Il recupero dell’acqua piovana è una soluzione sostenibile ed ecologica, che permette di ridurre il consumo idrico e sfruttare una risorsa naturale tanto preziosa in modo più efficiente. Una scelta che, oltre ad essere positiva per l’ambiente, permette anche di ridurre i costi in bolletta. I vantaggi, di conseguenza sono di varia natura e non possono che interessare tutte quelle persone che vogliono rendere le proprie abitudini sempre più green, con qualche beneficio anche per l’economia domestica.
In particolare, per recuperare l’acqua piovana è necessario installare un impianto adeguato e conoscere tutti gli utilizzi ammessi per l’acqua recuperata. Conoscenze e informazioni complete sono d’aiuto in fase di acquisto, per non sbagliare e fare il giusto investimento.
Il tema idrico in Italia
Anche alla luce delle più recenti notizie in merito alla carenza di acqua potabile nel Sud Italia, è bene soffermarsi a riflettere in merito alla situazione attuale del Paese e valutare quanto è effettivamente preziosa questa risorsa. L’Italia è suddivisa in sette Distretti idrografici, ciascuno dei quali è monitorato da un Osservatorio, organi istituiti a partire dal 2016.
Recentemente l’ISPRA* ha condiviso alcuni aggiornamenti ottenuti proprio sulla base delle risultanze delle riunioni di questi Osservatori, ormai soggetti operativi anche a seguito del Decreto siccità DL 39/2023. Sono individuati differenti scenari, a seconda degli indicatori di crisi idrica utilizzati:
- Situazione normale, quando è previsto il soddisfacimento delle esigenze idriche;
- Scenario di severità idrica bassa, quando la domanda è soddisfatta, ma si evidenzia un trend negativo degli indicatori;
- Scenario di severità idrica media, se la criticità aumenta e si rischia di non soddisfare il fabbisogno idrico, con eventuali danni economici e ambientali;
- Scenario di severità idrica alta, quando anche a fronte di attuazione di misure preventive la risorsa idrica non risulta sufficiente a evitare danni al sistema, anche irreversibili. In questo caso si può dichiarare lo stato di siccità prolungata.
A dicembre 2024, si rileva una situazione di normalità nelle Regioni del Nord Italia (3 dei 7 distretti totali), severità media in tutte le regioni del Centro, del Sud Italia e in Sardegna (3 distretti) e una severità alta in Sicilia.
Come funziona un sistema per il recupero dell’acqua
Un impianto di recupero acqua piovana raccoglie l’acqua meteorica che scorre su superfici come quelle dei tetti e la convoglia in un sistema di filtraggio e stoccaggio, per poi renderla disponibile al riutilizzo presso lo stesso luogo in cui è stata raccolta. L’impianto può essere più o meno articolato e i suoi principali componenti sono indicativamente gli stessi.
Oltre alle superfici di raccolta già citate, sono fondamentali anche le grondaie e le tubature di raccolta, in quanto permettono di convogliare l’acqua dalle superfici impermeabili fino al serbatoio. A questo punto, l’acqua deve essere trattata, grazie a sistemi di drenaggio e filtraggio, per eliminare detriti, foglie e impurità di varia natura, ripulendola.
Dopo il trattamento, l’acqua filtrata viene immagazzinata in cisterne o serbatoi, che possono essere interrati o posizionati in superficie. Per l’utilizzo dell’acqua, invece, si installano dei sistemi di distribuzione, generalmente costituiti da una pompa, che consente di prelevare l’acqua dal serbatoio e distribuirla ai punti di utilizzo, come giardini e impianti di irrigazione. L’alimentazione è elettrica e, per chi vuole essere ancora più green, possono essere collegati a sistemi fotovoltaici.
Come scegliere il giusto serbatoio
La scelta del serbatoio è cruciale per il successo del sistema. I principali aspetti da considerare e valutare sono:
- La capienza del serbatoio: per non commettere errori è fondamentale fare un calcolo rispetto all’acqua che è possibile raccogliere con la superficie captante a disposizione e ai consumi mediamente rilevati. Nel primo caso incidono sia le dimensioni, ad esempio della copertura, che il clima, dato che le precipitazioni sono le stesse ovunque. Per quanto riguarda i consumi, è possibile fare una stima sulla base delle ultime bollette ricevute, che indicano l’acqua utilizzata in metri cubi. Per offrire delle indicazioni, comunque, sono state redatte norme tecniche di riferimento per il corretto dimensionamento di un impianto di raccolta, utilizzate dagli addetti al settore.
- Il materiale di realizzazione: i serbatoi possono essere realizzati in diversi materiali quali la plastica o l’acciaio. La plastica è leggera e facile da installare, mentre l’acciaio è più resistente. In molte installazioni interrate si realizzano anche delle parti in cemento. Il materiale è importante perché incide sulle caratteristiche e sulle prestazioni garantite, ad esempio in termini di resistenza al freddo e al caldo, agli agenti atmosferici e ai raggi UV (aspetti essenziali se non si interra, ma si lascia all’esterno).
