Riscaldamento a biomassa: incentivi e detrazioni in vigore

L’efficientamento energetico passa anche dalla tipologia di caldaia e di riscaldamento utilizzati. Per quelli alimentati a biomassa (anche a pellet) si può usufruire del bonus casa e del conto termico. Come e importi in questa guida.

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Riscaldamento a biomassa: incentivi e detrazioni in vigore

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Negli ultimi anni si è visto un aumento esponenziale delle persone che hanno scelto sistemi di riscaldamento con caldaie e stufe alimentate a biomassa da installare nelle loro abitazioni. Il motivo è presto detto: da una parte l’aumento del prezzo dei combustibili fossili, dall’altro la crescita del senso di consapevolezza verso un’esistenza più “green”.

Per incentivare la sostituzione dei vecchi sistemi con soluzioni più evolute ad alta efficienza, l’Agenzia delle Entrate ha confermato, fino a dicembre 2024, importanti agevolazioni. Chi acquista stufe, caldaie ed esegue lavori di efficientamento energetico – alle condizioni che vedremo – può usufruire del bonus casa, dell’Ecobonus al 50% e del Conto termico se i nuovi impianti sono alimentati:

    • ● a condensazione;
      ● a biomassa (materiali organici di origine animale o vegetale);
      ● a pompe di calore.

Come funziona il riscaldamento a biomassa?

Le vecchie caldaie a gas, metano e Gpl stanno lasciando gradualmente il posto agli impianti alimentati con materiali organici (di origine animale o vegetale) che permettono sia di riscaldare la temperatura interna (analogamente ai termosifoni) sia di produrre acqua calda da utilizzare in cucina o per la doccia. Il loro funzionamento è paragonabile in tutto e per tutto a quello delle caldaie tradizionali, se non fosse per il materiale usato per la combustione: la biomassa. Con questo termine si intende legno, residui di lavorazione agricola, cippato e altri materiali organici al 100% naturali e sostenibili.

La modalità per riscaldare usando questi materiali naturali è un valido alleato dell’efficienza energetico domestico, insieme all’isolamento termico del cappotto e degli infissi e, per questa ragione, rientra nell’alveo delle spese detraibili. L’incentivo più vantaggioso previsto dall’Agenzia delle Entrate è il Conto termico, grazie al quale è possibile sostituire le caldaie obsolete fino all’importo massimo di 5.000 euro in un’unica soluzione o superiore in più tranche.

Quanto costa una caldaia a biomassa?

Per passare all’energia a biomassa la prima cosa da fare è acquistare una nuova caldaia. Sul mercato ne esistono di moltissime tipologie e fasce di prezzo; tuttavia per acquistare un prodotto di qualità il costo minimo si aggira sui 4.500-5.000 euro; quelle alimentate a pellet, generalmente, hanno un costo inferiore di circa 2.000-3.000 euro
A questa spesa si devono poi aggiungere il trasporto, il montaggio e la manutenzione. Inutile negare che rispetto alle caldaie tradizionali abbia un prezzo superiore, si tratta però di un investimento a lungo termine perché:

    • ● ad oggi sono previsti importanti sgravi fiscali (Irpef fino al 50%);
      ● nel medio lungo termine il risparmio energetico è notevole.

Detrazioni e incentivi

Con l’approvazione dell’articolo 1, comma 37, lettera b, della Legge di Bilancio 2022, l’Agenzia delle Entrate ha confermato e prorogato le detrazioni in essere fino al 31 dicembre 2024. In particolare, per quanto riguarda il risarcimento a biomassa/pellet, il contribuente (che sia un privato o una Pubblica amministrazione) può godere del:

    • ● bonus casa 50%;
      ● Ecobonus 50%.

Le condizioni da rispettare per richiedere la detrazione sono:

    • ● la sostituzione di una caldaia a gasolio, carbone, olio combustibile con una con generatori a biomassa con bonus emissioni Ce pari a 1,5;
      ● per le aziende agricole e forestali la nuova installazione di generatori a biomassa.

Il Conto termico: come funziona e come richiederlo

Il Conto termico: come funziona e come richiederlo

Il Conto termico è un’importante agevolazione prevista dallo Stato che permette di detrarre il 65% della spesa relativa all’acquisto/sostituzione di strumenti alimentati ad energia rinnovabile. Tra queste rientrano le caldaie a biomassa, pellet e altri materiali organici. Può essere richiesto sia dai privati cittadini che da diramazioni pubbliche su edifici privati o fabbricati. Per usufruirne, i nuovi impianti per riscaldare devono ridurre il fabbisogno energetico giornaliero. Sono altresì inclusi nel Conto termico:

    • ● il miglioramento dell’isolamento termico dell’edificio;
      ● l’installazione di pannelli solari;
      ● la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

I passaggi da seguire per richiedere il Conto termico

L’incentivo, di norma, viene erogato in un’unica soluzione dal GSE (gestore Servizi Energetici) ente al quale il richiedente deve presentare una domanda online. Sul sito “Portaltermico”, dove perfezionare la richiesta, sono anche elencate le tipologie di caldaie ammesse al contributo. I passaggi da seguire per accedere al Conto termico sono questi:

    • ● inviare il modulo online debitamente compilato e firmato entro 60 giorni dalla fine dei lavori;
      ● conservare le fatture d’acquisto e tutta la documentazione inerente nei successivi 5 anni;
      ● utilizzare pellet certificato e a norma di legge, quindi di classe A1 o A2 secondo la norma ISO 17225-2.

Il contributo viene erogato in un’unica soluzione tramite bonifico bancario se di importo pari o inferiore ai 5.000 euro, se maggiore in 5 rate annuali di uguale importo.

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