Le indicazioni di Altroconsumo per capire la bolletta di casa

Ecco alcune utili indicazioni di Altroconsumo per leggere la propria bolletta di casa, conoscere cosa è possibile fare per ridurre gli sprechi, e imparare ad avere atteggiamenti più consapevoli verso un utilizzo mirato dell’energia elettrica.

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Le indicazioni di Altroconsumo per capire la bolletta di casa

Sulla base di quanto già detto in merito alle nuove disposizioni del Governo contro il caro bollette, ecco alcune indicazioni pubblicate da Altroconsumo. Nello specifico, vengono descritte alcune informazioni base che molto spesso non tutti i consumatori conoscono.

Mentre l’Unione Europea discute sull’eventuale riduzione della potenza dell’energia elettrica che arriva nelle case (soprattutto nella fascia oraria di maggior richiesta), al fine di contenere i consumi elettrici, noi cerchiamo di capire alcuni semplici concetti per ragionare in base alle proprie esigenze e alla propria tipologia di famiglia.

Come si legge la bolletta di casa?

Come riporta Altroconsumo, la potenza che arriva in casa dipende dal contratto di fornitura che si è firmato con il proprio gestore.

In bolletta è possibile trovare la dicitura “potenza impegnata” che in genere per le utenze domestiche prevede la scelta tra 3 fasce: 3 kW, 4,5 kW e 6 kW. In fase di firma del contratto è l’utente stesso che decide una determinata potenza, in base al consumo massimo di energia che pensa possa servire per sostenere tutti i consumi interni della propria abitazione, facendo un calcolo ben attento di tutti gli elettrodomestici che possiede, ma non solo.

Cambiare potenza in un secondo momento è possibile, ma occorre pagare, facendo ben attenzione se ci rivolgiamo a una fornitura del mercato regolato oppure del mercato libero. Il costo varia in base alla tipologia di domanda e alla tipologia di fascia desiderata. Quindi cambiare scaglione è consigliabile, a patto che prima si sia effettuata una corretta analisi dei costi e dei consumi effettivi per raggiungere un unico obbiettivo, quello del risparmio economico. La domanda di cambio va presentata al proprio provider di energia.

Per questa ragione Arera, l’Authority dell’energia, ha introdotto una norma che stabilisce che dal 2017 sono disponibili livelli di potenza “modulabili in aumento o in riduzione di 0,5 kW”. Significa, quindi, che entro i 6 kW possiamo variare la potenza del nostro contatore a “scatti” di 0,5 kW alla volta.

Si tratta di una possibilità che in pochi conoscono, introdotta nell’ambito di una sperimentazione che durerà solo fino alla fine del 2023. Per un’abitazione con potenza pari a 3 kW, non è più necessario, quindi, aumentare sino a 4,5: si potrebbe ad esempio valutare un aumento di 1 solo kW, passando da 3 a 4.

Le indicazioni di Altroconsumo per capire la bolletta di casa
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Questi i costi pubblicati da AltroConsumo:

In particolare, per una fornitura nel mercato di tutela sono previsti:
• 56,16 euro una tantum per ogni kW di potenza aggiuntiva (o in meno) richiesto;
• 23 euro una tantum come contributo da pagare direttamente al proprio provider (attenzione perché la variazione della potenza comporta anche un adeguamento del deposito cauzionale se applicato, che è sempre in proporzione ai kW di potenza impegnata);
• 25,51 euro di contributo fisso, non dovuto però fino al 31 dicembre del 2023 grazie alla sperimentazione in corso.

Gli elettrodomestici che consumano di più secondo Altroconsumo

Cosa comporta se dovesse essere confermata l’ipotesi della riduzione di potenza? Altroconsumo propone questi esempi:

Il forno elettrico da incasso può arrivare ad assorbire da solo circa 3.000 W (3k W). Diventerebbe un problema anche utilizzare un asciugacapelli (che alla massima potenza assorbe fino a 2,2 kW) mentre si cuoce la cena con un microonde (900 W), ma anche niente stufette elettriche accese al massimo della temperatura (che assorbono da sole circa 2 kW) se la lavatrice è proprio nella fase di riscaldamento dell’acqua (che registra picchi di 2.000 o 2.20 W).

Tuttavia, abbassare la potenza domestica deve portare come primo effetto diretto a una maggiore consapevolezza del consumatore riguardo il reale consumo degli elettrodomestici che ha in casa, spingendolo eventualmente a cambiare le proprie abitudini di utilizzo dei vari apparecchi sfruttando magari fasce orarie più vantaggiose o più semplicemente decidendo di usarli di meno e per meno volte alla settimana.

Attenzione ai picchi di consumo

Ovvio per alcuni, ma non per tutti, gli elettrodomestici non consumano sempre la stessa energia durante il loro utilizzo. Ad esempio, la lavatrice ha il suo picco massimo di consumi durante la fase di riscaldamento dell’acqua e registra consumi più bassi durante le fasi di risciacquo o di scarico. L’asciugacapelli così come il ferro da stiro hanno un consumo più immediato, mentre altri dispositivi, come lo smartphone sotto carica o il TV Smart hanno un consumo più basso, ma sempre costante.

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