
In questo incontro ci parlano di ascolto e dettaglio, di superfici che custodiscono memoria, di giardini interiori e omaggi silenziosi. Il loro approccio, colto e profondamente umano, ci accompagna in un viaggio dentro case che diventano paesaggi dell’anima.
Tra visione e mestiere, spazio e racconto: a colloquio con Alessandro e Lorenzo
In questa intervista esclusiva, Lorenzo e Alessandro ci accompagnano dentro il loro universo progettuale: un luogo fatto di ascolto, materia, dettagli che parlano, e una promessa — quella di trasformare ogni casa in un paesaggio dell’anima.
“Paradisiartificiali” è un nome che sembra una dichiarazione d’intenti. Da dove nasce la vostra promessa di paradiso?
Nasce da un atto di fiducia: crediamo che lo “spazio dell’emozione” sia il punto di partenza di ogni cosa ben fatta. Per questo ci definiamo — con un sorriso e massima serietà — una Società Anonima di Pensatori (e uomini di fatica) al servizio di mendicanti e maharaja: l’autorialità si dissolve, resta la cura per l’altro e per il suo desiderio di casa. Da qui la nostra idea di “mettere una promessa di paradiso nell’angolo di ogni cosa”, trasformando visioni condivise in materia abitabile.
Un approccio che nasce — ci teniamo a ribadirlo — da una vocazione artigianale: Paradisiartificiali è un laboratorio dove l’idea si misura con la materia, la mano completa ciò che il progetto immagina e ogni dettaglio conserva la memoria del fare.

Voi dite che “l’architettura è un atto di ascolto”. In che modo l’ascolto orienta il progetto?
Ascoltare significa comporre un’armonia tra desideri e vincoli: contesto, funzioni, tempi, budget. È un lavoro sartoriale e urbano insieme, che va dalla nuova costruzione alla riqualificazione, dalla direzione lavori fino alle pratiche. Per chi desidera approfondire la nostra pratica come Studio di Architettura a Milano, l’ascolto è il filo che tiene insieme poetica e tecnica, forma e misura.
Interior design: qual è la vostra cifra?
L’interior design, per noi, è un racconto cucito sul corpo di chi abiterà lo spazio. Comincia con moodboard e studi volumetrici, prosegue con 3D e disegni tecnici, e si compie nel cantiere. È un processo “sartoriale” in cui materiali, luce e dettagli diventano grammatica affettiva.
Per noi ogni spazio è anche scena: un luogo dove la vita si rappresenta e si rinnova ogni giorno. Crediamo che il progetto debba nascere da verità condivise, da gesti e simboli che gli altri possano riconoscere come propri. È da questa consapevolezza che deriva la dimensione narrativa del nostro lavoro — ogni ambiente diventa racconto, ogni dettaglio, personaggio. Chi cerca un percorso chiaro può partire da qui: Interior Design a Milano.
“Ode alla Luna”: come si traduce in forma un legame madre–figlia?
“Ode alla Luna” è il titolo di un nostro recente progetto dedicato al tema del legame tra madre e figlia — le nostre committenti. Il progetto nasce da un incarico molto intimo: una giovane donna ci ha chiesto di progettare una casa per la propria madre, perché potessero tornare a vivere vicine. Abbiamo accolto questa richiesta come un gesto d’amore filiale, trasformandola in un racconto architettonico.
Lo abbiamo tradotto in forma di giardino interiore: siepi come perimetri dell’anima, voliere aperte come pensieri liberati, un ninfeo come luogo di sospensione — e un cielo lattiginoso a colmare i vuoti. Il progetto nasce da una “dualità femminile” che diventa cosmografia domestica: la casa come costellazione, la Luna come guida discreta.

“L’oasi di Ines”: cosa vi ha insegnato lavorare alla ristrutturazione di una casa di ringhiera milanese?
Che il vicinato può ancora essere una materia del progetto. Là dove la biancheria stesa in cortile racconta di convivenze antiche, abbiamo riletto la domesticità come osmosi tra interno ed esterno. Colpiti dalla tinta intensa dello stabile, attraverso il colore abbiamo voluto trasformare il locale più privato della casa — il bagno — nel luogo della massima condivisione, un po’ come accadeva un tempo con i gabinetti comuni sui ballatoi.
Forse memori di ironiche gesta dadaiste, abbiamo allestito nel piccolo bagno una “mostra personale” su Ellsworth Kelly: comuni piastrelle si sono così trasformate in celebrazione del colore. Il quotidiano, se guardato bene, è già museo.

