Trace of Water: Aqua Clara e HONOKA reinventano il policarbonato con un progetto di upcycling

Il progetto “Trace of Water” dà nuova vita a bottiglie dismesse attraverso un raffinato processo di upcycling, trasformandole in forme architettoniche dal forte impatto visivo. Un concept innovativo nato dall’incontro tra Aqua Clara e il design lab HONOKA, che unisce estetica, sperimentazione e sostenibilità in una visione progettuale contemporanea.

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Trace of Water Aqua Clara e HONOKA reinventano il policarbonato con un progetto di upcycling architettonicoUn futuro migliore si ottiene attraverso scelte eticamente responsabili. Dalla moda al product design, la sostenibilità è la bussola che deve guidare i creativi di tutto il mondo. In questo orizzonte, l’upcycling emerge come un gesto creativo e consapevole: un’arte silenziosa che salva ciò che sarebbe scarto e lo trasforma in un oggetto nuovo.

È proprio all’incrocio tra sostenibilità ambientale e ricerca estetica che nasce “Trace of Water”, l’affascinante progetto presentato al Fuorisalone della Milano Design Week 2025 negli spazi barocchi di Palazzo Litta. L’azienda giapponese di erogatori d’acqua Aqua Clara, incontra la visione del design lab HONOKA per creare un progetto trasforma semplici bottiglie in policarbonato dismesse in innovativi elementi architettonici.

Il progetto di Aqua Clara e HONOKA si basa su una scoperta affascinante: la resina delle bottiglie in policarbonato di alta qualità, rimaste a lungo a contatto con l’acqua, trattiene una quantità significativa di umidità. Quando il materiale viene riscaldato, l’umidità genera innumerevoli bolle d’aria all’interno della resina, creando un effetto unico che è stato denominato “tracce d’acqua”.

Il fenomeno, lungi dall’essere considerato un difetto, è diventato la caratteristica distintiva di un nuovo materiale architettonico sostenibile, che porta con sé la memoria della sua vita precedente come contenitore d’acqua.

Upcycling, da scarto a risorsa: come nasce il progetto Trace of Water

Il processo creativo di HONOKA per il progetto “Trace of Water” si muove tra ricerca scientifica e visione artistica. Gli artisti hanno adottato un approccio metodico di sperimentazione continua, indagando le qualità intrinseche del policarbonato delle bottiglie d’acqua dismesse di Aqua Clara.

Il lavoro di ricerca ha permesso al team creativo di scoprire il comportamento unico della resina che, dopo lunghi periodi a contatto con l’acqua, riesce a trattenere l’umidità che si sprigiona attraverso microbolle interne.

La direzione creativa HONOKA ridefinisce il concetto di upcycling per abbracciare una filosofia di design capace di restituire soluzioni funzionali, sostenibili e di pregio estetico.

Attingendo a un profondo patrimonio di conoscenze sui materiali e tecniche di lavorazione, il team di progetto ha massimizzato le proprietà strutturali del policarbonato – rigidità e durabilità – trasformandolo in elementi architettonici che fondono eccellenza estetica e praticità d’uso.

Upcycling, da scarto a risorsa: come nasce il progetto Trace of Water
Il concept della mostra viene trasportato nelle sale di Palazzo Litta in modo da enfatizzare la visione di Honoka. Le sale barocche dell’antico Palazzo milanese hanno accolto i visitatori in un’esperienza immersiva in cui il colore blu, omaggio all’elemento acquatico, ha definito il mood dell’ambiente

 

L’impegno sostenibile di Aqua Clara

Al centro del progetto “Trace of Water” si trova Aqua Clara, azienda che ha conquistato una posizione di leadership nel mercato giapponese degli erogatori d’acqua.

Con obiettivi ambiziosi fissati per il 2030, l’azienda ha modificato radicalmente la propria filosofia, trasformando ciò che tradizionalmente sarebbe considerato un problema ambientale – lo smaltimento delle bottiglie in policarbonato non più utilizzabili – in un’opportunità di innovazione circolare.

L’impegno green di Aqua Clara ha trovato spazio nella kermesse del Fuorisalone di Milano: insieme ad HONOKA ha sviluppato un concept che vede nelle bottiglie dismesse un prezioso materiale dal potenziale inesplorato. Il risultato di questa sinergia è stato presentato alla Milano Design Week 2025 presso lo storico Palazzo Litta come parte del prestigioso programma MoscaPartners Variations.

L’impegno sostenibile di Aqua Clara
Il lavoro di HONOKA e Aqua Clara è una testimonianza tangibile di come le aziende possano impegnarsi nel superare il canone “tradizionale” di recupero dei materiali, trasformando i nuovi prodotti in catalizzatori di innovazione e bellezza

 

Sette nuovi materiali architettonici

HONOKA trasforma le bottiglie in policarbonato dismesse degli erogatori Aqua Clara in sette innovativi materiali architettonici nati dall’incontro tra tradizione giapponese e ricerca innovativa.

