Molti dispositivi elettrici continuano a consumare energia anche quando sembrano spenti o sono in modalità “standby”. Per contrastare questo spreco, già dal 2008 l’Unione Europea ha introdotto norme specifiche sull’efficienza energetica, che riguardano circa 800 milioni di prodotti venduti ogni anno. Ma dopo oltre dieci anni dall’ultimo aggiornamento, la Commissione Europea ha finalmente fissato nel 9 maggio 2025 l’attuazione del nuovo regolamento sui nuovi standard dell’UE sul consumo di energia in standby.
Quanto si spreca attualmente
Se considerato singolarmente, il consumo energetico in modalità standby di un dispositivo può sembrare trascurabile – spesso inferiore a 1 kWh al mese. Tuttavia, il quadro cambia drasticamente se si guarda all’insieme: con milioni di dispositivi in uso quotidianamente, la potenza consumata in standby rappresenta una quota significativa dell’elettricità utilizzata nelle abitazioni e negli uffici. Secondo le stime, può arrivare a incidere fino al 10% sul consumo totale di energia elettrica nei Paesi sviluppati. Un impatto che si traduce in bollette più care per i consumatori e in maggiori emissioni di CO₂, con conseguenze dannose per l’ambiente.
Standby: le nuove regole
Le normative attuali fissano il consumo massimo in standby a 1 watt per dispositivo. Ma a partire dal 2025, entreranno in vigore limiti più stringenti: i dispositivi dovranno consumare al massimo 0,5 watt in modalità standby o da spenti. Dal 2027, questo valore sarà ulteriormente abbassato a 0,3 watt. Un’eccezione riguarda i dispositivi con display attivi durante lo standby, per i quali il limite resterà di 0,8 watt.
Le nuove regole riguardano anche i dispositivi che restano connessi a internet o alla rete locale anche quando non sono utilizzati – è la cosiddetta modalità “standby in rete”. Attualmente, questi apparecchi possono consumare tra 3 e 12 watt a seconda della tipologia. Con le nuove norme del 2025, i limiti saranno ridotti tra i 2 e gli 8 watt, incentivando lo sviluppo di soluzioni di rete più efficienti dal punto di vista energetico.
Le modifiche recenti tengono conto dei progressi tecnologici degli ultimi anni, come i prodotti che utilizzano alimentatori esterni a bassa tensione, tipo router Wi-Fi e altoparlanti wireless. Per la prima volta, i limiti si applicano anche a mobili ed elementi costruttivi motorizzati (ad esempio, scrivanie, tende e persiane motorizzate), in quanto tali prodotti vengono venduti in volumi crescenti nell’Ue.
Quanto si risparmia con le nuove regole
Considerando l’enorme numero di dispositivi elettronici che restano accesi in modalità standby per gran parte del tempo – se non per tutto – l’introduzione di soglie più basse per il consumo in questa modalità avrà un impatto significativo sulla riduzione complessiva del fabbisogno energetico in tutta l’Unione Europea.
Secondo le stime della Commissione, i nuovi limiti più rigorosi previsti dal regolamento del 2025 permetteranno di tagliare il consumo energetico di circa 32,5 terawattora (TWh) all’anno entro il 2030. Un risparmio che si tradurrà in benefici concreti per i cittadini europei, con una riduzione complessiva delle bollette pari a circa 7 miliardi di euro all’anno e una diminuzione delle emissioni di CO₂ di circa 4,6 milioni di tonnellate annue.
Gli elettrodomestici che consumano di più
La cosiddetta modalità standby non azzera l’assorbimento elettrico: lo riduce rispetto al funzionamento attivo, ma non lo elimina del tutto. Un esempio emblematico è quello del televisore. Quando lo spegniamo con il telecomando, lo schermo si disattiva, ma alcuni componenti interni restano operativi, continuando a richiedere energia. Lo stesso vale per molti altri dispositivi presenti nelle nostre case.
Naturalmente, non tutti consumano allo stesso modo: tra i dispositivi che assorbono più energia in standby ci sono, ad esempio, i condizionatori d’aria, che possono arrivare fino a 80 watt/ora, seguiti dai forni a microonde (fino a 27 W/h), dai computer (10-15 W/h) e dalle macchine del caffè (8-15 W/h). Anche decoder, stampanti, caricabatterie e televisori consumano, seppur in misura minore, quando non sono in uso. E non vanno dimenticati gli elettrodomestici più ingombranti come lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici, che continuano ad assorbire corrente se lasciati collegati e con lo sportello aperto.