“Tribute to E. Sottsass”: e se l’ornamento non fosse affatto un delitto?
Allora l’immaginazione tornerebbe sovrana. In quella stanza, un omaggio sincero al movimento Memphis — nel quarantesimo anniversario della sua nascita — rilegge l’ornamento come gesto di libertà: non vezzo, ma chiave emotiva della casa. È stato il nostro ringraziamento a chi ha osato mischiare deserti e giungle nella geografia della visione.
In questo progetto emerge forte un tema per noi fondamentale: quello delle superfici. Come ci ha insegnato Ettore, la superficie non è mai semplice ornamento, ma il luogo in cui si deposita il lascito di chi ci ha preceduto e le promesse che consegneremo al futuro. La decorazione è quindi un gesto di necessaria responsabilità. Per questo consideriamo il tema della rappresentazione come centrale: i nostri lavori si nutrono della cultura visiva dell’arte, della grafica e di molto altro, che per noi sono linguaggi fratelli.
Quando l’illustratrice Anna Sutor, nel ritratto commissionatole da Living – Corriere della Sera, ha scelto di rappresentare Ettore Sottsass all’interno di questo progetto, ha dimostrato che la creatività è un dialogo senza proprietari, dove ogni gesto genera nuove connessioni.

Metodo e squadra: come si passa dall’idea al cantiere?
Con una regia chiara e corale. Ogni progetto nasce da un dialogo, cresce come un organismo vivo e si concretizza grazie a un intreccio di mani e competenze. La parte più bella è veder passare un pensiero dallo schizzo alla materia: è lì che l’idea si fa corpo, che la visione incontra la realtà. Affianchiamo il cliente in ogni fase, integrando artigiani e professionisti fidati; progettiamo, coordiniamo le imprese, dirigiamo i lavori, sino allo styling finale. L’autorialità è condivisa: la qualità nasce sempre dalla convergenza di sguardi e saperi.

Ristrutturare a Milano: quale promessa potete fare a chi affida a voi la propria casa?
Promettiamo un percorso chiavi in mano, trasparente e presidiato. Dalla pratica edilizia alla direzione lavori, dal cronoprogramma alla cura del dettaglio, accompagniamo ogni fase con la stessa attenzione e precisione.
Oggi, più che mai, la vera sfida è la qualità esecutiva: le maestranze capaci si sono rarefatte e il valore dei mestieri si è progressivamente perso. Per questo selezioniamo con grande cura le imprese e gli artigiani, convinti che la buona riuscita di un progetto dipenda anzitutto dalle mani che lo realizzano e da costi coerenti con la qualità che si vuole ottenere.
Una ristrutturazione interna totale richiede non meno di 8–14 settimane e in questo processo accompagniamo i committenti anche nell’accesso a bonus e detrazioni attive. Chi desidera una guida operativa può cominciare dalla pagina dedicata: Ristrutturazioni a Milano.
Budget: quanto costa ristrutturare casa a Milano, davvero?
Parlare di costi è sempre delicato, ma per noi significa prima di tutto parlare di scelte, priorità e qualità. Ogni casa è un organismo diverso, e ogni intervento riflette un equilibrio tra desiderio e misura. Il prezzo di una ristrutturazione non è solo il risultato di numeri e preventivi, ma la traduzione concreta di un’intenzione: quanto valore vogliamo dare alla durata delle cose, alla cura dei dettagli, al tempo che passeremo tra quelle pareti.
Poi certo, ci sono anche le cifre. In termini orientativi, un restyling estetico si colloca tra 600–900 €/mq; una ristrutturazione parziale tra 850–1.300 €/mq; e una ristrutturazione completa 1.200–1.700 €/mq. Per scenari concreti: 50 mq possono variare tra 40.000–100.000 €, mentre 100 mq tra 80.000 e 200.000 €, esclusi arredi e parcella professionale.

In una città che cambia, qual è oggi il vostro “paradiso possibile”?
Una casa che accoglie la complessità del presente senza rinunciare alla grazia. Oggi le case sono più piccole, ma i desideri più grandi: per questo progettiamo luoghi capaci di far respirare anche pochi metri quadrati, di restituire silenzio al rumore e luce alla densità urbana. Un paradiso possibile non è un altrove, ma un modo di stare nel mondo con misura, circondati da cose che parlano di noi e del nostro tempo. Per chi desidera incontrarci — o semplicemente farsi un’idea più precisa del nostro mondo — qui c’è la porta d’ingresso: Paradisiartificiali.

Chi è Studio Paradisiartificiali
Studio Paradisiartificiali è un laboratorio creativo con sede a Milano che intreccia architettura, arte e artigianato.
Permeato da una forte matrice mediterranea, interpreta l’interior design come un racconto condiviso, dove spazio e materia diventano emozioni e i progetti biografie.
Ogni lavoro nasce da un processo corale, in dialogo con artigiani e maestranze, per trasformare visioni in luoghi abitabili. Una ricerca poetica e concreta insieme, capace di unire sacro e profano, storia e fiaba, bellezza e mestiere.
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