La concezione del design nelle opere dello Studio B+P Architetti si manifesta attraverso la considerazione della storia individuale come elemento chiave, traducendosi poi in progetti architettonici che diventano racconti unici di dettagli, colori e suggestioni. La loro attenzione alla complessità e all’eterogeneità dell’abitare si riflette nelle sedi operative scelte, contribuendo a una prospettiva ricca e diversificata.
Trasformare storie personali in grandi architetture
La pratica di B+P si distingue per la collaborazione attiva con i clienti, trasformando storie personali in architetture che influenzano positivamente chi le abita. La filosofia guida del duo è quella di creare forme su misura per l’uomo, enfatizzando l’architettura come un motore sociale per migliorare la vita delle persone.
Alessia Bettazzi e Pierluigi Percoco fondano nel 2010 lo Studio B+P Architetti. Da quel giorno portano avanti la loro pratica con esperienza e sensibilità, con uno sguardo alimentato da collaborazioni significative e una vasta conoscenza culturale nel settore. La forza del loro operato risiede nell’equilibrio tra creatività, aspettative del cliente e responsabilità nella realizzazione di progetti di alta qualità.
Esperienza e sensibilità, complessità ed eterogeneità: a colloquio con Bettazzi e Percoco Architetti
Qual è il principio fondamentale che guida la vostra filosofia di progetto e come vi assicurate che ogni opera rispecchi unicamente il cliente e il contesto in cui si inserisce?
Ogni progetto parte prima da un’attenta analisi dei luoghi e delle caratteristiche spaziali e architettoniche in cui lavoreremo, poi si ascoltano i desideri e le richieste del cliente, una raccolta ragionata, frutto di precise domande mirate alla costruzione di un brief che diventa la tela bianca su cui lavorare e trovare la giusta sintesi progettuale. Un filo conduttore capace di rendere ogni progetto sartoriale, lavorando così su spazi pensati per le persone.
Come gestite la collaborazione con i clienti per assicurare che le esigenze, i gusti e i budget siano pienamente soddisfatti senza compromessi?
Il nostro obbiettivo è quello di creare con i nostri clienti un rapporto di complicità e sinergia, questo perché progettare per le persone significa saperle ascoltare e conoscere. Tutti gli step progettuali sono condivisi con il cliente che in questo modo riesce a scoprire e comprendere l’efficacia del progetto – dalla distribuzione degli spazi, alla scelta delle finiture e materiali con la selezione degli arredi ed il delicato tema dell’illuminazione.
Tutto questo diventa il progetto che viene sviluppato su un budget prefissato in fase preliminare. Molte volte capita che in fase di lavori si apportino modifiche legate a nuove scelte architettoniche, frutto di riflessioni o anche evoluzioni del progetto, che mai però ne snaturano l’idea creativa iniziale. I nostri progetti sono architetture di interni e non progetti di arredo e questo consente al cliente di poter cambiare idea sul prodotto di arredo o complemento senza per questo snaturarne l’essenza.
In che modo la sostenibilità e l’innovazione tecnologica sono integrate nei vostri progetti?
Oggi la sostenibilità e l’innovazione sono parte integrante e imprescindibile dall’idea architettonica. La tecnologia ha arricchito la macchina progettuale di nuovi scenari e possibilità e noi abbiamo sempre accolto di buon grado le novità e le sinergie con altre specializzazioni.
Intonaci con la lolla di riso, impianti termici a basso impatto ambientale, domotica domestica per la gestione degli impianti e prodotti capaci di entrare in nuovi cicli di vita sono la base e parte integrante dell’approccio progettuale per uno spazio o uno oggetto. La pratica progettuale dovrà sempre più affinarsi e arricchire la propria struttura di pratiche consapevoli e scelte sostenibili, che siano in grado di ridurre l’impatto ambientale del progetto di architettura. Abitare spazi sani aiuta lo spirito e ci indirizza verso un futuro più pulito e l’architettura ha il dovere di supportare questo cambiamento.
Come le tendenze attuali, le evoluzioni sociali e le tradizioni locali influenzano il vostro processo creativo?
Non siamo grandi appassionati di tendenza, perché ogni tendenza ha una scadenza e il progetto deve durare più di una tendenza; un progetto è sostenibile anche in questo! Preferiamo farci influenzare dai luoghi e dalle tradizioni, perché una masseria, una colonica o una cascina si possono reinterpretare ma non snaturare.
