La biomassa per il riscaldamento domestico: risponde Anna Maggi di Edilkamin

Nel moderno panorama dell’energia, dove la ricerca di soluzioni sostenibili ed efficienti è in costante aumento, il riscaldamento a biomassa si rivela una scelta che convince per differenti fattori. Rispondiamo alle  vostre domande con l’ingegner Anna Maggi di Edilkamin.

A cura di:

La biomassa per il riscaldamento domestico risponde Anna Maggi di Edilkamin

In un contesto energetico in cui sostenibilità ed efficienza giocano un ruolo sempre più centrale, il riscaldamento a biomassa emerge come una delle soluzioni più raccomandate. Da un lato, esso promette una minore impronta di carbonio rispetto ai combustibili fossili; dall’altro, offre un’alternativa più economica in termini di costi operativi.

In questo articolo, esamineremo le varie sfaccettature del riscaldamento a biomassa, focalizzandoci sulle normative vigenti in Italia, i consigli per un utilizzo efficiente, i costi di riscaldamento e le modalità di stoccaggio della legna, rispondendo alle vostre domande che ci sono arrivate in redazione e alle quali abbiamo chiesto di rispondere all’ingegner Anna Maggi di Edilkamin, una delle aziende leader nel settore.

Le biomasse per il riscaldamento domestico: risponde Anna Maggi di Edilkamin

Quali sono i consigli principali per garantire un utilizzo efficiente e sostenibile del riscaldamento a biomassa in casa, considerando anche la manutenzione necessaria?

Sicuramente chiedere l’installazione da parte di personale qualificato, dopo un accurato sopralluogo e uso di termostati per la regolazione dell’invio di calore alle stanze secondo le effettive necessità.

In caso di prodotto ad aria, è importante valutare il posizionamento della stufa, dell’inserto, del focolare o della termostufa, in prossimità dei luoghi da scaldare e sicuramente lontano da eventuali trombe di scale. Inoltre, si consiglia di scegliere opportunamente il percorso della canalizzazione e di utilizzare le sonde nel locale da scaldare.

Un altro aspetto da considerare è sicuramente la qualità del combustibile utilizzato. L’uso di legna o pellet certificati garantisce un rendimento ottimale del sistema, riduce l’emissione di particolato, contribuendo alla sostenibilità ambientale dell’intero impianto e consente, non da ultimo, di usufruire degli incentivi regionali per le detrazioni su questi prodotti.

Quali sono le normative che riguardano l’installazione e l’uso di sistemi di riscaldamento a biomassa per scopi domestici?

UNI 10683:2022 – Generatori di calore alimentati a legna o altri biocombustibili solidi – Verifica, installazione, controllo e manutenzione.

In questi ultimi due anni sono state pubblicate e riviste normative già esistenti, proprio specifiche per l’installazione di prodotti sotto i 35 kW, quindi per uso domestico, a biomassa legnosa. Il fatto che queste norme siano state riviste, potenziate e integrate e che prevedano addirittura verifiche sul campo è indice di un importante interesse del settore, da cui le richieste del mercato e l’ampia offerta da parte dei produttori.

La norma 10683, nata prima del 2000, nel 2022 si è evoluta in virtù dei progressi raggiunti dalle moderne tecnologie, ripresentandosi con una revisione decisa dal Comitato Termotecnico Italiano e dalle commissioni tecniche interne che ne fanno parte, costituite da esperti di settore, installatori, associazioni di categoria e produttori, tra cui aziende come Edilkamin.

UNI 10412-2:2009 – Impianti di riscaldamento ad acqua calda – Prescrizioni di sicurezza – Parte 2: Requisiti specifici per impianti con apparecchi per il riscaldamento di tipo domestico alimentati a combustibile solido con caldaia incorporata, con potenza del focolare complessiva non maggiore di 35 kW.

Una norma importante che specifica le parti di sicurezza dei termo-prodotti, quei prodotti sempre più richiesti che utilizzando combustibili a biomassa riscaldano l’acqua calda. Anche questa norma è in revisione a dimostrazione ancora una volta dell’interesse del mercato e del fatto che i sistemi di riscaldamento a biomassa rappresentano una valida alternativa ai sistemi di riscaldamento tradizionali.
Queste norme per l’installazione, inoltre, devono essere rispettate dagli installatori, professionisti abilitati ai sensi del dm 37/08 e aggiornati periodicamente attraverso corsi regionali per fonti energetiche rinnovabili.

Norme per verifica su campo (dove richiesto da normativa Regionale)
UNI 10389-2:2022 – Misurazioni in campo – Generatori di calore – Parte 2: Apparecchi alimentati a biocombustibile solido non polverizzato.

Le stesse commissioni hanno messo a disposizione delle regioni una metodologia e un protocollo per la misura delle prestazioni su campo attraverso la UNI 10389 -2:2022, a testimonianza che le normative sono driver di innovazione e garanzia di prestazioni sempre più efficienti e sicure.

Le biomasse per il riscaldamento domestico risponde Anna Maggi di Edilkamin
Una gestione sostenibile delle risorse forestali è fondamentale al fine di salvaguardare il nostro pianeta

Quanto costa riscaldare una casa di 100 mq con un sistema di riscaldamento a pellet?

Dipende dalle caratteristiche della casa, dalle modalità di utilizzo della stessa, delle condizioni di installazione (l’utilizzo, ad esempio, di una sonda nella canalizzazione e una corretta collocazione del prodotto aiuta sicuramente a risparmiare), dipende dalla temperatura che si vuole mantenere in casa e naturalmente dal prezzo del pellet. Siamo in un momento di transizione con continue oscillazioni dei costi di tutti i combustibili.

Sicuramente acquistare per tempo legna e pellet consente di governare le proprie spese senza andare incontro alle sorprese di oscillazione prezzo di quei combustibili che non possono essere stoccati.
Può, inoltre, essere utile chiedere un parere a un esperto, oppure utilizzare il calcolatore che consente di valutare e confrontare i costi in base al combustibile utilizzato. Edilkamin usa ad esempio questa tecnologia per calcolare il costo del pellet messa a punto da AIEL.

I costi della fornitura della biomassa certificata sono coperti da incentivi poiché consentono di ottenere un maggiore rendimento energetico.

Abitando in una palazzina di dodici famiglie con cantina privata di 13 mq non vicino ai garage, è possibile lo stoccaggio di un po’ di legna da ardere per uso stufa legna che ho in appartamento?

In locali non a rischio incendio, non ci sono prescrizioni. La stessa norma UNI 10683 ammette addirittura che nel locale di installazione dell’apparecchio è ammesso uno stoccaggio di combustibile solido per un volume massimo di 1,5 m3.

Oltre a rispettare la norma, è prudente consultare anche il regolamento condominiale e assicurarsi che lo spazio dedicato allo stoccaggio sia adeguatamente ventilato per prevenire problemi di umidità che potrebbero compromettere la qualità del combustibile.

Un approccio informato è fondamentale

Nell’adottare un sistema di riscaldamento a biomassa, come in ogni decisione che coinvolge investimenti significativi e impatti ambientali, un approccio informato è cruciale. La consultazione con professionisti del settore e l’aggiornamento continuo riferite alle tante tecnologie che oggi il mercato mette a disposizione possono fare la differenza nella realizzazione di un sistema efficiente, economico e sostenibile.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia




Articolo realizzato in collaborazione con...