Tessuti per l’arredo: l’organico certificato come trend incontrastato (nella forma e nella sostanza)

La ricerca della naturalezza a trecentosessanta gradi, intesa come elemento fondamentale per il benessere personale e quindi come sinonimo di qualità della vita, guida oggi anche la produzione di tessuti per l’abitare: biancheria, rivestimenti, tendaggi, accessori per il bagno e per la cucina. Tutte superfici con cui entriamo quotidianamente in contatto, e che diventano veicolo di comfort e consapevolezza. Il settore tessile, sia su larga che su piccola scala, ha ormai adottato criteri rigorosi e imprescindibili, orientati alla sostenibilità: fibre naturali, tracciabilità lungo l’intero ciclo di vita e lavorazioni che uniscono estetica, etica e alta qualità progettuale.

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Tessuti per l'arredo l’organico certificato come trend incontrastato (nella forma e nella sostanza)Nel mondo dell’interior design contemporaneo, la scelta dei materiali è sì dettata dall’estetica e dalla funzionalità, ma anche (e talvolta soprattutto) dall’impatto ambientale e sulla salute che tali materiali hanno. In questo contesto si inserisce con forza crescente il ricorso ai tessuti per l’arredo organici, una tendenza che sta ridefinendo i parametri della progettazione sostenibile degli interni. Una scelta che accomuna sia piccole tessiture artigianali che le grandi firme dell’editoria tessile. Ma cosa si intende per tessuti “organici”? E quali sono i vantaggi reali per chi li sceglie?

Quali sono i tessuti per l’arredo organici

Nel settore tessile, il termine “tessuto organico” (o “biologico”) indica un materiale ottenuto da fibre naturali coltivate e trasformate seguendo le regole dell’agricoltura biologica. Questo significa che durante la produzione non vengono impiegati pesticidi sintetici, fertilizzanti chimici o organismi geneticamente modificati. L’obiettivo è quello di minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente e sulla società, favorendo pratiche sostenibili e rispettose della salute delle persone.

I tessuti organici sono quindi fibre naturali, la loro lavorazione avviene secondo processi certificati, che rispettano standard ambientali rigorosi. A differenza dei tessuti sintetici convenzionali, quelli organici garantiscono una maggiore traspirabilità, ipoallergenicità e biodegradabilità.

Tra quelli maggiormente comuni e utilizzati vi sono:

  • il cotone organico, versatile e molto diffuso, è impiegato soprattutto per tende, rivestimenti, cuscini e biancheria;
  • il lino biologico, molto resistente ed elegante è perfetto per la biancheria ed è indice di stile e raffinatezza;
  • la canapa, ha la caratteristica di essere resistente e quindi durevole, è antibatterica ed è sempre più apprezzata per rivestimenti e tappeti;
  • la lana organica, ottenuta da pecore allevate secondo criteri etici, è ottima per plaid, tappeti e imbottiture;
  • il bambù, rigenerativo per eccellenza, cresce rapidamente senza necessità di chimica, ed è usato in molteplici applicazioni tessili.
Quali sono i tessuti per l’arredo organici
MeatPacking è mosaico di tappeti dove ogni pezzo racconta una storia. Si trova nella lounge della reception del Gale Hotel & Residence di Miami, nella versione in canapa riciclata e, nell’area relax nella versione in cotone. MeatPacking si distingue per l’uso di tappeti di 30-50 anni recuperati, decolorati, ricolorati e riassemblati di G.T. Design

Il Gale Hotel & Residence di Miami, recentemente aperto, è un esempio all’avanguardia di design d’interni di lusso attento alla sostenibilità. Questo raffinato boutique hotel è frutto della collaborazione tra GFO e lo studio Arquitectonica, mentre l’interior design è stato curato da Urban Robot Associates, con l’obiettivo di ridefinire i canoni dell’ospitalità eco-friendly. Gli spazi comuni dell’hotel sono impreziositi da collezioni personalizzate di G.T.Design, realizzate sotto la direzione artistica di Deanna Comellini, fondatrice e direttrice creativa del brand. Le sue creazioni su misura mirano a evocare emozioni e a mettere in risalto la purezza e l’eleganza dei materiali naturali e sostenibili.

