Oltre ai bonus per l’edilizia e le ristrutturazioni domestiche, la Manovra finanziaria per il 2023 ha introdotto un’agevolazione destinata ad incentivare la raccolta differenziata. Ciò dimostra l’impegno del governo nel sostenere e premiare le realtà virtuose nello smaltimento dei rifiuti, che riducono il consumo di plastica e altri materiali inquinanti.
In realtà non si tratta di una novità assoluta ma di una misura precedentemente introdotta e valida nel biennio 2019-2020.
Un bonus che consiste in un premio economico per le imprese che attuano politiche di protezione dell’ambiente, ad esempio che si avvalgono di imballaggi realizzati con materiale riciclato.
Ecco la panoramica su come funziona, chi può richiederlo e tutti i requisiti previsti dalla Legge di Bilancio.
Bonus raccolta differenziata, cos’è e come funziona
Ambiente e riciclo sono temi che il governo non può più ignorare, per questo l’esecutivo ha deciso di ripristinare il bonus sulla raccolta differenziata. Il fine è incentivare le aziende private a differenziare i rifiuti, diminuire il consumo della plastica e gli scarti pericolosi.
Nella versione attuale, il bonus riciclaggio non è pensato per i cittadini privati ma per le aziende che necessitano di imballaggi, queste potranno potranno sfruttare il credito d’imposta nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
La condizione per beneficiarne è che l’impresa richiedente sia in grado di provare e documentare i costi sostenuti per acquistare prodotti ricavati dalla raccolta differenziata stessa.
In pratica funziona così: le aziende dovranno comprare imballaggi provenienti da materiale riciclato (quindi biodegradabili e compostabili) nel biennio 2023-2024 e conservare i relativi scontrini e le fatture; potranno poi recuperare fino al 36% della spesa sostenute tramite credito d’imposta fino al raggiungimento del tetto massimo di 20.000 euro.
Quali sono le aziende beneficiarie del bonus riciclaggio
Come anticipato poc’anzi, il bonus si rivolge esclusivamente alle attività imprenditoriali e non ai privati cittadini. Ha lo scopo, infatti, di ridurre gli sprechi nei settori produttori, premiando le aziende virtuose e più attente all’ambiente.
Il credito d’imposta per la raccolta differenziata si rivolge alle imprese italiane secondo criteri di applicazione e requisiti che saranno oggetto di un decreto ad hoc nei prossimi mesi al quale sta già lavorando il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Le aziende dovranno conservare la documentazione attestante l’acquisto di materiale riciclato e compilare un modello F24 da inviare all’Agenzia delle Entrate, disponibile sul portale ufficiale dell’AdE. Per sfruttare il credito d’imposta si dovrà inserire la spesa nella dichiarazione dei redditi e, anche in questo caso, istruzioni più dettagliate sulla compilazione ci saranno nel decreto in arrivo.
Come ottenere il credito d’imposta: i materiali da utilizzare
Lo sgravio fiscale è destinato alle imprese che dimostrano di aver acquistato imballaggi riciclati, preferendo quelli in plastica non riciclata. Si deve trattare di materiali biodegradabili e compostabili ai sensi della normativa UNI EN 13432:2002, quindi:
- alluminio;
- carta;
- vetro;
- PET.
Soltanto questi materiali danno diritto al credito d’imposta del 36% fino al tetto di 20.000 euro. Si ricorda, inoltre, che tale somma non è tassabile e non si calcola ai fini IRAP.
Ambiente, le principali misure nella Legge di Bilancio 2023
Il credito d’imposta per le aziende che si avvalgono di imballaggio riciclati non è l’unica misura del governo finalizzata alla salvaguardia dell’ambiente. La Legge di Bilancio prevede altre iniziative, alcune nuove, altre già esistenti e finanziate nuovamente.
Ne sono un esempio il Fondo per il contrasto al consumo del suolo (al quale la Manovra destina 160 milioni di euro) per finanziare interventi di riqualificazione di aree degradate; il programma “Mangia Plastica”, ovvero 110 milioni di euro in 4 anni per depurare le fogne e trattare le acque reflue urbane; infine 12 milioni di euro per realizzare/ampliare i laboratori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che supporta, dal punto di vista tecnico-scientifico, il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.