Come ridurre il consumo degli elettrodomestici in standby
In attesa che i nuovi elettrodomestici progettati per consumare meno energia da spenti diventino la norma, possiamo già adottare alcune strategie semplici ma efficaci per ridurre gli sprechi legati alla modalità standby e alleggerire le nostre bollette.
Un primo accorgimento utile è quello di scollegare i dispositivi dalla presa di corrente quando non li utilizziamo, invece di limitarci a spegnerli con il telecomando. Anche se sembrano spenti, continuano infatti ad assorbire energia. Un’alternativa pratica è l’uso di ciabatte multipresa con interruttore, che permettono di disattivare più apparecchi insieme con un solo gesto.
Quando si acquistano nuovi elettrodomestici, è bene prestare attenzione ai consumi in standby indicati sull’etichetta energetica e preferire modelli progettati per essere più efficienti, senza rinunciare alle prestazioni. Esistono inoltre dei dispositivi chiamati “standby stop”, che interrompono automaticamente l’alimentazione degli apparecchi spenti tramite telecomando, evitando sprechi invisibili ma costanti.
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FAQ Elettrodomestici in standby
Dopo oltre dieci anni, la Commissione Europea ha fissato al 9 maggio 2025 l’entrata in vigore dei nuovi standard sul consumo in standby, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e i costi per i consumatori. Ecco le domande più cercate online sul tema.
Cosa si intende esattamente per “consumo in standby”?
Il consumo in standby è l’energia elettrica che un dispositivo continua ad assorbire anche quando sembra spento, ad esempio dopo aver premuto il tasto del telecomando. Anche se il consumo è minimo per singolo apparecchio, moltiplicato per milioni di dispositivi, ha un impatto significativo sulla bolletta e sull’ambiente.
Quando entreranno in vigore i nuovi limiti europei per il consumo in standby?
I nuovi standard europei sull’efficienza energetica in modalità standby saranno applicabili a partire dal 9 maggio 2025. Da quella data, i dispositivi elettronici immessi sul mercato dovranno rispettare limiti più severi di consumo, fissati a massimo 0,5 watt in standby. È previsto un ulteriore abbassamento a 0,3 watt dal 2027. Le nuove regole mirano a ridurre lo spreco di energia e a favorire tecnologie più efficienti.
Quali dispositivi saranno coinvolti dalle nuove regole?
Il nuovo regolamento interesserà un ampio ventaglio di dispositivi elettrici ed elettronici, compresi quelli che rimangono collegati a internet anche quando non sono in uso. Si va dai router Wi-Fi agli altoparlanti wireless, dai televisori ai computer, fino ai mobili e agli elementi motorizzati come tende, persiane e scrivanie elettriche. Anche dispositivi con alimentatori esterni e i prodotti smart per la casa rientreranno nei nuovi limiti di consumo.
Quanto si potrà risparmiare in bolletta grazie a queste misure?
L’introduzione dei nuovi limiti permetterà di risparmiare complessivamente 32,5 terawattora (TWh) all’anno entro il 2030, l’equivalente del consumo elettrico annuale di alcuni Paesi europei di piccole dimensioni. Questo si tradurrà in un risparmio economico stimato in circa 7 miliardi di euro all’anno per le famiglie e le imprese, oltre a una riduzione di 4,6 milioni di tonnellate di CO₂ emesse ogni anno.
Come posso ridurre subito il consumo in standby a casa mia?
É una buona pratica scollegare dalla presa i dispositivi che non si usano frequentemente, anziché spegnerli solo con il telecomando. Un’altra soluzione efficace è utilizzare ciabatte multipresa con interruttore, che consentono di spegnere più apparecchi con un solo gesto. In commercio esistono anche dispositivi “standby stop”, che interrompono automaticamente l’alimentazione quando rilevano che un apparecchio è inattivo. Inoltre, al momento dell’acquisto di nuovi elettrodomestici, è consigliabile controllare il consumo in standby riportato sull’etichetta energetica.
Fonti
www.energy.ec.europa.eu
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