Il cartongesso è presente in moltissime abitazioni, anche se talvolta non si percepisce a una prima occhiata e contribuisce notevolmente a plasmarne il carattere perché di fatto è un materiale da costruzione, ma si utilizza per precisi dettagli di progetto: una parete, un particolare di boiserie, un controsoffitto.
Il drywall design è una tendenza più che diffusa in tutto il mondo, per averne conferma basta fare una ricerca sui social e dilettarsi a vedere i tutorial che ne spiegano utilizzi e applicazioni, insieme alle innumerevoli immagini dei progetti e dei contesti più disparati in cui viene impiegato. Quello che è certo è che è molto apprezzato per personalizzare gli ambienti e che i progettisti lo trovano un ottimo veicolo per i propri esercizi di stile. E oltre a questo possiede molte altre virtù.
Che materiale è il cartongesso?
Il cartongesso è un materiale da costruzione a secco composto da una lastra in gesso disidratato rivestita a sandwich da fogli rigidi in cartone. Solitamente si presenta in forma di lastre e viene utilizzato per realizzare pareti e soffitti senza bisogno di intonacatura, ma solo di una semplice rasatura con stucco. Chi è del mestiere sa che si utilizza molto facilmente, è un materiale versatile, ma richiede molta precisione nella posa e nel fissaggio alla struttura metallica.
Inoltre dobbiamo dire che è stato progettato per l’installazione di rivestimenti, pareti divisorie, soffitti in edifici con umidità secca e normale. E’ un materiale che non teme l’umidità salvo se viene immerso o esposto per lungo tempo all’acqua, in questo caso emergono rigonfiamenti, muffe e la superficie tende a sfaldarsi. La larghezza standard della lastra di base è 120 cm.
A ogni ambiente il suo cartongesso
Si può distinguere tra il cartongesso normale e quello resistente all’umidità. Esiste, inoltre, una particolare varietà di questo materiale, resistente persino al fuoco. Il cartongesso resistente all’umidità è progettato per il lavoro in ambienti con un alto contenuto di vapore nell’aria (ad esempio, nei bagni) ed è di solito di colore verde. Quello resistente al fuoco ha al suo interno elementi riempitivi minerali resistenti appunto alle fiamme. Quello che non resiste all’umidità ovviamente si può rovinare se applicato in ambienti con un’alta concentrazione di umidità, data la presenza di due strati di cartone e di gesso all’interno, in questo caso si possono verificare alcuni distaccamenti.
Quanto dura il cartongesso?
In condizioni normali, il cartongesso ha una durata lunghissima: è in grado di resistere per moltissimo tempo agli sbalzi di temperatura, senza dare alcun segno di cedimento (basta pensare alle sollecitazioni termiche a cui è sottoposto nelle diverse stagioni, tra apparecchi per il riscaldamento e condizionatori).
Possiamo anche dire che la durabilità è generalmente proporzionata ad una posa a regola d’arte. In rari casi possono però verificarsi delle fessurazioni nel punto di unione tra controsoffitto e parete, oppure, ma meno frequentemente, nel punto di giunzione tra due lastre. Sono comunque fragilità risolvibili con una semplice manutenzione ordinaria.
Come si dipinge?
Il cartongesso si dipinge come qualsiasi altra superficie avendo cura di stendere prima della tinteggiatura una mano di fissativo (esistono in commercio anche prodotti eco-compatibili all’acqua), per far aderire la pittura al cartone di rivestimento. Successivamente va stesa una prima mano di colore abbondante, poiché il cartone è un materiale molto poroso e assorbe i liquidi, dopodiché si passa alla mano finale. E con la classica decorazione, smalto piuttosto che pittura lavabile o altre tipologie, dopo aver stuccato le fughe.
Quanto inquina il cartongesso?
Il cartongesso è considerato un rifiuto speciale non pericoloso ma, in fase di smaltimento, è soggetto a una serie di passaggi che devono essere rispettati. Sebbene non sia considerato un materiale pericoloso deve essere trasportato in appositi centri di raccolta, riciclato e lavorato per la creazione di nuovi pannelli.
Il suo smaltimento (con il codice rifiuto 170.802) è disciplinato sulla base del D.lgs. 36 del 2003 che auspica una progressiva diminuzione dei rifiuti in discarica a favore del processo di recupero e riciclo a cui molte materie possono oggi essere sottoposte. Il cartongesso è una di queste. A fine vita deve essere portato in un centro di raccolta specializzato. A volte è sufficiente far riferimento all’azienda municipalizzata della propria zona che fornisce tutte le informazioni del caso oppure ad aziende che si occupano della gestione del cartongesso così da liberarsene nel pieno rispetto della normativa vigente, con tanto di certificato di garanzia circa il processo seguito dal prodotto.
Il cartongesso non è nocivo in quanto ci sono diverse fasi di lavorazione che permettono di ottenere un prodotto completamente privo di ogni genere di sostanza potenzialmente tossica. Inoltre, il cartongesso è un materiale che si ottiene lavorando, in quantità medie, il gesso, ovvero un elemento naturale che non possiede elementi tossici. Il gesso stesso, prima di essere venduto, viene sottoposto a una serie di lavorazioni in modo tale che possa essere sfruttato in maniera semplice e immediata.
Da aggiungere anche il fatto che il gesso può essere isolato, dettaglio che non bisogna sottovalutare: in questo modo si tende a compattare il cartongesso stesso prevenendo, di conseguenza, una serie di situazioni che potrebbero essere pericolose.
Tra funzione estetica e risorsa tecnica. Il progetto dell’architetto Giulia Grillo
Il restyling di questo appartamento di 160 mq ad Arenzano, in provincia di Genova, attinge molto dalla versatilità e dalle applicazioni trasversali del cartongesso. Il progetto ha previsto un grande open space ottenuto accorpando tre ambienti precedentemente divisi e poco illuminati. Il soggiorno risulta adesso composto da quattro aree una dispensa integrata, una zona cottura con isola centrale, un’area media e una sala da pranzo.
“Se facciamo un confronto tra prima e dopo si vede come sia stato possibile risolvere il problema estetico delle travi a vista, che sono state nascoste all’interno del cartongesso. Allo stesso tempo è stata trovata una soluzione ad un problema tecnico, facendo passare le tubazioni di collegamento dell’impianto di condizionamento verso l’esterno. Questo progetto non sarebbe mai stato possibile senza l’uso del cartongesso, questo materiale ci ha consentito, infatti di costruire un ambiente sartoriale, in cui disegnare preziosi contenitori proprio grazie a queste strutture a basso spessore: nicchie, contropareti e ancora la struttura del letto, rivestita con la carta da parati” Architetto Giulia Grillo
Articolo realizzato con la collaborazione di:
Silvia Camporeale Interior Designer
Paolo Bonacina Architetto
Giulia Grillo Architetto
Foto in apertura: progetto di Silvia Camporeale Interior Designer