Quali sono i tessuti per l’arredo organici
Realizzate in lana 100%, le coperte decorative di J.J. Textile sono reversibili e progettate in una gamma di colori e motivi. I prodotti tessili sono realizzati con l’utilizzo di lana merino riciclata e lana pura, impiegando una precisa tecnica di spazzolatura che rende la texture morbida

 

Le certificazioni: garanzia di qualità e trasparenza

Quando si parla di sostenibilità, non ci si può affidare solo alle etichette green. È fondamentale verificare la presenza di certificazioni riconosciute, che attestino l’autenticità e la qualità del tessuto organico. Le più rilevanti nel settore dell’arredo sono:

  • GOTS (Global Organic Textile Standard), la più autorevole certificazione per i tessuti biologici, garantisce l’intero ciclo produttivo, dalla coltivazione alla tintura.
  • OEKO-TEX® Standard 100, non certifica la provenienza biologica, ma assicura l’assenza di sostanze nocive per la salute.
  • Cradle to Cradle Certified®, valuta la sostenibilità dell’intero ciclo di vita del prodotto, con attenzione anche al riuso e al riciclo.
  • Fair Trade Textile Standard, garantisce condizioni di lavoro etiche e giuste lungo tutta la filiera.
Le certificazioni: garanzia di qualità e trasparenza
La collezione di tappeti Parola, di Carpet Edition, è realizzata in canapa con lavorazione manuale. Si compone di tre modelli, Amore, Breath ed Eterno, concepiti come pezzi unici e numerati dal duo creativo Di Virgilio Veneziano e dipinta a mano dall’architetto, artista e designer Gianni Veneziano. Queste tre parole rappresentano un messaggio per il futuro, con un significato etico che viene rafforzato dalla scelta del materiale: questa fibra di origine naturale cresce in tempi brevi e necessita di poca acqua, rendendola una scelta ecologica e sostenibile. La canapa è nota per la sua robustezza e lunga durata, offre un buon isolamento termico sia contro il caldo estivo che contro il freddo invernale, e si distingue per il suo aspetto rustico e autentico, capace di adattarsi a diversi stili.

 

A proposito di tracciabilità

Di recente GOTS, ESA, l’Agenzia Spaziale Europea e Marple, l’azienda tech, hanno lanciano un progetto innovativo e pioneristico per monitorare il cotone biologico via satellite, ovvero per distinguere, tramite intelligenza artificiale e immagini satellitari, i campi di cotone biologico da quelli convenzionali in India. Gli obiettivi sono quelli di rafforzare la certificazione del cotone biologico, prevenendo le frodi; stimare le rese produttive in modo più realistico e identificare anche i campi non ancora certificati ma idonei alla conversione al biologico.

Il progetto si basa sul software CoCuRA, già testato con successo in Uzbekistan nel 2021, che ha evidenziato una precisione del 98% nel distinguere tra cotone biologico e non. I dati raccolti includono: localizzazione GPS dei campi, tipo di coltivazione (biologica, convenzionale, OGM), tipo di coltura e metodo di irrigazione. Grazie a questo sistema, GOTS può migliorare i controlli e favorire l’ingresso di piccoli agricoltori nella filiera biologica, rispondendo alla crescente domanda di cotone sostenibile.

A proposito di tracciabilità
La certificazione internazionale GOTS (Global Organic Textile Standard), è la più accreditata nel settore del tessile per arredo organico

Two Sisters Ecotextiles: le guerriere dell’ecologia di Seattle

Patty e Leigh Anne Grossman del marchio statunitense Two Sisters Ecotextiles (di Seattle), hanno un’idea ben precisa dei criteri minimi di qualità di cui una certificazione ecologica deve farsi garante. Hanno fondato la loro attività oltre venti anni fa proprio spinte dal desiderio di mettere sul mercato un prodotto tessile integralmente ecologico, così difficile all’epoca da reperire.

