
Il progetto prende vita tra le pagine di Under the Skin, il libro celebrativo che ripercorre nove decenni di innovazione, estetica e ricerca tecnologica firmati Marazzi. In questo percorso, la “casa immaginaria” di Charlotte Taylor diventa manifesto delle potenzialità del grès porcellanato e della ceramica, elementi capaci di ridefinire l’interior design contemporaneo attraverso texture, colori e geometrie in grado di plasmare ogni ambiente.
Spazi fluidi e identità materica
Ogni stanza progettata da Taylor rappresenta un universo coerente ma distinto, capace di suggerire una presenza, una storia, un gesto quotidiano. Lo studio, ad esempio, è pensato come un ambiente essenziale, quasi meditativo, dove un grande tavolo centrale domina lo spazio. Il pavimento in Crogiolo ArtCraft Argilla richiama gli atelier del Sud Europa, con superfici in terracotta che evocano artigianalità e calore, mentre le pareti neutre, opache, riflettono la luce naturale creando una base luminosa, perfetta per la concentrazione.

Nel salotto, Taylor introduce un dialogo tra forme iconiche del design e superfici che giocano con luci e riflessi. Il conversation pit in Vero Quercia è un omaggio al design italiano degli anni ’70 e ’80, mentre il tavolo centrale rivestito in Crogiolo Terramater Cotto definisce una zona conviviale. Le pareti più scure rispetto agli altri ambienti creano un’atmosfera raccolta, pensata per la sera, per ascoltare musica e rilassarsi.


La cucina, invece, racconta un equilibrio tra tradizione e modernità. Il bancone a ferro di cavallo e la cappa centrale richiamano cucine di un tempo, ma l’uso della collezione Crogiolo Lume in finitura nera sulle pareti introduce subito un’estetica contemporanea e sofisticata. Il pavimento chiaro in Mystone Limestone Sand offre un bilanciamento cromatico, mentre le grandi lastre in grès effetto pietra scelte per top e mensole aggiungono funzionalità e continuità stilistica.


Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno
Anche la zona notte si fa teatro di narrazione materica. La camera da letto è lo spazio più intimo, e Charlotte Taylor sceglie di rivestire la testiera del letto, la scrivania e persino una panca incassata nella parete con Crogiolo Terramater Cotto. Questa scelta enfatizza l’uniformità visiva e l’importanza della texture, rafforzando la percezione di un ambiente protettivo, avvolgente, dove ogni elemento architettonico si connette in modo fluido.

Il bagno abbandona i toni prevedibili per abbracciare una palette verde, con piastrelle rettangolari della collezione Crogiolo Lume. L’effetto lucido amplifica i giochi di luce riflessa sull’acqua, creando un’esperienza immersiva e sensoriale. Vasca e doccia si fondono in un unico elemento architettonico, coerente con l’approccio progettuale fluido che attraversa l’intera abitazione.


All’esterno, l’ispirazione arriva dalle colline toscane: gradoni, terrazze, piscina e arredi in gres porcellanato si fondono con il paesaggio mediterraneo. La panca realizzata con Mystone Travertino20 Navona conduce alle scale e all’acqua in un passaggio continuo, dove materiali, architettura e natura dialogano in perfetta armonia.
Marazzi: innovazione ceramica al servizio dell’abitare contemporaneo
Attraverso il progetto firmato Charlotte Taylor, Marazzi racconta molto più della qualità dei propri rivestimenti: mette in scena una visione dell’abitare in cui le superfici ceramiche non sono solo elemento funzionale o decorativo, ma strumenti narrativi, capaci di costruire relazioni tra spazi e persone. Una filosofia che rispecchia l’identità dell’azienda — fondata nel 1935 a Sassuolo — e oggi punto di riferimento internazionale nel settore del design ceramico grazie a cicli produttivi sostenibili, innovazione tecnologica costante e uno stile inconfondibilmente Made in Italy.
Presente in oltre 140 Paesi e parte del gruppo Mohawk Industries, Marazzi continua a innovare il linguaggio dell’interior design, offrendo collezioni capaci di dialogare con l’architettura e con i desideri di chi immagina la casa come un’estensione della propria identità. La “casa immaginaria” ne è l’esempio perfetto: una casa che non esiste davvero, ma che potrebbe essere ovunque. E, soprattutto, potrebbe essere nostra.
