Design e luce: il viaggio creativo di Brian Sironi

CasaOggiDomani incontra Brian Sironi, designer italiano che ha scelto la luce come principale strumento di espressione. In questa intervista, esploriamo il suo approccio alla progettazione luminosa e l’innovazione nel design, per scoprire la sua filosofia creativa e il modo in cui affronta nuovi progetti e sviluppa idee nel mondo del design contemporaneo.

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Design e luce il viaggio creativo di Brian Sironi

Da giornalista appassionata di design e di lighting, ho conosciuto Brian Sironi anni fa, aveva disegnato da poco Elica per Martinelli Luce, che lo portò a vincere Il Compasso d’Oro ADI, era il 2011. Vedere la sua evoluzione e la profondità del suo lavoro sulla luce è stata un’esperienza arricchente, che desidero condividere con i lettori di CasaOggiDomani.

La luce come linguaggio del design

Sironi è un designer contemporaneo, con uno sguardo sempre attento all’artigianalità, ai materiali, alle forme, con una forte capacità introspettiva, che sviluppa uno stile unico, tradizione e innovazione, puntando sempre a rendere la tecnologia dei suoi prodotti, più umana e accessibile.

Oltre alla sua passione per la luce, Sironi è profondamente interessato alla funzionalità degli oggetti e alla loro capacità di migliorare la vita delle persone. Il suo approccio al design si distingue per una continua ricerca di equilibrio tra estetica, praticità e la creazione di un forte legame emotivo tra l’oggetto e l’utente finale. In questa sua espressione, ha collaborato con importanti aziende del settore del design, come Antonio Lupi, cimentandosi nella progettazione di arredi e complementi d’arredo, oggetti molto caratterizzanti, che creano un’interazione tra l’uomo e lo spazio.

La luce come linguaggio del design
BIT, il primo termoarredo di Antoniolupi, è un monolite in alluminio riciclato al 100%, progettato da Brian Sironi. Grazie alla possibilità di personalizzarlo con la stessa verniciatura della parete o con colori a contrasto, si integra perfettamente in qualsiasi ambiente domestico. La sua superficie è caratterizzata da incisioni con lievi sporgenze in sequenza, conferendogli un aspetto di bassorilievo con una forte valenza plastica. BIT è ecosostenibile, accessoriabile per diverse funzionalità, e disponibile in vari moduli dimensionali o su misura, per rispondere a ogni esigenza. Foto: Brian Sironi

 

Tecnica, arte, design, luce: a colloquio con Brian Sironi

Ho rivolto a Brian alcune domande sui suoi progetti, in particolare sul suo rapporto con gli oggetti di luce. Ecco il racconto di questo incontro.

In che modo la tua formazione in design industriale e le collaborazioni con artigiani influenzano la tua visione artistica?

Con un immaginario caratterizzato dalla concretezza che si nutre di sfide volte a risolvere problemi di fattibilità, la mia formazione di industrial designer mi ha istruito sia sul “come” produrre un oggetto sia sull’identificare il “chi”, ovvero il destinatario finale. Credo, anzi sono certo, che il mio modo di lavorare sia un’ibridazione di questi due modi di operare e sentire.

Come si fondono tecnica e arte nel tuo processo creativo, specialmente nei progetti che coinvolgono la luce?

Il mio primo approccio con il design dell’illuminazione nel 2008 è avvenuto proprio grazie alla “nuova tecnologia” di quel momento, ovvero i LED. Mi sono proposto di progettare una lampada la cui produzione non potesse prescindere dall’utilizzo esclusivo di questa nuova tecnologia. Non dimentichiamo che tra le tante innovazioni che questa tecnologia ha portato c’è anche l’elettronica. Elettronica + internet = “internet of things”, IOT, un universo da esplorare che ha creato e creerà contesti e modi d’uso differenti rispetto al passato. La domanda che mi pongo costantemente è: come cambieranno? come dovrò adeguarmi? Dare risposte a questi quesiti è il compito di noi designer, che ci occupiamo di innovazione.

Come affronti la sfida di integrare tecnologie avanzate in oggetti di uso quotidiano, mantenendo al tempo stesso un design intuitivo e accessibile?

Da quando ho iniziato a progettare lampade ho voluto avere un approccio dinamico, per creare interazione tra utente e tecnologia. Credo che l’avvento delle tecnologie negli oggetti debba essere in qualche modo umanizzato. Se prendiamo ad esempio il sensore touch per l’accensione di alcune lampade, trovo che sia molto “elettronico” e artificioso, poco naturale e umano.

Per ovviare a questa deriva, nel progetto di Elica, la lampada da tavolo che ho disegnato per Martinelli Luce, ho previsto che l’accensione della lampada (che avviene ruotando il braccio della lampada) avesse anche un feedback sonoro, tipico dei classici interruttori che solitamente si trovano sul filo della lampada o banalmente di quelli a parete, insomma, il proposito era di ricreare un “click” familiare.

