Indice degli argomenti:
- A che ora accendere i termosifoni per risparmiare
- Quante ore tenere accesi i termosifoni nelle varie zone d’Italia
- 5 consigli per risparmiare sul riscaldamento e rispettare l’ambiente
Nelle spese di gestione della casa quella relativa al riscaldamento è senza dubbio una delle voci principali; basti pensare che ogni famiglia spende in media 1400 euro l’anno per riscaldare la propria abitazione in inverno, spesa a cui si deve aggiungere la sostituzione e manutenzione della caldaia.
Dopo la stangata dello scorso inverno, anche quest’anno la spesa per le famiglie italiane sarà ingente: il prezzo del gas è incontrollabile e il conflitto russo-ucraino non sembra vicino alla risoluzione. Ciò significa che per spendere meno, risparmiare ed evitare sprechi bisognerà avere degli accorgimenti in più, in primis fare attenzione all’orario di accensione dei termosifoni.
In questa guida abbiamo raccolto qualche utile consiglio per riscaldare la casa senza avere brutte sorprese nella bolletta.
A che ora accendere i termosifoni per risparmiare
Quando si parla di metodi di risparmio legati al riscaldamento dei termosifoni dobbiamo prendere in considerazione diverse “strategie”:
● c’è chi sostiene che si spenda meno accendendo i caloriferi poche ore al giorno, magari al mattino presto e la sera, evitando gli orari di lavoro in cui non si è in casa;
● secondo altri il riscaldamento andrebbe azionato a una temperatura moderata, ma costante durante tutta la giornata, in modo da evitare che la temperatura percepita scenda sensibilmente.
Nel primo caso, un certo risparmio in termini economici è innegabile, se le ore di accensione sono poche (massimo 3 o 4 al giorno) la spesa in bolletta non sarà esagerata, a discapito però della temperatura percepita. Infatti, difficilmente azionando la caldaia per poco tempo si riesce a raggiungere la temperatura interna desiderata, dato che i termosifoni possono impiegare molto tempo a emanare il tepore. Sicuramente non è indicato – né per la salute né per il portafoglio – tenere acceso il riscaldamento durante la notte, dato che il corpo umano dorme in condizioni ideali a 17°-18°C.
L’altra modalità percorribile, invece, consiste nel lasciare la caldaia sempre accesa a una temperatura bassa, opzione che assicura un maggiore comfort domestico e una temperatura costante. Questa soluzione assicura una sensibile riduzione dei consumi per un motivo scientificamente provato: la caldaia sempre in funzione non deve “vincere” l’inerzia derivante da un periodo prolungato di spegnimento.
Quindi, in termini di spesa, quest’ultima sembrerebbe essere la via più conveniente per risparmiare e al contempo non patire il freddo tra le mura domestiche.
In ogni caso, a prescindere da quante ore si scelga di accendere i termosifoni, per evitare inutili sprechi la legge nazionale consiglia di non eccedere i 22 gradi, considerando che per il nostro corpo la temperatura ottimale è 19°-20° di giorno e qualche grado in meno di notte. Un solo grado in meno permette di risparmiare dal 5 al 10% sulla spesa complessiva.
Quante ore tenere accesi i termosifoni nelle varie zone d’Italia
Stabilire a che ora accendere/spegnere i termosifoni è una scelta del tutto discrezionale, che dipende soprattutto da quanto tempo si trascorre in casa. In base alle abitudini di ognuno si può decidere se tenere acceso il riscaldamento tutto il giorno a bassa temperatura, oppure poche ore al mattino o nel tardo pomeriggio. A prescindere da ciò, il numero massimo di ore consentito è previsto in una legge nazionale (il Decreto del Presidente della Repubblica n.74 del 16 aprile 2013, art. 4) che stabilisce anche la data di accensione e spegnimento.
Il territorio italiano, in base alle caratteristiche climatiche, è diviso in fasce:
● zona A Sud Italia e isole, 6 ore al giorno massimo;
● zona B provincia di Agrigento Catania Messina, Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria e Crotone 8 ore al giorno;
● zona C Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto 10 ore al giorno;
● zona D Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia 12 ore al giorno;
● zona E Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila, Potenza 14 ore al giorno;
● zona F Cuneo, Belluno e Trento senza limiti orari.
Questi orari sono indicativi, vuol dire che in presenza di particolari condizioni meteorologiche le ordinanze comunali possono aumentare o ridurre gli orari di accensione.
5 consigli per risparmiare sul riscaldamento e rispettare l’ambiente
Moderare il tempo di accensione dei termosifoni o del riscaldamento a pannelli radianti non è l’unico modo per calmierare il costo delle bollette. Esistono una serie di accorgimenti per limitare la dispersione del calore e ridurre gli sprechi. Ne elenchiamo i 5 più efficaci:
- provvedere alla manutenzione della caldaia e sostituirla dopo 15-20 anni con una a condensazione di calore o a pompa di calore (operazione per la quale si può usufruire del bonus caldaia);
- mantenere la temperatura a 20 °C e spegnere il riscaldamento durante le ore notturne;
- installare le valvole termostatiche e cronotermostati che, in caso di riscaldamento centralizzato, permettono di risparmiare fino al 20% della spesa;
- non coprire i termosifoni con mobili o altri complementi d’arredo che bloccano o rallentano la diffusione del calore;
- sostituire i vecchi infissi, mettere delle guarnizioni e valutare il cappotto termico alle pareti, anche in questo caso si possono richiedere generose agevolazioni fiscali.