Premiate fin dall’esordio, a Decorex nel 2007 con il “Best Merchandise” dalla rivista House & Garden, le imprenditrici e creative sono state definite “Eco-Warriors” dal quotidiano londinese The Guardian e nel 2008, i loro tessuti sono stati nominati tra i 10 migliori prodotti ecologici da Environmental Building News e GreenSpec, noti attestati nel settore dell’edilizia sostenibile.

“L’industria tessile è tra le più inquinanti al mondo, subito dopo l’agricoltura. Consuma enormi quantità di acqua, sostanze chimiche ed energia, e ha un impatto ambientale devastante, in particolare sull’inquinamento idrico”, spiegano Patty e Leigh Anne Grossman “Molti tessuti, come il cotone convenzionale, contengono fino al 25% di residui chimici, alcuni dei quali tossici. Lo standard GOTS limita o vieta migliaia di queste sostanze, inclusi i PFAs, un gruppo di composti altamente inquinanti e persistenti. Anche se nessuna certificazione affronta direttamente l’impronta di carbonio, i tessuti GOTS risultano essere tra i meno energivori, persino rispetto a quelli prodotti localmente in USA, nonostante il trasporto marittimo dall’Asia. Anche Oeko-Tex, in particolare Standard 100 e Made in Green, sono garanzia di qualità, tuttavia, presentano due limiti: tollerano tracce di pesticidi ed erbicidi, contrariamente a quanto previsto dalla Convenzione di Stoccolma che vieta molte sostanze pericolose e certificano anche fibre sintetiche, come il poliestere, che non sono biodegradabili. Queste rilasciano microplastiche e nanoparticelle, ormai presenti ovunque, dall’acqua piovana al nostro organismo. Le ricerche recenti confermano che anche molti polimeri sintetici non sono affatto inerti, ma potenzialmente dannosi per la salute e l’ambiente”.

Two Sisters Ecotextiles: le guerriere dell’ecologia di Siattle
I tessuti della collezione Two Sisters Ecotextiles non contengono residui chimici pericolosi. Bainbridge è un lino morbido, di alta qualità, con una sofisticata tessitura a giro inglese semi-trasparente. Le fibre sono molto lunghe.

 

Il caso italiano di Slow Fiber e la filiera a Km 0

L’Opificio, azienda torinese specializzata in tessuti per l’arredamento, alla fine del 2022 si è unita a Slow Food e ad altre realtà del settore per fondare Slow Fiber, un progetto nato per promuovere la sostenibilità nella filiera tessile. Fin dalla sua nascita, l’azienda ha puntato su produzioni responsabili, materiali naturali e processi privi di sostanze tossiche come la formaldeide.

Slow Fiber è stato presentato nel 2022 al Salone del Gusto – Terra Madre e intende diffondere una nuova cultura del vestire e dell’abitare, consapevole dell’impatto ambientale e sociale dei prodotti tessili. L’Opificio si impegna a produrre localmente, riducendo sprechi, emissioni e consumi grazie a una filiera interna a km 0. L’azienda valorizza inoltre i lavoratori, con attenzione a formazione, benessere e pari opportunità di genere. I suoi prodotti di lusso si distinguono per qualità, durata e rispetto ambientale, in contrasto con la produzione di massa e il consumo rapido.

Il caso italiano di Slow Fiber e la filiera a Km 0
L’Opificio ha pubblicato sulla sua pagina web il Bilancio di Sostenibilità, all’interno del quale si descrive la politica aziendale incentrata sul rispetto per l’ambiente, si indicano le materie prime utilizzate (cotone, lana, seta, lino, viscosa), le iniziative promosse in questa direzione, come Slow Fiber, il consumo energetico consapevole e si dichiara, al contempo, con trasparenza, la presenza, seppur minima, di fibre sintetiche per la realizzazione di alcuni prodotti.

