Herat De Nicola: la magia del vetro di Murano e l’illuminazione italiana degli anni ’50 e ’60

CasaOggiDomani incontra… Herat De Nicola, figura di spicco e profondo conoscitore del vetro artistico del ‘900 e dell’illuminazione italiana degli anni ’50 e ’60. Visitare la Galleria Modernariato De Nicola a Milano significa lasciarsi affascinare da una selezione unica di pezzi rari, tra modernariato e illuminazione vintage italiana. Un viaggio straordinario attraverso il meglio dell’arte e del design del nostro Paese.

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Intervista a Herat De Nicola: la magia del vetro di Murano e l’illuminazione italiana degli anni '50 e '60

Entrare nella galleria Modernariato De Nicola a Milano significa immergersi in un mondo di rarità, con una collezione di modernariato e illuminazione vintage italiana, che testimonia il meglio della nostra storia nel campo dell’arte e del design italiano. Abbiamo incontrato Herat De Nicola, tra i più autorevoli e stimati conoscitori di vetro artistico del ‘900 e illuminazione italiana degli anni ’50 e ’60.

Vetro di Murano e illuminazione artistica: a colloquio con Herat De Nicola

Herat, partiamo dall’inizio. Come nasce la sua passione per il vetro di Murano?

Provo a risponderti prendendola da lontano: per me parlare di “vetro” significa parlare di Luce e Colore, praticamente due delle più intense esperienze sensoriali che viviamo. Forse tutto è partito da piccolo quando collezionavo biglie da spiaggia e amavo mostrarle agli amici al mare. Quando il sole splende, la luce si riflette sulla superficie e anima il suo interno variopinto; certi prodotti, quando interagiscono con l’ambiente, generano straordinarie suggestioni, e il vetro è uno di questi.

Poi il passo per arrivare a Murano è stato breve perché crescendo ho scoperto di avere una forte attitudine tecnica. Mi interessa capire dove sta l’invenzione che permette di trasformare un’idea in realtà. Con questa prospettiva, diventa naturale voler entrare nelle officine, e Murano è stato il più grande laboratorio creativo del ‘900.

Il fascino del vetro di Murano

Cos’è che rende i vetri di Murano tanto speciali?

La lavorazione del vetro a Murano ha una storia di oltre sette secoli, con tecniche segrete tramandate di generazione in generazione. Ciò che rende unico il vetro di Murano è la combinazione di conoscenza tecnica, abilità e creatività che nel tempo ha permesso agli artigiani muranesi di trasformare il vetro in opere d’arte. Questo accadde perché la laguna veneziana era un luogo cosmopolita, un ponte tra Oriente e Occidente dove mercanti e artigiani da tutto il mondo si incontravano e influenzavano a vicenda.

Tecniche uniche e innovazione

L’ambiente culturale era diventato così fervido ed evoluto che ben presto la sfida non era più quella di produrre merci, bensì trasformare oggetti d’uso in capolavori desiderati dalle corti di tutta Europa. Le vetrerie Venini, Seguso, Salviati e Barovier & Toso svilupparono tecniche stupefacenti come il vetro soffiato e incamiciato, la filigrana, il lattimo, il pulegoso e il reticello, per non parlare poi delle tecniche fatte a freddo con la mola e gli acidi per lasciare sul vetro un suggestivo effetto corroso.

Il fascino del vetro di Murano
Herat De Nicola, gallerista di Modernariato De Nicola con mod.1093 di Gino Sarfatti per Arteluce, 1966

 

Il ruolo del design nel successo del vetro di Murano

Venendo al presente, che ruolo ha avuto il design nel successo del vetro di Murano?

La cultura del design a Murano si afferma proprio nel momento di passaggio da centro di artigianato tradizionale a realtà industriale più strutturata. Se prima i maestri vetrai erano riuniti in famiglie e corporazioni che si tramandavano tecniche per una produzione su piccola scala, con il XX secolo nasce la necessità di adeguarsi ai profondi cambiamenti sociali e tecnologici che fecero aumentare la domanda.

Design e innovazione: il contributo di Paolo Venini e Carlo Scarpa

In questo momento di passaggio, un giudizioso gruppo di imprenditori e aziende adoperò la “cultura del design” come strumento per arricchire di nuova identità il mondo del vetro artistico. A designer e architetti italiani del ‘900 venne chiesto di esplorare il potenziale di Murano, dando vita a un nuovo miracolo.

Pensiamo, ad esempio, alla figura di Paolo Venini, che pionieristicamente seppe avere una visione capace di tenere insieme ambizioni industriali e prospettiva culturale. Fu lui ad aprire le fornaci ad artisti come Bianconi, Martinuzzi, e Zecchin. Sempre grazie a lui, personalità come Carlo Scarpa inventarono tecniche come il vetro tessuto, spesso citato da Gio Ponti su Domus come sintesi assoluta di estetica e innovazione.

