La scelta consapevole di mobili da esterno sostenibili non implica la rinuncia alla bellezza, così come alla funzionalità e alla qualità, sia materica sia produttiva. Il desiderio di rispettare l’ambiente si riflette sempre più anche nelle scelte d’arredo e il settore dell’outdoor si sta adeguando: le opzioni disponibili sono ormai numerose, dalla resistenza del legno certificato alla leggerezza dell’alluminio riciclabile, fino alla versatilità della plastica da post-consumo.
Perché scegliere mobili da esterno sostenibili
L’attenzione per la sostenibilità e l’impatto ambientale è ormai una priorità per molte aziende, oltre che per i consumatori. Ma cosa rende un arredo ideale per l’outdoor davvero ecologico? I requisiti principali sono essenzialmente tre:
- processi produttivi efficienti e poco impattanti, che minimizzano le emissioni inquinanti, il consumo energetico e gli scarti, questi ultimi poi reimmessi in circolo;
- materiale salubre e a zero emissioni nocive, sia per l’uomo (i VOC, le sostanze volatili) sia per la natura;
- durata e possibilità di riciclo delle componenti a fine vita, per evitare sostituzioni e tagliare i rifiuti, nonché rientrare in dinamiche di economia circolare.
La poltrona Norman Outdoor (design Daniele Della Porta) di Calia Italia ha la struttura tubolare di acciaio leggermente inclinata in avanti, nella finitura di serie grigio ghiaia (su richiesta nelle finiture verde Reseda, nero opaco e Graubraun), con cordoncini intrecciati sul retro-schienale e sui braccioli e nastri di tessuto a sostegno del cuscino di seduta. Le imbottiture, adatte all’utilizzo in esterno, sono rivestite con un tessuto sfoderabile osmotico idrorepellente e traspirante. Progettata secondo i criteri della sostenibilità, è totalmente disassemblabile per agevolare lo stoccaggio durante il periodo invernale e renderla facilmente riciclabile a fine vita.
Quale materiale è meglio per i mobili da esterno?
Se fino qualche anno fa teak, rattan e vimini erano i protagonisti indiscussi degli arredi outdoor, oggi il panorama si è arricchito di manufatti industrializzati che sfruttano materiali innovativi, frutto di processi produttivi all’avanguardia. Sia vergini sia riciclati, nascono già per essere riutilizzati e di conseguenza non generare scarti a fine ciclo.
Le materie prime naturali resistono, ma provengono da piantagioni gestite in modo responsabile e quindi certificate.
I tavolini Brezza (design Enrico Cesana) di TA Design sono realizzati con graniglia di vetro o di marmo riciclato, combinata con polimeri vegetali provenienti da fonti rinnovabili. Ogni pezzo artigianale è unico e irripetibile, grazie alle superfici lavorate a mano.
La sedia Vera (design Patrick Norguet) di Vermobil, di acciaio zincato e verniciato in diverse tinte ispirate alla natura, materiale riciclabile praticamente all’infinito, senza perdere le proprietà prestazionali, e di grande durata, che evita sostituzioni a breve termine.
Materiali sostenibili per l’arredamento outdoor
Ecco un elenco di alcuni dei materiali più rispondenti alle istanze ambientali per i mobili da esterno.
Legno certificato FSC
Il legno, materiale per eccellenza in esterno, oggi è per gran parte frutto di foreste gestite responsabilmente. La certificazione FSC (Forest Stewardship Council) o e PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes) garantisce che la materia prima naturale provenga da piantagioni gestite in modo sostenibile, nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Una opzione che significa lotta al disboscamento illegale, tutela degli ecosistemi e condizioni di lavoro eque.
Le fioriere Bariq di Royal Botania sono di teak maturo e tracciabile, materiale naturale che l’azienda si è impegnata a rendere ulteriormente sostenibile con la Green Forest Plantation, piantagione di 200 ettari con oltre 250.000 alberi.
La collezione Serena (design Cristophe Delcourt) di Tectona, tavolo e sedie di teak tracciabile, proveniente da piantagioni governative controllate, deriva da un approccio progettuale ispirato all’arte ebanistica: linee slanciate e gambe oblique distanziate alleggeriscono l’abituale robustezza del legno, che assume una forma sorprendentemente leggera, resa ancora più aerea dagli spazi vuoti nei braccioli e negli schienali.
