Una casa immaginaria che parla di futuro: il racconto materico firmato Marazzi e Charlotte Taylor

Per celebrare i suoi 90 anni, Marazzi affida alla designer Charlotte Taylor la creazione di una “casa immaginaria” in cui le superfici ceramiche diventano protagoniste di un racconto architettonico emozionale. Ogni ambiente è progettato per esprimere intimità, funzione e continuità visiva, fondendo estetica e materia. Il progetto esplora le potenzialità del grès porcellanato in ogni spazio della casa, interno ed esterno. Un manifesto di design per l’abitare del futuro.

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Una casa immaginaria che parla di futuro il racconto materico firmato Marazzi e Charlotte TaylorIn occasione dei suoi 90 anni, Marazzi affida a Charlotte Taylor, designer britannica nota per la sua capacità di fondere realtà e immaginazione, la creazione di un progetto speciale: una casa ipotetica dove le superfici ceramiche diventano il mezzo attraverso cui raccontare un modo nuovo di abitare. Una visione progettuale in cui la materia si intreccia con la narrazione, dando forma a spazi sospesi tra concretezza e sogno, pensati per stimolare emozioni, memoria e connessione con la natura.

Il progetto prende vita tra le pagine di Under the Skin, il libro celebrativo che ripercorre nove decenni di innovazione, estetica e ricerca tecnologica firmati Marazzi. In questo percorso, la “casa immaginaria” di Charlotte Taylor diventa manifesto delle potenzialità del grès porcellanato e della ceramica, elementi capaci di ridefinire l’interior design contemporaneo attraverso texture, colori e geometrie in grado di plasmare ogni ambiente.

Spazi fluidi e identità materica

Ogni stanza progettata da Taylor rappresenta un universo coerente ma distinto, capace di suggerire una presenza, una storia, un gesto quotidiano. Lo studio, ad esempio, è pensato come un ambiente essenziale, quasi meditativo, dove un grande tavolo centrale domina lo spazio. Il pavimento in Crogiolo ArtCraft Argilla richiama gli atelier del Sud Europa, con superfici in terracotta che evocano artigianalità e calore, mentre le pareti neutre, opache, riflettono la luce naturale creando una base luminosa, perfetta per la concentrazione.

Spazi fluidi e identità materica
Lo studio

 

Nel salotto, Taylor introduce un dialogo tra forme iconiche del design e superfici che giocano con luci e riflessi. Il conversation pit in Vero Quercia è un omaggio al design italiano degli anni ’70 e ’80, mentre il tavolo centrale rivestito in Crogiolo Terramater Cotto definisce una zona conviviale. Le pareti più scure rispetto agli altri ambienti creano un’atmosfera raccolta, pensata per la sera, per ascoltare musica e rilassarsi.

Spazi fluidi e identità materica
Il salotto
Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno
Ogni materiale presente nella casa è stato studiato per dialogare armoniosamente con luce, volumi e atmosfere, valorizzando le superfici ceramiche come elemento progettuale centrale e trasformandole in strumenti narrativi capaci di dare forma a spazi unici e senza tempo

 

La cucina, invece, racconta un equilibrio tra tradizione e modernità. Il bancone a ferro di cavallo e la cappa centrale richiamano cucine di un tempo, ma l’uso della collezione Crogiolo Lume in finitura nera sulle pareti introduce subito un’estetica contemporanea e sofisticata. Il pavimento chiaro in Mystone Limestone Sand offre un bilanciamento cromatico, mentre le grandi lastre in grès effetto pietra scelte per top e mensole aggiungono funzionalità e continuità stilistica.

Spazi fluidi e identità materica
La cucina
Spazi fluidi e identità materica
Dettaglio del materiale ceramico pensato per lo spazio cucina

 

Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno

Anche la zona notte si fa teatro di narrazione materica. La camera da letto è lo spazio più intimo, e Charlotte Taylor sceglie di rivestire la testiera del letto, la scrivania e persino una panca incassata nella parete con Crogiolo Terramater Cotto. Questa scelta enfatizza l’uniformità visiva e l’importanza della texture, rafforzando la percezione di un ambiente protettivo, avvolgente, dove ogni elemento architettonico si connette in modo fluido.

Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno
La camera da letto

 

Il bagno abbandona i toni prevedibili per abbracciare una palette verde, con piastrelle rettangolari della collezione Crogiolo Lume. L’effetto lucido amplifica i giochi di luce riflessa sull’acqua, creando un’esperienza immersiva e sensoriale. Vasca e doccia si fondono in un unico elemento architettonico, coerente con l’approccio progettuale fluido che attraversa l’intera abitazione.

Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno
Il bagno
Un racconto immersivo che oltrepassa i confini tra interno ed esterno
Il bagno con la zona lavabi

 

All’esterno, l’ispirazione arriva dalle colline toscane: gradoni, terrazze, piscina e arredi in gres porcellanato si fondono con il paesaggio mediterraneo. La panca realizzata con Mystone Travertino20 Navona conduce alle scale e all’acqua in un passaggio continuo, dove materiali, architettura e natura dialogano in perfetta armonia.

Marazzi: innovazione ceramica al servizio dell’abitare contemporaneo

Attraverso il progetto firmato Charlotte Taylor, Marazzi racconta molto più della qualità dei propri rivestimenti: mette in scena una visione dell’abitare in cui le superfici ceramiche non sono solo elemento funzionale o decorativo, ma strumenti narrativi, capaci di costruire relazioni tra spazi e persone. Una filosofia che rispecchia l’identità dell’azienda — fondata nel 1935 a Sassuolo — e oggi punto di riferimento internazionale nel settore del design ceramico grazie a cicli produttivi sostenibili, innovazione tecnologica costante e uno stile inconfondibilmente Made in Italy.

Presente in oltre 140 Paesi e parte del gruppo Mohawk Industries, Marazzi continua a innovare il linguaggio dell’interior design, offrendo collezioni capaci di dialogare con l’architettura e con i desideri di chi immagina la casa come un’estensione della propria identità. La “casa immaginaria” ne è l’esempio perfetto: una casa che non esiste davvero, ma che potrebbe essere ovunque. E, soprattutto, potrebbe essere nostra.




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