Elisa Evaso (Monostudio Associati): verso la riscoperta di un design lento, tra natura, materiali vivi e benessere sensoriale

CasaOggiDomani incontra… Elisa Evaso, Direttore creativo e co-fondatrice di Monostudio Associati di Milano. Un approccio al design fondato sulla lentezza, la biofilia e la centralità dei sensi. Attraverso materiali naturali, processi a basso impatto e una regia percettiva degli spazi, il progetto diventa esperienza emotiva. Tra ricerca, poetica e attivismo, nasce un abitare più consapevole e radicato nella natura. Un’intervista che esplora il valore del design come cura.

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Elisa Evaso (Monostudio Associati) verso la riscoperta di un design lento, tra natura, materiali vivi e benessere sensoriale

In un’epoca in cui il design sembra spesso inseguire il tempo anziché abitarlo, Elisa Evaso, co-fondatrice di Monostudio, ci invita a rallentare. Architetta e designer con base a Milano, Elisa porta avanti una ricerca radicale sul concetto di “abitare”, con un approccio umanistico e sensibile, che trova forma in spazi, oggetti e materiali capaci di generare connessioni profonde tra corpo, ambiente e natura.

Un design sensoriale e rigenerativo, radicato nella natura

Nel dialogo con CasaOggiDomani, Elisa racconta come la materia sia molto più di un elemento costruttivo: è un veicolo emozionale, un ponte tra i sensi e il paesaggio interiore di chi abita. Il suo lavoro affonda le radici in un design lento e rigenerativo, che rispetta il ritmo della natura e si nutre di processi a bassa intensità tecnologica, preferendo le imperfezioni vive del legno, della terra, degli scarti organici e delle cromie naturali, all’omologazione dell’industria.

Con il progetto Monoferments, nato all’interno dello studio, esplora le potenzialità di materiali sperimentali, biologici, a basso impatto, capaci di comunicare attraverso il tatto, la vista, l’olfatto, offrendo una nuova grammatica materica al progetto d’interni.

La sua filosofia abbraccia la biofilia come principio progettuale e non come semplice tendenza estetica: ogni ambiente nasce da una regia sensoriale attenta, in cui luce naturale, texture materiche e colori ispirati agli elementi — terra, acqua, fuoco, aria e etere — diventano strumenti per creare benessere autentico e silenzioso. Le superfici non sono solo da guardare, ma da vivere. Gli oggetti, come la sedia “Tempesta B”, parlano una lingua primitiva e poetica, restituendo centralità alla relazione tra essere umano e ambiente. 

Un design sensoriale e rigenerativo, radicato nella natura
Il progetto Monoferments, sviluppato all’interno dello studio, indaga le potenzialità di materiali sperimentali e biologici, a basso impatto ambientale, in grado di coinvolgere i sensi – tatto, vista e olfatto – e di offrire una nuova grammatica materica per l’interior design

 

Materia, sensi e progetto: a colloquio con Elisa Evaso

Matericità e percezione. Come lavorate con la dimensione sensoriale dei materiali — tatto, olfatto, temperatura — per generare una condizione di benessere nello spazio abitato?

Dai primi materiali il nostro approccio si è evoluto passando da un semplice riuso degli scarti ad una ricerca di tecniche primitive nella speranza di realizzare materiali che per il fatto di essere poco processati quindi altamente tattili possano dialogare direttamente con i sensi.

Ilse Crawfor dice che i sensi sono un’altra intelligenza e parlano direttamente con l’ambiente che ci circonda.

Il problema legato all’impatto che il settore di design e costruzioni ha sul pianeta è così vasto e complicato che l’apporto concreto del lavoro dei singoli designer possono dare prescindendo dalla produzione in larga scala è lontano da un reale impatto ma questi tentativi appassionati e semplici possono portare alla riscoperta di un design lento volto verso la natura e ai suoi colori e profumi guidandoci verso una maggiore consapevolezza.

Creando materiali con il delicato potere della poetica e la forza persuasiva dei sensi questo lavoro di sperimentazione empirica libero, indipendente e lontano dalle logiche capitalistiche diventa per noi una forma di attivismo che speriamo possa creare reazioni a catena parlando direttamente ai sensi dell’essere umano attraverso l’energia radicante dei cinque elementi, terra, acqua, fuoco, aria ed etere, che fanno parte di tutti i processi che portano alla realizzazione degli oggetti e dei materiali esposti.

Materia, sensi e progetto: a colloquio con Elisa Evaso
Progetto di interior progettato da Monostudio. Foto Anna Ramashova

 

Sempre più spesso negli interni delle case troviamo cromie che evocano elementi naturali: terre, argille, verdi vegetali, toni del cielo. Quanto incide la scelta del colore sulla qualità dell’abitare e sulla connessione emotiva con lo spazio?

Quello che ci ha colpiti dopo le prime fiere è stato che quello che attraeva maggiormente le persone nelle nostre installazioni erano i colori, i materiali che nella loro naturale imperfezione trasmettevano un senso di benessere, che è sempre stato un nostro focus come interior designer ancor prima di intraprendere il percorso con Monoferments. Secondo noi nel futuro non avremo il colore dell’anno ma i colori saranno dettati dai materiali e dalle loro sfumature.