- La posizione in cui si decide di installarlo: prima di scegliere il serbatoio che fa al caso proprio è fondamentale aver valutato dove è possibile installarlo a casa. Al di là del fabbisogno idrico, infatti, ci possono essere dei vincoli che è importante conoscere fin da subito. Inoltre, se è fuori terra o interrato è importante anche per valutare i materiali.
- Sistemi di filtrazione: alcuni serbatoi includono filtri particolari integrati che migliorano la qualità dell’acqua raccolta. Si tratta di valutazioni più tecniche per le quali è bene affidarsi a tecnici competenti.
Quanto costa un sistema di raccolta acqua piovana
Il costo di un impianto di raccolta dell’acqua piovana dipende dalla tecnologia installata e dalle dimensioni del serbatoio. Si devono aggiungere, poi, eventuali costi dovuti allo scavo per interrare la cisterna, alla manodopera e alla realizzazione dell’impianto secondario per la distribuzione dell’acqua. Per avere un’idea precisa de costi, quindi, è fondamentale chiedere un preventivo preciso e completo di ogni voce.
Indicativamente, un impianto semplice di piccole dimensioni può costare circa 800/1.500 euro. Un sistema di maggiori dimensioni e più complesso, può superare anche i 7.000 euro. Nel fare la valutazione economica è importante ricordare che, grazie a questo sistema, si possono ridurre i consumi (e quindi i costi) in modo significativo.
Gli utilizzi dell’acqua piovana recuperata e filtrata
Per quanto raccolta e filtrata l’acqua piovana recuperata non può essere utilizzata per qualsiasi scopo, soprattutto se non sono installati impianti specifici per la depurazione.
Nei casi di sistemi più semplici e basilari di filtraggio, i principali impieghi previsti sono:
- L’irrigazione di giardini e orti, per cui è perfetta grazie all’assenza di cloro e additivi chimici utilizzati nella potabilizzazione dell’acqua;
- Pulizia degli spazi domestici, sia interni, che esterni, come pavimentazioni, finestre e superfici di varia natura;
- Scarichi dei bagni, purché si progetti e realizzi un sistema di distribuzione adeguato (più costoso rispetto a quanto richiesto per la sola irrigazione);
- Alimentare fontane e altri elementi decorativi, dove si può riutilizzare più volte anche la stessa acqua e la qualità non è rilevante.
FAQ Recupero acqua piovana
Il recupero dell’acqua piovana rappresenta una soluzione sostenibile ed ecologica, ideale per ridurre il consumo di acqua potabile e sfruttare al meglio una risorsa naturale preziosa. Ecco le domande più frequenti degli utenti interessati a saperne di più sull’utilizzo domestico di questa pratica intelligente.
Quali sono i vantaggi che si possono ottenere con la raccolta dell’acqua piovana?
I vantaggi che si possono ottenere con il recupero dell’acqua piovana sono molti. I principali sono indubbiamente di natura ambientale, visto che il risparmio di risorse idriche permette anche di ottenere un minore impatto ambientale. In aggiunta, è molto significativa la riduzione dei costi, dovuti proprio a una minor quantità di acqua prelevata dalla rete idrica.
Quanto tempo si può conservare l’acqua piovana
Gli impianti di raccolta dell’acqua piovana non hanno lo scopo di conservare l’acqua per un tempo infinito, ma piuttosto di metterla a disposizione del quotidiano utilizzo in casa. Per evitare il proliferare di batteri e sostanze nocive per le persone, infatti, prima di essere stoccata viene appositamente trattata, così da garantire tutte le caratteristiche necessarie per un successivo utilizzo. Per ridurre i tempi di stoccaggio, inoltre, la capienza del serbatoio viene ben equilibrata rispetto all’effettiva necessità e l’acqua viene utilizzata nel giro di poco tempo.
Quanto spazio occupa un impianto di recupero acqua piovana?
Lo spazio dipende dal tipo di serbatoio scelto. I serbatoi fuori terra sono più ingombranti, mentre quelli interrati richiedono lavori di scavo, ma occupano meno spazio in superficie. Di conseguenza, se lo spazio è un problema da prendere in considerazione in fase di scelta, il suggerimento è quello di informarsi in modo adeguato con il venditore/produttore, richiedendo le schede tecniche del prodotto.
Quali sono gli usi principali dell’acqua piovana recuperata?
L’acqua può essere utilizzata per l’irrigazione, il lavaggio auto, lo scarico del WC e la pulizia di esterni. Per questioni di sicurezza e igiene, l’acqua piovana recuperata non viene utilizzata per scopi potabili, in quanto diverrebbe molto complesso e onerose garantire il rispetto di tutti i requisiti richiesti.
Serve manutenzione in un sistema di raccolta dell’acqua?
Un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale, della raccolta dell’acqua piovana è la manutenzione regolare del sistema. Questo include la pulizia dei filtri, la verifica delle grondaie e la pulizia dei serbatoi. La manutenzione regolare assicura che l’acqua raccolta sia sempre di alta qualità.
Fonte
*ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
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