Il reddito energetico 2023 è una misura introdotta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per favorire l’installazione di impianti fotovoltaici, supportando le famiglie intenzionate a investire in energia rinnovabile, ma che possono trovarsi in difficoltà per aspetti economici.
Le rinnovabili sono considerate un elemento fondamentale per favorire la decarbonizzazione del settore edile. L’obiettivo posto per il 2050, infatti, è quello di eliminare completamente il carbone per la produzione di energia elettrica. Per riuscire in questo ambizioso obiettivo, poi, è stato posto un target intermedio per il 2030, anno entro cui si dovrebbero ridurre le emissioni di CO2 del 33%, rispetto a quelle prodotte nel 2005.
Diventa essenziale investire in interventi di efficienza energetica e per la diffusione dell’energia rinnovabile. Di conseguenza, sorge anche la necessità di riuscire supportare i privati in questo processo di transizione energetica. In passato sono già stati introdotti bonus per il fotovoltaico, ma il reddito energetico ha un obiettivo più specifico: si rivolge ad una fascia di popolazione che deve rispettare determinati requisiti ed è un contributo diretto a fondo perduto.
Che cos’è il reddito energetico 2023
Il reddito energetico 2023 nasce con la volontà di introdurre un bonus per incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici, grazie alla definizione di un fondo nazionale da 200 milioni di euro.
Si tratta di una misura che punta ad ottenere un doppio beneficio: da un lato si vuole offrire supporto alle famiglie sotto una certa soglia di reddito, che sarebbero in difficoltà a sostenere investimenti e che devono fronteggiare con difficoltà i grandi rincari energetici; dall’altro si mira a favorire la diffusione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Si aggiunge, inoltre, una particolare attenzione alle regioni che, al momento, si trovano ancora un po’ più lontane dai livelli ottimali di diffusione dell’energia rinnovabile. Per questo motivo è stato deciso di dedicare l’80% delle risorse stanziate per le regioni del Sud Italia, tra cui Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
Non sono da escludere possibili integrazioni dei fondi a disposizione, in quanto sono ammessi eventuali versamenti da parte di Regioni, Province o anche organizzazioni pubbliche o altre realtà no profit.
Come funziona il reddito energetico 2023
Il bonus nasce come un’opportunità per le famiglie che hanno un reddito ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, fino a 15.00 euro oppure fino a 30.000 euro, ma con 4 figli a carico. Per poter godere di questa misura, è fondamentale rispettare queste soglie. Se si è in linea con i requisiti, è possibile ottenere un incentivo per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Inoltre, è necessario che i pannelli fotovoltaici installati abbiano una potenza nominale complessiva non inferiore ai 2 kW e non superiore ai 6 kW.
Inoltre, è necessario che l’impianto sia installato su superfici pertinenziali dell’edificio e che il beneficiario del bonus sia titolare di quelle aree. Sono ammessi impianti posizionati in copertura, ma anche su altre superfici o aree, purché di proprietà.
La gestione operativa del Fondo Reddito Energetico, stanziato appunto per l’erogazione di questo bonus, è stata affidata al GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
L’entità del bonus è variabile a seconda dei casi, ma dovrebbe partire da 6.000 euro e arrivare fino a un massimo di 8.500 euro. Inoltre, si tratta di un contributo erogato a fondo perduto, che permette a tutti gli effetti di procedere con un’installazione a costo zero di pannelli fotovoltaici.
Quali pannelli fotovoltaici installare e come dimensionare l’impianto
Esistono diverse tipologie di impianti fotovoltaici e il reddito energetico 2023 promuove la loro installazione senza definire in modo specifico quale tecnologia debba essere installata. Ciò che accomuna tutti modelli è la capacità di produrre energia elettrica a partire dalla radiazione solare.
Tra le tecnologie più diffuse ci sono sicuramente i pannelli in silicio policristallino, economici e composti da celle in silicio, si prestano per diverse applicazioni, incluse quelle residenziali. Gli impianti a silicio monocristallino, invece, hanno costi più elevati, ma anche livelli di efficienza maggiore. Per questo motivo, spesso, si scelgono per applicazioni in cui non si dispone di molto spazio e un elevato rendimento è significativo per poter produrre la quantità di energia necessaria.
A questi, si aggiungono altre soluzioni, come gli impianti fotovoltaici a film sottile, che sfruttano materiali come il silicio amorfo e sono molto leggeri e flessibili; oppure tutte le tecnologie che permettono la massima integrazione del fotovoltaico nell’architettura dell’edificio, con prodotti quali coppi o facciate solari.
La scelta della tipologia di impianto dipende principalmente dalle caratteristiche del sito, dal budget a disposizione e dalle esigenze a cui è necessario rispondere. Per non commettere errori, il consiglio è quello di affidarsi a progettisti qualificati, che si occupino anche del corretto dimensionamento dell’impianto.