Riaprire la casa che abbiamo al mare o in montagna, o in qualsiasi luogo di villeggiatura, dopo un lungo periodo di chiusura, è un pensiero che interessa molte persone. Ma come fare e quali sono le operazioni più importanti da eseguire? MCE Lab, la piattaforma di MCE Mostra Convegno Expocomfort dedicata ai temi del comfort residenziale, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, suggerisce qualche piccolo e pratico consiglio per riaprire in totale sicurezza.
Riaprire le case di vacanza: come farlo in sicurezza
Secondo Egisto Canducci, coordinatore di MCE Lab, in assenza di ristrutturazioni/aggiornamenti impiantistici importanti, possono essere ritenute valide le operazioni di riapertura che normalmente si fanno di routine: verificare la pressione dell’impianto idrico (se si tratta di un impianto autonomo attraverso il termo manometro della caldaia, in caso di impianto centralizzato è sufficiente verificare che non ci sia aria nei termosifoni attraverso le valvoline disaeratrici (di sfogo dell’aria, montate sui singoli corpi scaldanti), pulire i filtri della rete idrica (se ci sono filtri sull’impianto si possono semplicemente smontare, pulire e rimontare senza utilizzare prodotti specifici, in caso di filtri autopulenti è sufficiente effettuare una pulizia seguendo le istruzioni del produttore), arieggiare abbondantemente gli ambienti e far scorrere l’acqua delle tubature dell’acqua sanitaria.
In caso di termoaccumulo, è necessario eseguire uno shock termico
Sia che si tratti di una casa al mare o in montagna, eseguire un controllo sugli impianti prima di riaprire la casa di vacanza è davvero un’operazione consigliata e importante. Se l’abitazione è dotata di un termoaccumulo di ACS (il boiler di casa o quello della centrale) e se questo non è stato usato per un tempo molto lungo, è necessario eseguire uno shock termico per prevenire la formazione di batteri, portando l’accumulo > 65/70 °C, alzando la temperatura dello stoccaggio e programmando elettronicamente il miscelatore termostatico. Il consiglio è di aprire poi, uno alla volta, tutti i punti di prelievo di ACS, facendo scorrere l’acqua calda, per sterilizzare le tubature ed eliminare i batteri che si possono essere formati durante il periodo di chiusura forzata.
Se si tiene l’accumulo a temperature inferiori, questa operazione va ripetuta una volta alla settimana, per prevenire il batterio della legionella; se la casa si trova in un complesso che è dotato di produzione di ACS centralizzata, sarebbe utile tener la temperatura degli accumuli >65°C, dotare la rete di distribuzione già in fase di progettazione di una valvola termostatica elettronica provvista di un sistema di trattamento di shock termico, e seguendo le istruzioni del produttore, impostare una volta alla settimana la disinfezione della rete in orari in cui difficilmente si usa acqua calda (ad esempio, alle ore 3 del mattino) per mantenere alta la qualità dell’acqua distribuita.