Indice degli argomenti:
- Il percorso emozionale di Icon’s con l’artista
- Un evento inedito tra arte e design, con anche uno scopo benefico
- Chi è l’artista Paolo De Biasi
- Le opere di Paolo De Biasi per Art Back Home
Icon’s Design Milano è un’azienda di design nata nel 2016 con l’obiettivo di dare libero sfogo alla sua anima decorativa. In occasione del tanto atteso Salone del Mobile di Milano – in programma dal 7 al 12 giugno presso il polo fieristico di Rho-Fiera Milano -, l’azienda dà inizio al progetto Art Back Home, un percorso unico nel suo genere di incontro tra design e arte, in cui le opere dell’artista Paolo De Biasi, trovano trasposizione su pezzi di arredo unici ed esclusivi.
L’elemento innovativo di questa iniziativa sta proprio nella modalità con la quale vengono trasposti i quadri dei pittori sui due volumi previsti, una madia e una dispensa, dal momento che non si tratta di replicare con una stampa il quadro sul mobile, ma di un vero e proprio processo di collocazione, attraverso il quale l’opera trova una nuova chiave emozionale.
Il percorso emozionale di Icon’s con l’artista
Un equilibrio perfetto in cui il design si fonde con l’arte, al quale l’azienda è arrivata innescando un dialogo costante con l’artista, fondato su tre principi che hanno caratterizzato l’intera prima fase di questo percorso: ascolto, rispetto e curiosità.
In questo modo i due mondi, quello dell’arte e del design, si sono incontrati e attraverso il quadro da una parte e il mobile dall’altro hanno potuto andare oltre ai loro canonici spazi. Un approccio rivoluzionario, che tanto sorprende poiché ha permesso all’artista di portare le sue opere fuori dalle mostre e dalle gallerie e all’azienda di fuoriuscire dagli spazi fisici degli show-room d’arredo.
Ma il progetto Art Back Home va oltre, e si prefigge di portare nelle case delle persone un vero e proprio pezzo d’arte, rendendo accessibile attraverso i due volumi d’arredo, ciò che non sarebbe possibile per molti se dovessero acquistare l’opera effettiva di determinati artisti.
“È un percorso unico, intrinseco nel DNA stesso dell’azienda, che ha sempre avuto una sua naturale predisposizione per l’arte e alle emozioni che essa riesce a suscitarci. Siamo solo all’inizio di questo viaggio nelle emozioni, il cui obiettivo è quello di trasferire l’unicità di un’opera, attraverso la sua scomposizione, in un pezzo d’arredo altrettanto unico. Dopo la sensibilità di Paolo De Biasi, sarà la volta di Fulvia Mendini e Vanni Cuoghi, dopodiché chissà quali altre splendide collaborazioni si andranno a creare” Massimo Tognon, Amministratore Delegato di Icon’s Design Milano
Un evento inedito tra arte e design, con anche uno scopo benefico
Il progetto Art Back Home sarà presentato durante il Salone del Mobile di Milano con un evento speciale il prossimo 8 giugno alle ore 20:00 presso lo spazio Devina Nais | Icons Flag di Viale Piave 1, a Milano.
Nella serata, alla quale sarà presente lo stesso artista Paolo De Biasi e il curatore d’arte Ivan Quaroni, sarà svelata la seconda opera che è stata oggetto di trasposizione da parte di Icon’s Design Milano nei quaranta pezzi numerati tra madia e dispensa. L’evento avrà anche uno scopo benefico a sostegno dell’Associazione Save The Children attraverso donazioni volontarie che si potranno fare durante la serata e la messa all’asta della madia Special Edition “Tutt’altro ancora” Art Back Home. Un pezzo unico perché in modo eccezionale l’artista De Biasi apporterà, dipingendolo, un piccolo particolare nella madia.
