Il risparmio energetico e il rispetto dell’ambiente sono valori a cui la popolazione presta sempre più attenzione. Negli ultimi anni sono nate in Italia e in Europa dei modelli “ideali” di produzione e condivisione dell’energia prodotta da fonti green, con grandi benefici per gli aderenti.
Parliamo delle Comunità energetiche rinnovabili, sistemi di condivisione che spesso nascono in condominio. Il condominio, infatti, è l’ambiente ideale dove realizzare le comunità energetiche, cioè aggregazioni di persone che condividono e autoproducono energia rinnovabile.
L’energia scambiata e condivisa viene prodotta da pannelli fotovoltaici installati sul tetto dell’edificio e poi divisa. I vantaggi sono molteplici:
- la riduzione delle bollette;
- la maggiore sostenibilità;
- l’indipendenza energetica
Per realizzare le CER le singole regioni pubblicano periodicamente dei bandi aperti a cittadini e imprese, consentendo ai partecipanti di avere sgravi fiscali e agevolazioni per acquistare e installare i sistemi rinnovabili.
In questa guida la panoramica delle regole e dei vantaggi delle comunità energetiche in ambito condominiale.
Comunità energetiche rinnovabili, cosa sono e quante sono in Italia
Le comunità energetiche sono aggregazioni di utenti che condividono l’energia prodotta da fonti rinnovabili con potenza massima di 200 KWp. Queste comunità nascono grazie alla volontà dei partecipanti di risparmiare sulle bollette dell’elettricità e di abbracciare uno stile di vita più sostenibile.
Esempio tipico di CER è lo sfruttamento condiviso dell’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e immagazzinata tramite sistemi di accumulo realizzati in ambito condominiale.
I vantaggi, dunque, sono sia sociali che energetici. Ma quante sono, ad oggi, le Comunità energetiche in Italia? Secondo le stime dell’Osservatorio Enea, nel 2024 si contano in Italia circa 54 comunità di autoconsumo, 17 Comunità Energetiche Rinnovabili e 37 gruppi di autoconsumo collettivo. Un numero che è cresciuto negli ultimi anni ma che incontra ancora qualche ostacolo per via delle pratiche burocratiche farraginose.
Come funzionano le comunità energetiche in condominio
Come detto, il condominio è l’ambiente ideale in cui creare una CER, potendo sfruttare l’autoconsumo collettivo per ridurre il prezzo delle bollette ormai alle stelle a causa della crisi del gas.
Nelle comunità energetiche condominiali i partecipanti e gli impianti di produzione di energia rinnovabile si trovano nello stesso edificio o nelle aree di pertinenza del condominio.
Per costituire una CER non occorre l’adesione di tutti i condomini, vuol dire che non è necessaria l’unanimità dell’assemblea di condominio. Tuttavia soltanto i condomini aderenti possono sfruttare i vantaggi della Comunità, previa stipulazione di un accordo vincolante tra loro.
Prima di procedere è consigliabile richiedere uno studio di fattibilità per evidenziare i punti critici dell’edificio e avere un pronostico dell’effettivo risparmio dopo l’installazione del fotovoltaico e del sistema di accumulo. Bisogna poi fare attenzione ad alcuni fattori in presenza dei quali non possono essere costituite le Comunità energetiche:
- per impianti fotovoltaici già esistenti;
- per impianti con contratti di scambio sul posto;
- per impianti stand alone.
Per calcolare i consumi e la relativa spesa si considera il minimo tra l’energia elettrica immessa in rete e quella consumata dai condomini aderenti.
Come si costituisce una CER
Per costituire una Comunità energetica rinnovabile ci sono dei passaggi chiave da seguire. Per prima cosa serve individuare le aree idonee per l’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e definire gli utenti con cui condividere l’energia generata.
Il secondo step è costituire formalmente la CER come entità giuridica autonoma. Questo può avvenire sotto diverse forme giuridiche, come associazioni, enti del terzo settore, cooperative, cooperative benefit, consorzi o organizzazioni senza scopo di lucro. A tal fine è necessaria la redazione di un atto costitutivo e di uno statuto ad hoc.