Spesso ci capita di lavorare nelle coloniche toscane oppure in masserie o centri storici pugliesi, qui cerchiamo sempre di cogliere il genius loci e lavorare su di esso in maniera evocativa e mai letterale. Per esempio nel progetto di un albergo diffuso in Puglia, che abbiamo chiamato Il Claustro, lavoriamo sul tema dei mestieri e della tradizionale “piazza” di prossimità che caratterizza il centro storico di Altamura. Oppure in Villa Camilla il tradizionale tetto con travi a vista della colonica toscana viene reinterpretato in chiave contemporanea garantendone sempre l’essenza.
Considerando la tendenza verso spazi domestici più piccoli e multifunzionali, come state adattando i vostri progetti a queste nuove esigenze?
Gli spazi piccoli sono effettivamente quelli più difficili, nel nostro processo creativo funzione ed estetica sono fusi assieme su un percorso binario e parallelo. Per evitare però che la funzionalità prevalga sull’estetica negli spazi piccoli lavoriamo molto sulle pareti, per ampliarne gli spazi ma al contempo dare carattere e forza al progetto. La chiamiamo “verticalità spaziale” perché una nuova superficie se ben integrata nel contesto e non viene interpretata solo come fondale può diventare parte integrante dell’ambiente ampliando la sua visione in una nuova spazialità.
Quali tecniche e materiali specifici impiegate per ottimizzare e valorizzare gli spazi?
Il tema della luce all’interno dei nostri progetti è centrale, per noi non rappresenta un complemento ma vera ossatura, una scelta primaria che chiamiamo “luce architetturale”, definisce gli spazi diventandone parte; per fare questo la luce è integrata nel cartongesso e grazie a speciali profili di alluminio e dettagli custom made diventa architettura, un contenitore pronto ad accogliere l’arredo anche in maniera graduale! Questo ci permette di lavorare con il tema dello spazio luminoso e non illuminato.
In Villa Camilla il tema della luce architetturale è pensato per raccontare dettagli architettonici, per esempio il soffitto della camera da letto, parallelo al tetto inclinato, rispettandone la forma illumina lo spazio in maniera soft e minimale. Nella zona giorno invece la luce architetturale viene sostituita dalla luce funzionale che illumina in maniera ragionata specifiche funzioni. Inoltre qui il cartongesso risponde ad uno specifico tema di ottimizzazione dei tempi di realizzazione e al contempo crea nuovi spazi serventi reversibili nell’ottica del recupero dei luoghi.
Come misurate il successo di un progetto una volta completato?
Il progetto è una macchina in continuo movimento, che si evolve nel tempo in base a chi lo abita. Cerchiamo di tornare sempre a visitare e scoprire come stanno gli spazi che abbiamo progettato e come si adattano in maniera dinamica e flessibile alle nuove eventuali esigenze.
Ci piace vedere che gli spazi prendano altre forme, arricchendosi del vissuto dei suoi abitanti ma con una chiara lettura della loro essenza progettuale, una tela arricchita dal vissuto. Ascoltare i nostri clienti è la soddisfazione più grande e regala grandi spunti di riflessione sul successo di ogni progetto.
Lo Studio B+P Architetti
B+P Architetti è uno studio di architettura, interior e industrial design fondato nel 2010 da Alessia Bettazzi e Pierluigi Percoco. La loro filosofia si basa sulla valorizzazione della persona e del territorio, con una visione che unisce globalità e particolarità. Operando tra Prato e Altamura, luoghi geograficamente e culturalmente diversi, gli architetti arricchiscono il loro approccio progettuale con varie prospettive.
La loro ricerca di armonia tra dimensione territoriale e domestica si manifesta attraverso progetti premiati a livello internazionale, come la riqualificazione urbana di Branà 1915 e il recupero di Piazza Bianchini. L’attenzione alla natura dello spazio, al paesaggio e ai desideri del cliente caratterizza ogni intervento, garantendo la qualità e la responsabilità del processo progettuale.
L’approccio di B+P si evidenzia anche nella riqualificazione di interni di antiche cascine, come dimostrato dalla vittoria del BIG SEE Interior Design Award 2019 per un progetto a Prato. La loro operatività si estende dalla concezione iniziale alla finalizzazione, includendo la scelta delle finiture, degli arredi e del progetto illuminotecnico.
Foto in apertura: Casa Baldanzi. Foto: Darragh Hehir