 

L’indispensabile rete tra gli operatori del settore

L’adozione dei tessuti organici in architettura d’interni non è più una nicchia, ma una necessità crescente, spinta anche dalle normative europee e dalla crescente attenzione del consumatore. Tuttavia, il settore affronta ancora sfide di costo, reperibilità e formazione, specie nei mercati meno maturi. Per questo, la collaborazione tra designer, architetti, produttori e distributori si rivela fondamentale per rendere questi materiali sempre più accessibili e integrati nei processi progettuali.

Design e sostenibilità: un binomio solido anche nel tessile per arredo

Le fibre naturali sono sempre più di ispirazione per designer e progettisti che amano fare scelte etiche, conoscono l’importanza dei dettagli nella costruzione di spazi confortevoli e salutari e prediligono i materiali organici, anche per creare continuità tra abitare e ambiente esterno. I progetti e le sinergie artistiche sono molteplici, a partire dalla collaborazione di Studio Formafantasma con Rubelli (di cui detiene la direzione artistica dal 2023) che quest’anno ha dato vita alla nuova linea di tessuti Kieffer, Untitled II.

Formafantasma per Rubelli: la concezione organica è total home

Studio Formafantasma, noto per l’approccio sperimentale e sostenibile, ha recentemente firmato una linea di arredi tessili in lana organica non trattata, pensata per spazi museali e residenziali. La collezione impiega tinture naturali ottenute attraverso processi di ossidazione e utilizza materiali sostenibili come lana, juta e cotone riciclato. Si amplia inoltre con l’introduzione di nuovi progetti, tra cui il velluto di canapa, jacquard in rafia e ciniglia in rafia, texture armoniose e tonalità intense ispirate alla terra per tende.

Formafantasma per Rubelli: la concezione organica è total home
Dominique Kieffer è la società francese acquisita dal marchio Rubelli nel 2001 e propone uno stile sobrio e raffinato, incentrato sul tema delle textures naturali

 

Eleganza e sostenibilità

All’ultima edizione di Proposte, la fiera di Cernobbio dedicata al tessile per arredamento, Clerici ha presentato la collezione 2026 di Luna Home, incentrata soprattutto sullo chiné, una raffinata tecnica tessile di origine francese, nata nel XVIII secolo, che prevede la tintura dei fili di ordito prima della tessitura. Il risultato è un effetto sfumato e pittorico, simile ad un acquerello, perfetto per arredi eleganti e senza tempo.

Oggi questa tecnica è riscoperta nel design d’interni per conferire un tocco artistico e sofisticato a tendaggi, tappezzerie e cuscini. Il marchio è sponsor del Venice Sustainable Fashion Forum, un evento della filiera moda e tessile che fa incontrare produttori e istituzioni e che riflette sull’impatto e le modalità della transizione sostenibile. Nell’ultima edizione, ottobre 2024 si è discusso delle strategie per una consapevole e trasparente responsabilità delle imprese nella supply chain (dal fornitore alla vendita finale).

Eleganza e sostenibilità
La linea Luna Home 2026 di Clerici, presentata a Cernobbio lo scorso autunno e dedicata alla tecnica dello chiné.

 

Eleganza e sostenibilità
Velvet Stretch è uno dei più recenti progetti di Fischbacher 1819, velluto di lana 100% con base elastica che si adatta ai volumi curvi di poltrone e divani di design

 

Interior – Narrazioni tessili in una villa a Forte dei Marmi

La riflessione sui tessuti è stata alla base di un interior firmato dallo Studio Pellizzari per una villa anni ’60 a Forte dei Marmi, immersa nel verde vicino al mare. Già ristrutturata in passato e appartenuta a un noto imprenditore della pelletteria, è stata reinterpretata dallo studio bresciano secondo una visione condivisa con i nuovi proprietari.