Fil rouge del progetto è il legame con l’elemento acquatico: HAKUHYO evoca la delicatezza del ghiaccio sottile attraverso piastrelle stratificate dove le microbolle d’aria, risultato dell’umidità trattenuta dalla resina, creano effetti visivi naturalmente variabili, mentre ARARE riproduce la texture della grandine mediante frammenti frantumati e induriti termicamente.

Con AMATSUYU il team di HONOKA ha catturato l’istante in cui le gocce di pioggia impattano sulla superficie dell’acqua, trasformandole in una texture granulare che diffonde magicamente la luce.

NAMIMA è ispirato agli spazi tra le onde, sfrutta variazioni di spessore e il processo di evaporazione dell’umidità durante la fusione per creare gradazioni cromatiche profonde. UROKO reinterpreta il motivo tradizionale giapponese delle squame attraverso una sofisticata stampa 3D a tre strati. SHIRANAMI ricrea l’effetto delle onde bianche combinando estrusione digitale e lavorazione artigianale. Infine, MIZORE rappresenta un secondo ciclo di upcycling dove i materiali precedenti vengono polverizzati e mescolati con resina UV per creare un intonaco semipermanente che ammorbidisce la luce negli ambienti.

Il lavoro di HONOKA parte dalla sperimentazione di nuovi materiali architettonici e si sviluppa in un ampio ventaglio di applicazioni, tra cui sgabelli, lampade e vasi. Con “Trace of Water” il team creativo valorizza le sfumature delle bottiglie a rendere, la capacità assorbente della resina e la resistenza del policarbonato, trasformandoli in oggetti di design raffinati.

ARARE

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Il programma MoscaPartners Variations

Durante la Milano Design Week 2025, MoscaPartners si pone al centro del dibattito creativo contemporaneo con una nuova edizione di “MoscaPartners Variations” ospitata nello splendido scenario barocco di Palazzo Litta.

La mostra collettiva, si è sviluppata quest’anno attorno al tema “Migrations” – un concetto che trascende il semplice spostamento geografico per abbracciare l’incontro di idee, tecniche e visioni culturali.

In questo contesto di scambio intellettuale e culturale si inserisce perfettamente il progetto “Tracce d’Acqua” di Aqua Clara e HONOKA, che rappresenta un’emblematica espressione del viaggio trasformativo dei materiali verso soluzioni sostenibili e innovative.

FAQ Upcycling

L’upcycling è una filosofia innovativa di riutilizzo che si differenzia profondamente dal tradizionale riciclo, ponendosi come pratica creativa e sostenibile in grado di trasformare gli scarti in nuove risorse di valore. Di seguito, alcune delle domande più cercate online da utenti appassionati e professionisti del settore, a conferma del crescente interesse verso questo approccio virtuoso alla progettazione e al consumo. 

Cos’è l’upcycling?

L’upcycling rappresenta una rivoluzionaria filosofia di riutilizzo che si distingue nettamente dal tradizionale riciclaggio. Mentre il riciclaggio è un processo industriale che scompone completamente i materiali (come alluminio, vetro, plastica o carta) per creare nuove materie prime, l’upcycling mantiene l’integrità strutturale dell’oggetto originale trasformandolo in modo creativo.

Qual è la differenza tra upcycling e recycling?

Volendo fare una semplice distinzione, il riciclaggio “degrada” i materiali decomponendoli, mentre l’upcycling li “eleva” conferendo loro nuova vita e funzione. Questa pratica, definita anche “riciclo creativo”, non richiede processi industriali complessi, ma si basa su inventiva e manualità: un mobile obsoleto diventa un pezzo d’arredo unico dopo essere stato levigato e ridipinto, una bottiglia di plastica si trasforma in un vaso o una mangiatoia per uccelli.

Quando nasce l’upcycling?

L’upcycling, sebbene sia diventato un termine popolare solo di recente, ha radici profonde nella storia umana. Il termine stesso emerse per la prima volta nel 1994 in un articolo di SalvoNEWS firmato da Thornton Kay, che citava Reiner Pilz, ma il concetto guadagnò riconoscimento accademico con la pubblicazione del libro di Gunter Pauli nel 1998, inizialmente intitolato “Upsizing” e successivamente ribattezzato “Upcycling”. In realtà, la pratica dell’upcycling ha radici ancora più antiche: durante la Seconda Guerra Mondiale, la campagna britannica “Make Do and Mend” incoraggiava i cittadini a riparare e trasformare creativamente i propri abiti in risposta al razionamento. Arrivando a tempi più recenti, negli anni ’80 e ’90, in un periodo di recessione economica, l’upcycling divenne uno strumento di espressione culturale, particolarmente visibile nel movimento hip-hop.





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