Chi è l’artista Paolo De Biasi
Paolo De Biasi è un architetto e pittore capace di fondere il meglio delle due discipline. Allievo di Arduino Cantafora alla facoltà di Architettura dell’Università di Venezia, De Biasi interpreta l’arte come una pratica millenaria che indaga le relazioni tra il visibile e l’invisibile, tra la realtà delle immagini e l’astrazione delle idee. La sua è una pittura sensibile alla costruzione dello spazio e delle forme degli oggetti, che egli organizza come un personalissimo catalogo di riferimenti, una sorta di regesto di memorie e visioni.
L’elemento citazionistico dei suoi dipinti riguarda, infatti, i paradigmi fondanti dell’arte occidentale, inseriti in un linguaggio visivo che alterna lemmi classici e moderni, forme ricorrenti e inedite invenzioni. In particolar modo, De Biasi mescola il gusto costruttivo e ornamentale di architetti come Le Corbusier, Gio Ponti, Aldo Rossi e Gigiotti Zanini, con lo spirito “riordinato e classicheggiante” della pittura degli anni Venti, interpolando queste due fonti d’ispirazione con la grande tradizione italiana del Rinascimento e dei Primitivi toscani.
Le due tele che l’artista ha realizzato per Icon’s confermano e rafforzano il legame iconografico con la storia, orientando la produzione di una serie di mobili in edizione limitata verso un’eleganza e una compostezza formali di sapore metafisico.
Le opere di Paolo De Biasi per Art Back Home
… se non, per esempio (2022)
In questa opera si mescolano elementi fantastici e onirici che rinviano anche a segni e memorie dell’arte del passato, che l’artista riattualizza attraverso una grammatica visiva completamente calata nello zeigeist contemporaneo. Nostalgico, infatti, può essere soltanto chi abita il presente. L’opera è costruita come un proscenio, con fondo e quinta teatrali arrangiati a delimitare lo spazio in primo piano, una scatola prospettica che contiene resti e frammenti della statuaria classica come in certi bozzetti dell’architetto e urbanista Carlo Aymonino per la risistemazione della piazza del Campidoglio a Roma. I reperti archeologici sono, però, puramente segnaletici, da intendersi come lemmi che sopravvivono nell’esercizio compositivo della pittura contemporanea. Lo stesso vale per le citazioni dei Primitivi toscani, come, ad esempio, il profilo urbano sul fondo del quadro, che ricorda i blocchi squadrati degli edifici dipinti da Giotto o Simone Martini. Sono elementi riconoscibili, che persistono sotto forma di simulacri nel lessico della pittura odierna. Una pittura che, nel caso di Paolo De Biasi, appare dominata soprattutto dal rigore costruttivo e geometrico, forse un riflesso condizionato della sua professione di architetto.
Tutt’altro ancora (2022)
Il quadro mostra un surreale paesaggio metafisico, costellato di oggetti enigmatici. La scena è allestita come un set in cui l’artista proietta una pletora di immagini misteriose. La natura artificiale della rappresentazione è evidenziata dal fatto che, nell’angolo in basso a destra, compare la traccia visibile della quadrettatura, un sistema di riporto delle immagini usato dai pittori fin dall’antichità per trasferire i propri disegni su superfici di dimensioni maggiori. In questa sorta di proscenio teatrale, lo stile lineare dell’artista, sottolineato da un impianto cromatico ridotto a pochi essenziali colori, distribuisce una serie di indizi e simboli misteriosi, alcuni dei quali rimandano ad artisti e architetti del passato. La mano aperta è un elemento dai molteplici significati, quali l’amicizia, la generosità e la prosperità, mentre la figura circolare nera sostenuta da un piedistallo al centro del dipinto ricorda la serie dei “Soli spenti”, un tema sviluppato dal pittore Giorgio De Chirico, che allude alla dicotomia tra l’apollineo e il dionisiaco, cioè tra gli aspetti razionali e caotici dell’esistenza. Altri particolari, come l’occhio volante (e piangente), oppure le sfere e il cubo, rivelano la natura puramente cerebrale dell’immagine, che si può interpretare come una morfologia interiore, un paesaggio dell’anima.
Il progetto Art Back Home: quando il design incontra l’arte
3 Artisti, 6 Opere, 2 Pezzi d’arredo esclusivi