Indice:
- Sistemi di raffrescamento passivi
- Controllare l’ingresso del calore e ridurre gli apporti termici interni
- Raffrescare un ambiente con la ventilazione
- L’acqua e i sistemi evaporativi
Non manca molto all’arrivo dell’estate e, di conseguenza, alle temperature elevate e ai tassi umidità che compromettono il comfort delle nostre case. Per combattere la calura estiva, però, condizionatori e deumidificatori non sono l’unico alleato che si può avere. Del resto, fin dall’inizio della storia dell’architettura si sfruttano forme, materiali e principi fisici per ottenere, senza alcun impianto, le migliori condizioni di benessere interno. Questo approccio è, ancora oggi, alla base della progettazione bioclimatica e dell’architettura ecosostenibile che, spesso, ricorre a sistemi passivi per la climatizzazione degli edifici. Scopriamo come abbassare la temperatura in modo naturale.
Sistemi di raffrescamento passivi
Con il termine “sistemi di raffrescamento passivi” si indicano sistemi utilizzabili per regolare il microclima interno senza ricorre ad alcun tipo impianto attivo. Per fare ciò, si devono conoscere bene le proprietà dei materiali e sfruttare a pieno le risorse naturali a disposizione.
I sistemi di raffrescamento passivi possono avere la duplice funzione di essere utili per ridurre gli apporti termici e per abbassare la temperatura interna. Se si fa una ricerca sull’architettura tradizionale dei paesi caldi, si scoprono moltissime soluzioni interessanti per combattere la calura estiva, come la realizzazione di spessi muri massivi, il dipingere di bianco le abitazioni, l’installazione di tendaggi e sistemi di ombreggiamento, la realizzazione di camini, torri del vento e sistemi di ventilazione sotterranei. Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono implementare per migliorare, a costo energetico zero, il microclima estivo interno di un edificio. Con i sistemi di raffrescamento passivo, secondo l’ENEA, permette un risparmio energetico del 50%.
Controllare l’ingresso del calore e ridurre gli apporti termici interni
Il primo passo per garantire il comfort interno è quello di introdurre un sistema per il controllo degli apporti termici, dovuti alla radiazione solare e alla presenza di persone e dispositivi elettronici ed elettrodomestici, che per funzionare emanano calore. Due prime azioni, da mettere in pratica in fase progettuale, sono quelle di orientare correttamente l’edificio e di predisporre sistemi di ombreggiamento, come portici, ma anche alberi e vegetazione, tendaggi, persiane, brise soleil, pergole. Inoltre, è sempre consigliato studiare attentamente la disposizione dei locali interni, scegliendo di esporre a sud/ovest gli ambienti come il soggiorno, lasciando a Nord camere da letto e ambienti di servizio, come la cucina. Come detto, per ridurre gli apporti termici è importante fare attenzione anche sulle fonti di calore interne, riducendo il funzionamento di dispositivi elettronici e dei corpi illuminanti al minimo indispensabile.
Per migliorare il comportamento estivo dell’edificio, inoltre, è importante conoscere le caratteristiche dei materiali che compongono le strutture e il loro comportamento termico. Ad esempio, l’isolamento non serve solo in inverno, ma è d’aiuto anche in estate per proteggere dal caldo l’edificio. Allo stesso modo, è importante che le strutture siano sufficientemente massive per assorbire il calore e rilasciarlo solo dopo ore, secondo il fenomeno noto come sfasamento termico, dovuto all’inerzia termica della parete. In questo modo, il caldo accumulato durante il giorno viene sprigionato solo durante le ore più fresche della sera e della notte. Una parete di pietra, come avveniva un tempo, si comporta esattamente in questo modo.
Raffrescare un ambiente con la ventilazione
La ventilazione naturale permette di ridurre il calore interno ad un ambiente e assicura una sensazione di raffrescamento corporeo, che si ottiene quando l’aria che circola ha una temperatura minore rispetto a quella della pelle (circa 33°). La ventilazione naturale può essere “progettata” mediante soluzioni che sfruttano l’effetto camino, ovvero la tendenza dell’aria calda a salire verso l’alto, lasciando il posto ad aria più fresca e densa. Per questo, si realizzano dei veri e propri camini, in grado di captare il calore e riscaldare l’aria al loro interno, che viene poi espulsa, generando dei moti che abbassano la temperatura nell’ambiente.
Lo stesso principio è alla base della ventilazione naturale dovuta alla presenza di ambienti più freschi, come un giardino interno ombreggiato, su cui si affacciano stanze con temperature più elevate. L’aria calda verrà “richiamata” da questi ambienti e cederà il posto a quella più fresca presente nel giardino. Si possono, in alternativa, creare dei condotti sotterranei, che sfruttano la temperatura costante (e inferiore) del sottosuolo.
Quando, invece, si sfruttano le aperture, ad esempio le finestre, per generare il movimento d’aria necessario, si sfrutta la differente pressione naturale che si crea anche a causa della presenza del vento.
L’acqua e i sistemi evaporativi
Per il raffrescamento passivo è possibile ricorrere anche a dei sistemi evaporativi, ovvero basati sul principio dell’evaporazione dell’acqua. Per sfruttare questo meccanismo è necessario predisporre degli specchi d’acqua o elementi “umidi” come la vegetazione. La presenza di acqua fresca, infatti, innesca il processo evaporativo.
Il raffrescamento evaporativo funziona aggiungendo umidità all’interno di un ambiente, consentendo di abbassare la temperatura. In alcuni casi, si ricorre anche ad un processo ibrido e in parte attivo, che sfrutta il medesimo meccanismo naturale per abbassare la temperatura, ma vaporizzando direttamente dell’acqua all’interno degli ambienti.