Il ruolo del design nel successo del vetro di Murano
Lampadario mod. 5299 di Tommaso Buzzi per Venini, 1933

 

L’evoluzione dell’illuminazione italiana negli anni ’50 e ’60

Parliamo ora di vetro e illuminazione degli anni ’50 e ’60

Con il passare del tempo, l’invenzione della lampadina perse di meraviglia, quindi paradossalmente l’attenzione passò dalla fonte di luce ai componenti necessari per mitigarla. È qui che inizia tutta una ricerca sulla diffusione e schermatura della luce, che ha portato alla creazione di paralumi in vetro soffiato o lastre di cristallo satinato, perfette per creare atmosfere soffuse ed eleganti.

L’eccellenza dei designer italiani: Venini, Fontana Arte e Arteluce

In pratica, ci si ingegna a esplorare sistemi a luce indiretta e regolabile, portando le strutture degli apparecchi a diventare il vero campo di sperimentazione. Quando osservi un lampadario Venini o una lampada Fontana Arte, ti accorgi che il valore aggiunto è nella qualità esecutiva della struttura. Designer e inventori come Gino Sarfatti, Max Ingrand e Pietro Chiesa non hanno solo interpretato aspettative formali, ma ci hanno educato alla perfezione tecnica: come assemblare nel modo migliore e con il minor numero di componenti?

L’intera produzione Arteluce, così come quelle di Stilnovo, Azucena o Arredoluce, potrebbe essere presa come esempio del buon costruire. Queste sono le aziende che hanno saputo raccontarci come è nato il Made in Italy! Per questo motivo, non è praticamente possibile parlare di illuminazione vintage italiana senza riconoscere il gusto inconfondibile, l’originalità e la creatività che sono poi qualità presenti nel nostro DNA.

L’evoluzione dell’illuminazione italiana negli anni '50 e '60
“VETRATA GROSSA” di Gio Ponti e Toni Zuccheri, Esecuzione Venini, 1964

 

Il valore del collezionismo oggi

Cosa significa essere un collezionista oggi?

Come ho cercato di spiegare, ogni pezzo di illuminazione italiana o vetro di Murano ha dietro un’incredibile storia da raccontare. Per me, collezionare significa tutelare questo patrimonio culturale e artistico. Questi oggetti non sono solo bellissimi, ma incarnano un sapere che dobbiamo voler difendere. Oramai, quando compro modernariato, è più per la volontà di preservare e tramandare questo straordinario patrimonio culturale.

Ha all’attivo collaborazioni con istituzioni culturali?

Acquisto design con la consapevolezza che è importante prestarlo a esposizioni temporanee come la Triennale, Le Stanze del Vetro, o altre istituzioni con le quali ho collaborato.

Però, da lombardo, dico sempre che il luogo più bello dove visitare il miglior design sono gli androni dei palazzi del ‘900 presenti a Milano, Brescia, Como e Varese, in cui spesso si nascondono vere rarità nate da maestri di stile ed eleganza come Ignazio Gardella, Luigi Caccia Dominioni e Franco Albini.

Un ultimo consiglio?

Scoprire la nostra collezione di vetri di Murano presente nella Galleria Modernariato De Nicola e lasciarsi affascinare dalle trasparenze e dai colori unici che solo Murano sa offrire. Oppure esplorare la nostra selezione di illuminazione vintage italiana per trovare pezzi unici che raccontano la storia del design del ‘900!

La galleria Modernariato De Nicola
La galleria Modernariato De Nicola a Milano

La galleria Modernariato De Nicola

Important Design è una galleria dedicata all’arte, al modernariato e al design, nata dalla profonda passione di Herat De Nicola per le arti decorative. Situata nel cuore del quartiere Monte Rosa a Milano, le sue tre luminose vetrine, immerse nell’ombra dei Liquidambar, sono diventate un luogo di riferimento e ritrovo per gli abitanti della zona.

Grazie alla sua naturale cordialità, Herat ha saputo creare una relazione di fiducia e stima con un pubblico sempre più ampio. Qui, non solo si acquistano oggetti carichi di storia e bellezza, ma si trovano anche consulenza e supporto per vendere pezzi legati alle proprie radici familiari.

L’avventura di Herat inizia quando era ancora bambino, ai margini dei mercati antiquari milanesi, dove allestiva improvvisati banchetti. In quell’ambiente, ha scoperto non solo una naturale inclinazione al commercio, ma anche il valore culturale profondo insito nella promozione di manufatti che uniscono estetica e funzionalità.

Negli anni ’80, periodo di grande fermento creativo a Milano, Herat ha iniziato a coltivare un’idea personale di collezionismo, sviluppando una sensibilità unica e innovativa nella selezione dei materiali, che ancora oggi distingue il suo lavoro. 





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