La casa del futuro sarà flessibile, polifunzionale, versatile, oltreché ecologica e sicura: è questo l’identikit della casa che verrà che accomuna tutte le ricerche più recenti, tra cui anche l’ultimo Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” di Groupama con Doxa. La logica del divenire di tutte le cose è alla base anche del concetto di abitare che, in una società liquida, è soggetto alla trasformazione continua e al cambiamento degli stili di vita, a cui corrispondono esigenze di spazio sempre diverse. Le pareti mobili costituiscono una soluzione facile e funzionale allo scopo perché permettono di avere “volumi mobili” e intercambiabili all’occorrenza.
Che cosa sono le pareti mobili?
Le pareti mobili sono strutture modulari realizzate in diversi materiali che suddividono gli ambienti creando spazi funzionali e che, all’occorrenza, in fase di ristrutturazione o rinnovo degli interni, possono essere eliminate o riposizionate per dar vita a nuove geometrie dei volumi. Generalmente scorrono su binari e hanno un meccanismo di scorrimento identico a quello delle porte scorrevoli.
Materiali, dal legno al tessuto
Si possono utilizzare diversi materiali, vetro temperato, legno, metallo, ma anche pannelli che utilizzano polimeri e anche semplicemente tessuto. La scelta del materiale e della tipologia è legata alla funzione che le strutture sono chiamate ad assolvere: divisione funzionale degli spazi, isolamento acustico, miglioramento della funzionalità di alcune aree, funzione decorativa. Alcune aperture sono incorniciate da profili in metallo, molto usato è l’alluminio anodizzato.
Tipologie, caratteristiche e funzioni
Le pareti mobili possono essere di diverse tipologie, alcune hanno un funzionamento molto simile alle pareti scorrevoli, possono essere realizzate in legno, in diversi stili, oppure con pannelli in vetro, per avere ambienti più luminosi.
Un sistema armadio con anta scorrevole a tutta altezza può consentire la realizzazione di spazi multifunzionali, come una postazione scrittoio/home office o una cabina armadio, nella zona notte, o una scansione polivalente degli spazi nella zona giorno.
Le pareti mobili trasparenti, con pannelli in vetro hanno il pregio di permettere alla luce di penetrare in tutti gli ambienti, anche in quelli che non hanno aperture dirette sull’esterno. Hanno inoltre un forte potenziale decorativo, soprattutto quando presentano inserti colorati.
Un altro sistema che gioca con i movimenti della luce è quello che utilizza lamelle orientabili, che ruotando attorno ad un perno dando vita a conformazioni complesse e diversificate che funzionano come regolatori di luce naturale.
Le porte tessili permettono di suddividere gli spazi senza sacrificare il senso dell’insieme e di regolare la luce naturale in base alle necessità del momento.
Separare gli spazi per poi riaprirli, un esercizio che fa pensare ad un elastico e che richiede il massimo della flessibilità. Altre forme di aperture che consentono queste prestazioni, oltre agli scorrevoli, sono le aperture a bilico, che ruotano su un perno fisso.
Perché le pareti mobili sono inclusive e compatibili con le politiche della sostenibilità?
Se l’abitare è una filosofia, tra le iniziative dettate dal bisogno di sostenibilità c’è sicuramente quella di utilizzare le pareti mobili come soglie: rendono gli ambienti versatili e sempre funzionali (senza bisogno di utilizzare nuove risorse) e, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, uniscono (anziché separare) creando spazi di condivisione e sottospazi dove rigenerarsi.
Una interessante visione sull’abitare del futuro in chiave sostenibile, in questo senso, la offre il progetto di tesi di laurea di Crana Ginevra e Ilaria Peroglio Carus (IED di Torino) con Reale Immobili, Escaping lines, che riflette proprio sul concetto di parete mobile come soglia, confine, dal carattere molto speciale. Le studentesse hanno sviluppato un progetto di recupero per l’edificio in via Frejus, nel quartiere Cenisia di Torino, che si estende su Via Cavallermaggiore e via Lombriasco, un’architettura piuttosto imponente, suddivisa in 10 vani scale per un totale di 175 appartamenti.
Le progettiste hanno ragionato sul confine con l’esterno e su quelli interni: la soglia è stata evidenziata attraverso una struttura metallica che la incornicia e percorre internamente l’intero edificio andando a definire un percorso che guida l’essere umano da un vivere più individuale a uno più comunitario. Negli appartamenti la struttura attraversa lo spazio nascondendo al suo interno un binario che permette lo scorrimento di un sistema di tende che consentono all’individuo di creare degli spazi personali, intimi e, al tempo stesso, dinamici e flessibili.
Il progetto vuole offrire una nuova visione sull’abitare futuro, che nasce dalle domande a che cosa possiamo rinunciare delle nostre abitudini quotidiane e di che cosa abbiamo realmente bisogno, tenendo a mente il tema della sostenibilità.
Il progetto dell’Architetto Luca Donzelli
Nel progetto di ristrutturazione di un appartamento realizzato dall’architetto Luca Donzelli viene evidenziato un innovativo sistema di ante a pacchetto a scomparsa che, in base alle specifiche esigenze, trasforma la cucina in spazio home-office e viceversa.
Questo particolare sistema garantisce una perfetta dinamicità dello spazio garantendo le massime performance (funzionali ed illuminotecniche) in entrambe le configurazioni: cucina ed home-office, senza mai compromettere il lato estetico.
La configurazione è stata realizzata “su misura” da abili artigiani utilizzando ante laccate, inserti in legno e isola in travertino. Il tutto incorniciato da pareti, pavimento e soffitto in “color blocking” in microcemento per conferire maggiore tridimensionalità alle superfici.
Foto in apertura: Aperture mobili del marchio belga Portepivot