 mentre gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a “emissioni zero” a partire dal 2028.

Cosa prevede la Direttiva Case Green, le misure promosse dall’Ue
La Direttiva case green non si estende indistintamente a tutti gli immobili, esistono diverse deroghe che tutelano le bellezze dei centri storici

Le deroghe: chi non deve eseguire lavori di efficientamento energetico

Gli obblighi dell’Ue hanno messo in allarme molti proprietari di seconde case e anche studiosi, ingegneri e architetti preoccupati per il vasto patrimonio immobiliare italiano con valore storico-artistico.

In realtà la Direttiva case green non si estende indistintamente a tutti gli immobili, esistono diverse deroghe che tutelano le bellezze dei centri storici.

Qui l’elenco completo dei casi di esclusione:

  • abitazioni unifamiliari con una superficie inferiore a 50 mq
  • seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l’anno, quindi le case vacanza
  • edifici nei centri storici
  • immobili sottoposti a vincoli dei Beni Culturali
  • chiese e altri edifici di culto
  • edifici di proprietà delle Forze Armate o del Governo finalizzati alla difesa nazionale

Oltre a queste deroghe, ve ne sarebbero delle altre, a discrezione dei Paesi membri, che riguardano ad esempio:

  • gli immobili temporanei
  • i siti industriali come officine e depositi
  • gli edifici agricoli non residenziali

I numerosi casi di esclusione previsti andrebbero a ridurre la quantità di edifici sui quali eseguire gli interventi necessari al miglioramento della classe energetica.

Il patrimonio immobiliare italiano: quante sono le case in classe E, F e G?

Negli ultimi anni sono stati fatti diversi studi e ricerche per quantificare gli immobili non efficienti presenti sul territorio italiano. Queste analisi – anche se approssimative – evidenziano lo “stato” del patrimonio immobiliare complessivo e possono servire a quantificare gli interventi necessari nei prossimi anni.

Stando alla ricerca eseguita nel 2021 da Tecnocasa, si trova in classe E il 9,9% degli immobili residenziali, mentre il 7,2% è in classe D e il 57,7% in classe G (la più bassa secondo la classificazione ufficiale che va da A a G).

Ciò vuol dire che la maggior parte degli immobili presenti in Italia sono poco efficienti, inquinano, richiedono un maggiore sforzo energetico per trattenere il calore in inverno e per rinfrescare la temperatura in estate.

Lo scenario sta progressivamente cambiando grazie ai bonus e alle detrazioni fiscali che agevolano il cappotto termico, la sostituzione delle caldaie e degli infissi obsoleti, le tende da sole e le zanzariere a schermatura solare (tutti interventi finalizzati ad innalzare la classe energetica).

Un dato importante riguarda il crescente interesse degli italiani verso le case green. Le compravendite degli ultimi 4 anni rivelano che la classe energetica è un elemento che influisce in maniera decisiva sul prezzo e che i cittadini preferiscono orientare la propria scelta verso immobili moderni e rispettosi dell’ambiente.





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