Legno di recupero o a crescita veloce (bambù)
Il legno recuperato da demolizioni edili o da sfrido di lavorazione, che altrimenti andrebbe sprecato, può tornare a nuova vita, grazie a processi di taglio, riparazione, assemblaggio e levigatura.
Altre opzioni sono le essenze non a rischio di estinzione, come ad esempio il larice, conifera con caratteristiche di resistenza simili al teak, o il bambù, pianta a crescita estremamente veloce, che quindi non implica la deforestazione.
Alluminio riciclato
L’alluminio è un materiale praticamente eterno: leggero e brillante, resistente e riciclabile al 100%, per essere riutilizzato richiede solo il 5% dell’energia necessaria ad estrarlo e a raffinarlo dallo stato grezzo. Non rinnovabile, se riutilizzato dunque aiuta a preservare le risorse naturali che sono alla sua base, come ad esempio la bauxite, componente del metallo grezzo.
Plastica riciclata (HDPE, PET…)
La plastica riciclata è un materiale estremamente versatile, ideale per l’arredamento outdoor, poiché non perde le sue qualità strutturali ed estetiche nei processi di trasformazione. Anzi, a volte ne acquista di nuove, soprattutto dal punto di vista dell’espressività. Il suo utilizzo riduce significativamente il consumo energetico e le emissioni di gas serra rispetto alla produzione di plastica vergine, contribuendo così a preservare le risorse naturali e a ridurre l’impatto ambientale.
Le nuove mescole utilizzate per i mobili da esterno sostenibili sono il risultato di ricerche avanzate, capaci di reintrodurre anche materiali di scarto nei processi produttivi, promuovendo in tal modo reali esempi di economia circolare.
La seduta Pause (design OTTO Studio) della collezione Nomad Escape di AM.PM – L’Art de la Maison (Gruppo La Redoute) rilegge le tradizionali sedie di paglia con la fibra sintetica Ecolene intrecciata, disponibile in tinta naturale o grigio scuro e resistente a raggi UV, calore, umidità, muffa. Adatta sia per interni che per esterni, ha la struttura di metallo.
Il tappeto outdoor Saha (design Federica Biasi) di Gervasoni porta con sé un intreccio di significati universali, ispirati a culture lontane: il nome, infatti, significa “terra” in sanscrito, “grazie” in maltese, e, in arabo, promessa di felicità e buon auspicio. Realizzato con filato di poliestere rivestito di PVC, unisce estetica e funzionalità, mentre la texture geometrica data dalle righe bianche e blu dà un ritmo visivo adattabile a vari contesti.
La collezione di tappeti da esterno Flat Out (design Deanna Comellini) di G.T. Design è realizzata a mano su telai di legno tradizionali, utilizzando PET derivato dal riciclo di bottiglie di plastica. Una scelta che garantisce una produzione a basso impatto ambientale: per realizzare 1 kg di filato di PET sono necessarie circa 25 bottiglie di plastica da 1,5 litri e il procedimento consente di risparmiare fino a 60-100 megajoule di energia rispetto all’utilizzo del materiale vergine, riducendo le emissioni di CO₂ di circa 1,3 kg per ogni chilo di filato prodotto. La lavorazione a maglia stretta garantisce una notevole resistenza all’usura, agli agenti atmosferici e alla contaminazione batterica.
La versione outdoor del divano Balestro (design Piero Lissoni) di Living Divani ha una variante con schienale intrecciato di corda di PVC, in cui il lavoro artigianale incontra la contemporaneità.
Ispirata agli anni ’60, la collezione Belvedere (design Matteo Ragni) di Livintwist – divano a dondolo con celino e schermo protettivo staccabile, che può diventare una “love seat” per due persone o una “canoa” per rilassarsi, e lounge a dondolo, con piccolo contenitore, oltre a tavolini e pouf – è realizzata con corde di poliestere ad alta tenacità, trattate per resistere all’acqua dolce e salata e ai raggi UV senza sfibrarsi o sbiadire, mantenendo intatta la vivacità cromatica nel tempo. Inoltre, la superficie repellente impedisce l’assorbimento di liquidi, riducendo la formazione di muffe e aloni.
Le panche Peanuts (design Simone Micheli) di YOXO sono di polietilene stampato in rotazionale, materiale leggero ma resistente agli urti, agli agenti atmosferici, alla salsedine e ai raggi UV, oltre che a condizioni ambientali estreme (da -60° C a + 80º C), riutilizzabile e riciclabile al 100%.