Serve poi l’adesione da parte di consumatori o produttori di energia rinnovabile, le cui modalità sono disciplinate dall’atto costitutivo e dallo statuto.
Comunità energetiche in condominio e autoconsumo collettivo: le differenze
Esistono diversi modelli di produzione e consumo di energia rinnovabile, autoconsumo collettivo e comunità energetiche sono due di questi. Anche se simili, questi due concetti non vanno confusi.
L’autoconsumo collettivo (AUC) coinvolge un gruppo di persone che condividono e utilizzano energia rinnovabile prodotta localmente, generalmente all’interno di un unico edificio/complesso residenziale. Lo scopo dell’autoconsumo collettivo è minimizzare il ricorso alla rete elettrica esterna usando quella immagazzinata. L’energia prodotta in questo modo viene gestita dalla comunità che vi aderisce.
Le Comunità energetiche rinnovabili (CER) sono differenti in quanto rappresentano un concetto più ampio e strutturato. In particolare una CER è un’entità giuridica autonoma formata da cittadini, autorità locali o imprese che producono, condividono e consumano energia rinnovabile. Nelle Comunità energetiche gli impianti di produzione di energia green sono messi a disposizione dei membri della comunità che di solito beneficiano di incentivi e agevolazioni fiscali.
I membri dell’Autoconsumo collettivo non possono far parte di una Comunità energetiche rinnovabile e viceversa.
FAQ Comunità energetiche in condominio
Nonostante gli indiscussi vantaggi dal punto di vista energetico, le CER sono un argomento ancora poco noto alla maggior parte della popolazione. Sicuramente negli ultimi anni la sensibilità verso le forme di produzione e autoconsumi di energia green è aumentata, ma la strada è ancora lunga. Ma quali sono i pro o contro? Ecco alcune delle domande più ricercate nel web.
Come funziona l’autoconsumo collettivo di un condominio?
Per comprendere i vantaggi di questo sistema, è fondamentale capire come funziona l’autoconsumo collettivo e come sia in grado di produrre energia rinnovabile nelle vicinanze dei luoghi di consumo.
Un esempio pratico è un condominio con impianto fotovoltaico centralizzato sul tetto che genera energia per tutti i residenti. L’energia immagazzinata viene distribuita tra i membri del gruppo di autoconsumo.
Se l’energia prodotta supera i consumi, l’eccesso può essere stoccata in batterie per un uso futuro o reimmessa nella rete elettrica. In sintesi, nell’autoconsumo collettivo i partecipanti producono, condividono e consumano l’energia insieme, con il duplice benefico di favorire la transizione ecologica e risparmiare sulla spesa delle bollette.
Cosa serve per costituire una comunità energetica?
Possono costituire le CER i cittadini, le piccole e medie imprese, gli enti territoriali e realtà del terzo settore o di protezione ambientale, la condizione è che i soggetti coinvolti condividano l’energia elettrica rinnovabile prodotta da uno o più impianti nella disponibilità di almeno uno di loro.
Il primo step per costituire una Comunità energetica è individuare un’area di prossimità adatta, poi realizzare almeno un impianto di produzione di energia rinnovabile e, infine, costituire formalmente la CER come entità giuridica redigendo un atto costitutivo e uno statuto.
Quali sono gli svantaggi delle comunità energetiche rinnovabili?
Abbiamo sottolineato i vantaggi delle CER e, dopo un’attenta analisi costi-benefici, non sembrerebbero esserci particolari svantaggi. L’unico “lato negativo”, almeno per il momento, è la poca chiarezza del contesto normativo e burocratico e i tempi di autorizzazione spesso lenti e macchinosi. Questo svantaggio tuttavia può essere superato con una politica più consapevole che intenda concretamente agevolare le CER e, in generale, la transizione ecologica.
Immagine in apertura creata con DALL.E
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