E la scelta dei tessuti è stata determinante, come spiega Claudia Pelizzari, Founder & Concept Director di Pelizzari Studio: “Come è nostra prassi, prediligiamo tessuti naturali, come i lini o i cotoni. Spesso i lini provengono da coltivazioni biologiche lituane o da aziende belghe che danno loro dei trattamenti “froissé”, che li rendono vissuti, e li colorano con tinture naturali, acquistando quell’aspetto polveroso, mai squillante. Sono queste le scelte adottate, soprattutto per i rivestimenti che riguardano le camere, o in particolare la coppia di poltrone ‘60 nel living. Anche le tende sono in lino naturale lituano. Per il divano, invece, è stato adottato un tessuto bianco di Dedar”.

Le facciate alternano verande e pannelli frangisole in listelli di teak, proteggendo gli interni dalla luce intensa dell’estate. Anche all’interno domina la pulizia stilistica: spazi ampi, arredi essenziali e tonalità neutre creano un legame continuo con l’ambiente marino. Il soggiorno accoglie con un ampio divano, una celebre poltrona Eames e pezzi su misura, come tavolini in ferro e travertino e mobili in teak, accostati a poltrone vintage su un tappeto berbero.

Interior – Narrazioni tessili in una villa a Forte dei Marmi
Un interior firmato dallo Studio Pellizzari per una villa anni ’60 a Forte dei Marmi. Photo Credit: Giorgio Baroni

 

FAQ Tessuti per l’abitare

La ricerca della naturalezza, considerata oggi un valore imprescindibile per il benessere personale e dunque sinonimo di qualità della vita, orienta sempre più la produzione di tessuti per l’abitare. In questo contesto emergono online alcune delle domande più frequenti, a cui molti utenti cercano risposte per approfondire il tema.

Che cosa significa tessile per arredo organico e sostenibile?

Il tessile per arredo organico e sostenibile è realizzato con materiali naturali, privi di sostanze chimiche nocive, e prodotti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Include tessuti come cotone biologico, lino, canapa e lana certificata, pensati per ridurre l’impatto ambientale e garantire la salubrità degli spazi abitativi.

Quali sono i vantaggi del tessile sostenibile nell’arredamento?

Scegliere tessuti sostenibili per la casa comporta numerosi vantaggi: miglior qualità dell’aria interna, durata maggiore dei materiali, minore impatto ambientale e supporto a filiere etiche. Inoltre, conferisce un’estetica naturale e accogliente agli ambienti, seguendo i principi del design consapevole.

Quali materiali naturali vengono usati nel tessile d’arredo ecologico?

I materiali più utilizzati sono il cotone biologico, il lino, la canapa, il bambù, la lana certificata e in alcuni casi anche fibre riciclate. Sono tessuti traspiranti, anallergici e biodegradabili, ideali per tende, cuscini, rivestimenti e biancheria per la casa.

Come riconoscere un tessuto per arredo davvero sostenibile?

Per riconoscere un tessuto sostenibile, è importante verificare la presenza di certificazioni affidabili come GOTS (Global Organic Textile Standard), OEKO-TEX, Fair Trade o Cradle to Cradle. Queste garantiscono l’origine biologica, l’assenza di sostanze nocive e pratiche produttive etiche.

Come integrare il tessile sostenibile nel design d’interni?

Basta partire da piccoli elementi come cuscini, copridivani, tende o tappeti in fibre naturali. Il tessile può diventare un protagonista del design sostenibile, abbinando estetica, comfort e responsabilità ambientale. Un interior designer può aiutare a scegliere texture e colori in armonia con l’ambiente domestico.

Foto in apertura: La collezione di tappeti Parola di Carpet Edition. 




Articolo realizzato in collaborazione con...



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