Sostituzione caldaia: vantaggi fiscali 2022/2023 e prospettive 2024

Sostituire una vecchia caldaia con una nuova ed efficiente può essere molto vantaggioso: grazie ai bonus statali confermanti è possibile recuperare fino al 65% della spesa. Vediamo incentivi e vantaggi fiscali confermati per il prossimo anno.

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Sostituzione caldaia: incentivi e vantaggi fiscali 2022/2023 e prospettive 2024

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La caldaia è un elettrodomestico essenziale delle nostre case, riscalda l’acqua, produce calore e consente l’accensione dei caloriferi in inverno. Una caldaia obsoleta, tuttavia, può dare problemi e “pesare” notevolmente sulla bolletta. Per questa ragione è buona norma monitorare il suo stato e provvedere alla sua sostituzione qualora sia necessario.

Sulla scia dei bonus e delle agevolazioni destinati alle ristrutturazioni edilizie, anche per la sostituzione della caldaia esistono importanti incentivi e vantaggi fiscali purché il nuovo elettrodomestico sia di ultima generazione.

A seconda dei casi e degli interventi eseguiti, come spiegheremo nel dettaglio, il governo ha confermato incentivi e detrazioni che variano dal 50% al 65% fino al 110%. Vediamo chi ne ha diritto, in che percentuale e come fare per ottenere i bonus in vigore.

In quale bonus rientra la sostituzione della caldaia e aliquote

Buone notizie per tutti coloro che devono (o vogliono) sostituire la caldaia con un modello nuovo, più efficiente in termini di consumi e sostenibile per l’ambiente. Ci sono diverse agevolazioni fiscali ancora in vigore. L’acquisto di questo elettrodomestico, infatti, rientra in 4 bonus confermati dall’Agenzia delle Entrate:

● il bonus ristrutturazioni, con detrazione del 50% della spesa per i lavori eseguiti in casa;
● l’ecobonus per chi esegue lavori di efficientamento energetico dell’edificio, con detrazione al 65%;
● il conto termico, che assicura importanti incentivi per l’acquisto di caldaie e pompe di calore (fino a 65%);
● il Superbonus 110%, che nel nuovo anno – stando alle ultime notizie del governo Meloni – scenderà al 90% per i condomini.

Questa elencazione contiene le vie ufficiali per ottenere detrazioni, sconti e agevolazioni legati all’acquisto di una nuova caldaia a condizione che sia di ultima generazione, quindi meno inquinante delle tradizionali. I vari bonus non sono cumulabili tra loro e prevedono una serie di documenti e requisiti da rispettare, pena l’inefficacia della richiesta e quindi la perdita dell’agevolazione. Ecco, uno ad uno, come funzionano e cosa serve per richiederli.

Con il bonus ristrutturazioni la sostituzione della caldaia si paga la metà

Con il bonus ristrutturazioni la sostituzione della caldaia si paga la metà

L’agevolazione più richiesta, anche se di importo inferiore rispetto alle altre, è quella prevista dal Bonus ristrutturazioni, confermato fino al 2024 nella misura del 50%, mentre potrebbe scendere al 36% a partire dal 1° gennaio 2025. Per richiederla è necessario che il contribuente esegua sul proprio immobile lavori di miglioramento e restauro di ordinaria e straordinaria amministrazione. Tra gli interventi ammessi compare anche la sostituzione delle vecchie caldaie.

Attenzione però a un requisito: l’apparecchio deve essere di classe non inferiore ad A, altrimenti non si potrà recuperare la spesa sostenuta. Le agevolazioni sono da calcolare su un tetto massimo di spesa non eccedente a 96.000 euro, da ripartire in 10 anni in rate di uguale importo.

Sostituzione caldaia, come ottenere il bonus 65%: l’Ecobonus

Altra via per avere una caldaia nuova di zecca recuperando parte della spesa è tramite l’Ecobonus, destinato a chi esegue lavori per l’efficientamento energetico. In tal caso, la detrazione spettante è del 65%, ma i requisiti sono più stringenti:

● bisogna installare una caldaia a condensazione almeno di classe energetica A;
● serve installare anche una sistema di termoregolazione evoluto di classe V, VI o VII, ad esempio un termostato d’ambiente modulante, una centralina di termoregolazione o sensori ambientali.

Le detrazioni si fanno più elevate se gli interventi di efficientamento riguardano tutto il condominio. Si sale fino al 75% con tetto massimo fissato a 40.000 euro (mentre per le unità immobiliari singole è 30.000 euro) e fino all’85% se, oltre alla caldaia, si provvede a interventi antisismici.

In quest’ultimo caso il tetto massimo è pari a 136.000 euro.

Con il conto termico incentivi fino al 40%

Un’altra via per sostituire la propria caldaia e ottenere importanti incentivi è il Conto Termico, misura pensata per agevolare interventi di piccole dimensioni finalizzati all’efficientamento energetico. Tra gli interventi ammessi c’è il cambio della caldaia con sistemi a condensazione, pompe di calore o biomassa più efficienti.
Gli incentivi del Conto termico sono differenziati in base alla tipologia di intervento, demolizione, isolamento termico o sostituzione di apparecchi obsoleti. Nel caso della sostituzione della caldaia con una di ultima generazione spetta un incentivo del 40%.

Il Superbonus 110% per pompe di calore e caldaie a biomassa

Il Superbonus 110% per pompe di calore e caldaie a biomassa

Chi sul proprio immobile esegue il Superbonus 110% può farvi rientrare la sostituzione della caldaia con la pompa di calore o un altro elettrodomestico analogo di ultima generazione (esempio, biomassa).

L’importo della detrazione varia in base all’anno di realizzazione degli interventi:

● fino al 31 dicembre 2022 l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’aliquota al 110% fino al tetto di 30.000 euro;
● dal 1°gennaio 2023 il governo guidato da Giorgia Meloni ha manifestato la volontà di abbassare l’aliquota al 90%, notizia che andrà confermata nella Legge di Bilancio.

Detrazioni, vantaggi fiscali e scadenze

I bonus confermati dall’Agenzia delle Entrate consistono nella detrazione Irpef da ripartire in 10 anni in 10 quote di pari importo; in alternativa è possibile chiedere lo sconto immediato sul prezzo di listino con la cessione del credito.

Se l’acquisto dell’elettrodomestico è avvenuto nel corso del 2022, bisognerà indicare la detrazione nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, cioè nel 2023. Attenzione però, se l’importo da detrarre è maggiore della capienza Irpef non si può in nessun modo recuperare l’eccedenza l’anno successivo oppure ottenere il rimborso della differenza.

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