
Illuminare senza interferire: il ruolo della luce nei giardini contemporanei
In ambienti paesaggistici complessi e ricchi di biodiversità, come quelli del Radicepura, la progettazione della luce richiede una approfondita lettura del contesto. Le installazioni luminose devono essere funzionali, ma anche discrete, con un impatto visivo minimo durante il giorno e un effetto armonico nelle ore serali.
Luce&Light, azienda italiana specializzata in illuminazione architetturale LED per esterni, ha fornito apparecchi a elevata efficienza ottica, con ottiche dedicate, temperature colore calibrate e dispositivi di installazione flessibili. Tutto è stato pensato per sottolineare forme, percorsi e materiali, mantenendo la coerenza con l’identità progettuale di ciascun giardino.
I cinque progetti illuminati da Luce&Light.
Cinque giardini, cinque storie di luce
The Rambunctious Garden (Team neemaee – architetti Parita Jani e Urvish Bhatt)

Ispirato all’arte astratta, gioca con bollard di diverse altezze installati a differenti altezze, per variare l’intensità luminosa e accompagnare il visitatore attraverso una vegetazione fitta e colorata.
Mira (Architette Monica Torrisi e Giada Straci)

Concepito come un ecosistema di macchia mediterranea, il giardino presenta 18 specie autoctone resilienti. L’illuminazione combina i Pivot bianchi a ottica ampia, per le nicchie informative nella parete traforata, e i Pivot B in cor-ten per l’area retrostante, in perfetta mimetizzazione con l’ambiente vegetale. Alterna luce filtrata e discreta, con toni caldi per lasciare spazio al respiro della macchia.
Il Miracolo di Quasimodo (Architetti Carlo Federico e Franco Enrico Serra)

Il progetto è ispirato al contrasto tra vita e morte nella poesia di Quasimodo. La “zona vita” è illuminata con profili Rio RGBW incassati, impostati su toni caldi per esaltare la vegetazione viva. La “zona morte”, invece, è definita da tronchi secchi illuminati con Ginko 2.0 (ottica sharp, 4000K), montati a terra per generare effetti drammatici.
Echoes (Architetto paesaggista Claudio Bussei)

Un giardino narrativo, incentrato sulla memoria. I percorsi in cemento vulcanico e frammenti ceramici sono valorizzati da Ginko 3.0 e Reiko 1.0 con ottica a radenza, così come le aiuole, mentre gli alberi verticali diventano focus scenografici, usando proiettori a terreno.
Mette in scena la memoria con giochi di luce radente su cemento vulcanico e porcellana, mentre Giardino di Terra fonde architettura e natura, per valorizzare colonne in terra cruda e graminacee.
Giardino di Terra (Architetto Vincent Dumay e paesaggista Baptiste Wullschleger)

È un progetto, che fonde terra cruda e graminacee mediterranee. Le colonne architettoniche sono evidenziate da proiettori con ottica media a radenza, mentre i percorsi sono guidati da bollard, i tracciati interni.
Progettare la luce con competenza tecnica e rispetto ambientale
In ciascun giardino, la luce è stata studiata come componente attiva, ma non dominante. Le soluzioni fornite da Luce&Light dimostrano, come sia possibile integrare apparecchi ad alta tecnologia, in contesti sensibili dal punto di vista paesaggistico e culturale.
Ogni intervento è stato calibrato su tre principi fondamentali:
- Controllo dell’intensità e della direzionalità per evitare inquinamento luminoso.
- Coerenza estetica tra gli apparecchi e i materiali naturali circostanti.
- Efficienza energetica e affidabilità nel tempo, grazie a tecnologie LED di ultima generazione.
L’illuminazione al Radicepura Garden Festival 2025, rappresenta un caso concreto di progettazione illuminotecnica orientata alla sostenibilità ambientale e al rispetto del paesaggio. In ognuno dei cinque giardini, la luce non è un effetto, ma uno strumento progettuale, una dimostrazione che tecnologia e paesaggio, se messi in relazione correttamente, possono coesistere senza conflitti.