Come affronti la sfida di integrare tecnologie avanzate in oggetti di uso quotidiano, mantenendo al tempo stesso un design intuitivo e accessibile?
La lampada Elica realizzata per Martinelli Luce e vincitrice del Compasso d’Oro. Elica è una lampada a LED proporzionata secondo la sezione aurea. Sfida l’architettura tradizionale delle lampade da tavolo, nascondendo i dettagli tecnici: il braccio della lampada funge da interruttore. Può ruotare fino a 300°, si accende la luce con un feedback sonoro che ne conferma l’attivazione, posizionando la luce sulla superficie in modo ottimale

 

Nel contesto domestico, quali considerazioni guidano il tuo design della luce per migliorare l’ambiente abitativo? Cioè come equilibri l’aspetto funzionale dell’illuminazione con quello estetico per creare un’atmosfera accogliente e funzionale?

L’interior design, con la luce, sono i focus del mio lavoro. Sia che si tratti di progettare un apparecchio luminoso o l’illuminazione di una stanza o di un intero appartamento, metto in pratica un processo di design empatico, cerco di immedesimarmi e di studiare l’interazione tra l’essere umano che popola quel luogo e tutto quello che sta attorno, gli oggetti e gli ambienti, sia da un punto di vista fisico che cognitivo.

Questo mi aiuta a progettare soluzioni dedicate a risolvere piccoli problemi individuati in tale analisi. Se penso al progetto per un’abitazione, per esempio, non metto mai un punto luce sopra allo specchio del bagno, che creerebbe ombre sul viso, ma piuttosto “dentro” allo specchio stesso, così da rendere l’oggetto integrato e performante.

La luce da diversi punti di vista. Diversità creativa tra Elica e Multidot

Brian continua nel suo racconto parlandoci della progettazione di due lampade iconiche, sempre per Martinelli Luce: “Elica” e “Multidot”, che rappresentano due fasi della sua evoluzione come designer.

Come descriveresti l’evoluzione del tuo approccio al design da Elica a Multidot?

Anche se Elica e Multidot appartengono a due tipologie di lampade molto diverse e, per certi versi, anche ad epoche diverse (Elica è del 2009, quando i LED avevano appena fatto capolino nella progettazione di lampade ornamentali, mentre Multidot è del 2023), si può trovare un modus operandi che ho spesso utilizzato nei miei progetti: accorpare funzioni o macro-parti dell’oggetto. Se in Elica l’interruttore è il braccio stesso della lampada, in Multidot il cavo è allo stesso tempo strutturale, decorativo e tecnico, portando anche la corrente elettrica.

Multidot offre configurazioni infinite. Qual è stato il principio ispiratore dietro questa versatilità, e come si differenzia dal concetto alla base della lampada Elica?

Multidot nasce come una nuvola randomica di punti luminosi sospesi. Nello sviluppo tecnico del progetto, abbiamo in qualche modo ‘regolamentato’ questo sciame luminoso, offrendo una possibilità di configurazione – per numero di cavi, di sfere luminose e per la loro libera disposizione – pressoché infinite.

L’obiettivo era realizzare un progetto con logiche di produzione industriale ma praticamente su misura, per avere una collocazione il più ampia possibile. Elica, invece, è una lampada da scrivania, pensata e perfezionata per lo smartworking, con un design semplice e funzionale che mira a rispondere alle esigenze specifiche di questo contesto, dalla casa al contract.

Multidot offre configurazioni infinite. Qual è stato il principio ispiratore dietro questa versatilità, e come si differenzia dal concetto alla base della lampada Elica?
Multidot di Martinelli Luce è una reinterpretazione moderna dei lampadari del passato, aggiornata sotto il profilo compositivo, espressivo e tecnologico. Composto da cavi dotati di sfere luminose posizionabili in diversi modi, Multidot permette di creare infinite combinazioni. Ogni sfera LED presenta una finitura superficiale caratterizzata da una serie di micro punti lucidi distribuiti su uno sfondo opaco seguendo la successione di Fibonacci, creando un suggestivo effetto di pieni e vuoti

 

Alla fine di questo nostro viaggio tra luce e design, possiamo certamente dire che per Brian Sironi il design è una passione che va oltre la pura funzionalità degli oggetti, è un viaggio che permette di trasformare idee in esperienze sensoriali e quotidiane.

È stato bello parlare e scoprire qualcosa in più, ho rivisto entusiasmo, cura e dedizione ai dettagli, che stanno dietro ogni suo progetto. La luce per Sironi è stata e continua ad essere un volano di attrattive, per creare oggetti e progetti coinvolgenti, sfaccettati.

Come dice lui stesso continuerà ad occuparsene, perché la progettazione della luce richiede una sensibilità particolare, e nel design ci vuole sensibilità per trasformare gli spazi in emozioni per chi li vive.

Chi è Brian Sironi

Chi è Brian Sironi

Brian Sironi è di Seregno, anno ’77, dopo la laurea in Disegno industriale al Politecnico di Milano, sceglie di collaborare e seguire una formazione sul campo, affiancando artigiani e maestranze brianzole, falegnami, fabbri, intagliatori e tappezzieri.

Nel suo percorso di lavoro e di vita c’è il periodo newyorkese, trasferendosi lì per un po’ e acquisendo una sensibilità cosmopolita.

Tornato in Italia, apre il suo studio nel 2008. Nel suo lavoro si focalizza sulla relazione tra oggetto e utente, puntando sulla ricerca delle forme più pure e funzionali. Brian Sironi è un designer italiano che ha fatto della luce il suo mezzo di espressione principale.

 

Foto in apertura: Multidot di Martinelli Luce, design by Brian Sironi





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