La sedia impilabile Mentha (design Archirivolto Design) di S•CAB ha il sedile di tecnopolimero rigenerato da post-consumo industriale ed è adatta all’uso anche esterno. Con struttura di metallo verniciato, è disassemblabile per un corretto processo di riciclo.
FAQ Mobili da esterno
I mobili da esterno sostenibili stanno conoscendo una crescente diffusione, complice la maggiore sensibilità delle aziende verso temi come l’eco-compatibilità e la riduzione dell’impatto ambientale. Di seguito, alcune delle domande più ricercate online da parte di utenti consapevoli e attenti a ciò che scelgono di portare nei propri spazi abitativi.
Come verificare se un prodotto è sostenibile?
Per controllare se un prodotto è davvero sostenibile occorre verificare se dotato di certificazioni ambientali per i materiali (come FSC per il legno o etichette specifiche per la plastica riciclata), se l’azienda è trasparente in merito a materie prime, processi industriali, catena di approvvigionamento, se è duraturo e/o riparabile, riducendo la necessità di frequenti sostituzioni, e da ultimo se sono previste politiche di fine vita, come programmi di ritiro o di riciclo.
I mobili da esterno sostenibili sono più costosi?
In alcuni casi, i mobili da esterno sostenibili possono avere un costo leggermente superiore: ciò è dovuto alla qualità dei materiali, a processi di produzione più attenti e alla presenza di certificazioni. Tuttavia, la durata e la resistenza nel tempo possono tradursi in un risparmio a lungo termine, riducendo la necessità di sostituzioni frequenti. Inoltre, il valore aggiunto derivante da un minor impatto ambientale e da un’etica produttiva si può ritenere inestimabile.
Come manutenere i mobili da esterno sostenibili?
La manutenzione dipende dal materiale. In generale il legno va pulito con regolarità, applicando olii protettivi e idrorepellenti che ne aumentino la resistenza alle intemperie e all’usura. La plastica riciclata, così come le fibre sintetiche, che richiedono meno cure, non necessita di trattamenti aggiuntivi ma semplicemente di acqua con un detergente neutro.
L’alluminio va passato con un panno asciutto, mentre altri metalli, se corrosi o arrugginiti devono essere trattati con prodotti appositi e successivamente riverniciati o cromati. Le fibre naturali si puliscono delicatamente, ma soprattutto si devono proteggere da umidità eccessiva e luce solare diretta, per prolungarne la vita.
Come riciclare i mobili da esterno sostenibili a fine vita?
Il riciclo dipende dai materiali delle varie componenti e dalle regole delle infrastrutture locali per il recupero. Per i primi valgono le istruzioni fornite dai produttori o i programmi specifici offerti dalle aziende stesse, mentre per le seconde conviene fare riferimento alle linee guida dei comuni di residenza per lo smaltimento di arredi.
Il bambù resiste bene all’esterno?
Sì, il bambù trattato correttamente è estremamente resistente agli agenti atmosferici. I mobili da esterno in bambù vengono spesso sottoposti a trattamenti termici o di carbonizzazione per migliorarne la durabilità, la resistenza all’umidità e agli insetti, rendendoli adatti a verande, terrazze e giardini.
Cosa si intende per mobili da esterno sostenibili?
I mobili da esterno sostenibili sono arredi progettati e realizzati nel rispetto dell’ambiente. Utilizzano materiali riciclati o certificati (come legno FSC, alluminio riciclato o plastica post-consumo), processi produttivi a basso impatto e sono pensati per durare nel tempo, riducendo sprechi e rifiuti.
I mobili da esterno sostenibili sono anche resistenti?
Sì, la sostenibilità non esclude la qualità. I mobili da esterno eco-friendly sono progettati per durare nel tempo: resistono a pioggia, sole, salsedine e sbalzi termici, grazie a trattamenti specifici e alla scelta di materiali durevoli che uniscono performance tecniche e rispetto per l’ambiente.
Perché il bambù è considerato un materiale sostenibile per i mobili da esterno?
Il bambù è una pianta a crescita rapidissima che non richiede fertilizzanti chimici né irrigazione intensiva. Viene raccolto senza sradicare la pianta, permettendo una rigenerazione naturale. È quindi un’alternativa ecologica al legno tropicale e contribuisce alla riduzione della deforestazione.
Foto in apertura: Calia Italia Norman outdoor Design Daniele Della Porta
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