In che modo la biofilia entra nel vostro processo progettuale? Si tratta solo di integrare elementi naturali, o è piuttosto una strategia per attivare risposte sensoriali profonde e generare ambienti rigenerativi?

Per noi la biofilia non è solo l’inserimento di elementi naturali, ma un vero e proprio principio progettuale. L’approvvigionamento attivo alla materia prima che ha costituito piastrelle decorative, tinture per tessuti e biotessili sono state realizzate con un approccio al design lento e volutamente primitivo, nonostante questo approccio possa sembrare ingenuo ci ha portati a realizzare oggetti e materiali che oltre ad avere un basso impatto sull’ambiente sono carismatici e arrivano direttamente ai sensi con il loro “soft power”.

Materia, sensi e progetto: a colloquio con Elisa Evaso
Progetto di interior progettato da Monostudio. Foto Monica+Spezia

Superfici morbide alla vista, luce naturale calibrata, cromatismi che riequilibrano. Che ruolo ha l’ambiente nel rapporto con la persona?

Fin dall’inizio della nostra attività, il nostro interesse principale è sempre stato il benessere dell’utente finale. Viviamo l’80% della nostra vita all’interno di spazi chiusi — siano essi abitazioni o luoghi di lavoro — e il benessere in questi ambienti va studiato fin dalle prime fasi progettuali.

L’idea che guida i nostri progetti è quella di un approccio umanistico, viviamo il nostro lavoro con grande senso di responsabilità.
L’ambiente per noi è un organismo vivo, una soglia sensibile tra l’interno e l’esterno, tra il corpo e lo spazio. Non è mai solo contenitore, ma un attivatore percettivo che accoglie e stimola.

Costruiamo gli interni come esperienze tattili e visive, calibrando materiali, luce e colore per creare una sorta di quiete attiva, dove ogni elemento è chiamato a contribuire a un equilibrio emozionale. Le superfici morbide alla vista, la luce naturale modulata, i cromatismi gentili: tutto concorre a creare un dialogo silenzioso tra l’ambiente e la persona.

Crediamo che l’architettura debba prendersi cura — non solo funzionalmente ma anche percettivamente. Lo spazio, in questa visione, non è uno sfondo neutro ma una presenza che ascolta, accompagna e si modula con chi lo abita.

Materia, sensi e progetto: a colloquio con Elisa Evaso
Progetto di interior progettato da Monostudio. Foto Anna Ramashova

 

Pensare oggi un oggetto di design — come “Tempesta B” — significa anche considerare il suo impatto sensoriale e il dialogo con lo spazio che abita. In che modo il product design può diventare veicolo di benessere, e come si integra nella visione abitativa?

È grazie all’energia radicante dei quattro elementi — terra, acqua, fuoco e aria — che si trovano al cuore di ogni processo dietro la creazione degli oggetti e dei materiali che abbiamo sviluppato nel tempo, che cerchiamo un contatto diretto con l’essenza più primordiale della natura umana.
Il nostro lavoro come designer è iniziato con una ricerca sul riuso dei materiali di scarto, evolvendosi poi verso l’utilizzo di materiali naturali.
La sedia rappresenta un approccio al legno come materiale vivo, utilizzato nella sua interezza. L’alburno e il durame assumono funzioni diverse, con l’intento di creare una nuova connessione tra essere umano e natura, trasmettendo una sensazione di benessere attraverso i sensi.

La sedia racconta la storia dell’albero e, grazie all’uso di piccole tavole, si muove nel tempo senza perdere funzionalità.

Materia, sensi e progetto: a colloquio con Elisa Evaso
Progetto di interior progettato da Monostudio. Foto Anna Ramashova

 

Collezione TEMPESTA

Tempesta nasce come parte di un’indagine più ampia sull’uso integrale del legno e sul riuso del legno urbano, pensata come una collezione per visionari, amanti del selvatico e sognatori. È un abbraccio, un invito a integrare nei nostri spazi l’essenza gentile e potente dei materiali naturali, onorando la relazione tra l’albero, la terra, il sole e il cielo.

I tre colori della collezione si ispirano proprio a questi elementi, riflettendo il legame profondo tra natura e design.
La collezione è un portale per riconnettersi con la natura, riaccendendo lo stupore per le imperfezioni naturali del legno e per il suo continuo movimento nel tempo. Con Tempesta, il design diventa uno strumento per riportare l’attenzione sulla bellezza delle tavole nella loro interezza, celebrando quei piccoli dettagli organici spesso trascurati.

Fasi di progettazione del Progetto Tempesta - Foto AnnaRamashova

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Chi è MONOSTUDIO
Elisa Evaso e Luca Guglieri di MONOSTUDIO

Chi è MONOSTUDIO

Fondato da Elisa Evaso e Luca Guglieri, MONOSTUDIO è uno studio di architettura e interior design con sede a Milano, che lavora al confine tra progetto, ricerca materica e sperimentazione sensoriale.

L’approccio dello studio è caratterizzato da una profonda attenzione al benessere abitativo, alla sostenibilità e all’impatto emotivo degli spazi. Ogni progetto nasce dall’ascolto, dalla lentezza e dal rispetto per il contesto naturale e umano.

Tra installazioni, interni e collezioni di oggetti, MONOSTUDIO esplora una nuova forma di progettualità: poetica, radicata e consapevole.





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