Oltre 2 su 3 italiani abitano in condominio. Ma quando un edificio è un condominio? La definizione è precisa e ci viene in aiuto il Decreto Legislativo 104/14: “È definito condominio ogni edificio con almeno due unità abitative distinte di proprietari esclusivi comproprietari delle parti comuni”.
Ma quando un edificio è un condominio?
Facendo riferimento al Decreto menzionato sopra, sono due quindi i requisiti necessari affinché un edificio sia classificato come condominio:
- la presenza di almeno due unità immobiliari distinte;
- l’esistenza di parti comuni condivise tra i proprietari.
Questa situazione si verifica frequentemente e con facilità. Ad esempio, una bifamiliare, due proprietari, potrebbe rientrare nella casistica anche solo con cancello pedonale/carraio in comune e un tratto, anche limitato, di percorso pedonale per l’accesso alle unità immobiliari esclusive.
Quando i proprietari esclusivi sono due si parla di condominio minimo e non necessita di passaggi formali per la costituzione, ma si configura automaticamente nella categoria. Attenzione, non è un condominio un edificio composto da più unità immobiliari tutte del medesimo intestatario, fossero anche più soggetti in comproprietà.
Per esempio, palazzina con due o più unità immobiliari di proprietà tutte di una coppia, non è condominio. Palazzina con due o più unità immobiliari di cui una di proprietà di un soggetto e l’altra o le altre di proprietà dello stesso soggetto in comproprietà, si configura come condominio.
Le parti comuni possono essere spazi, scale, giardino, posti auto, cortile o servizi, impianto riscaldamento e/o raffrescamento, ascensore, cancelli. Questo è un mondo ampio e colmo di dubbi.
#ilcondominiochevorrei di Paola Triaca in collaborazione con CasaOggiDomani
Paola Triaca in collaborazione con CasaOggiDomani ci accompagna in un viaggio rispondendo a tutti i quesiti. Potete scrivere a info@ilcondominiochevorrei.com, in forma anonima troverete le risposte nei prossimi approfondimenti.
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