Indice:
- Addolcitori: a cosa servono e quale scegliere
- Eliminare gli inquinanti: l’osmosi inversa
- I carboni attivi: filtri da installare in corrispondenza dei lavandini
- Una soluzione economica: le caraffe filtranti
- Che cos’è il Bonus Acqua
L’acqua del rubinetto molto spesso viene poco considerata, soprattutto per scopi potabili, a causa di dubbi sulla sua qualità. In realtà, l’acqua proveniente dalla rete idrica pubblica è soggetta a rigorosi controlli sui parametri chimici e microbiologici, assicurandone sempre la potabilità e la bontà. I controlli sono di responsabilità del Gestore del Servizio Idrico e l’ATS effettua ulteriori successive verifiche. Questo non significa che non sono mai presenti sostanze potenzialmente dannose, ma che si rispettano con ampio margine limiti di concentrazione, in modo che non siano dannosi per la nostra salute. Inoltre, possono sorgere problemi dovuti alle vecchie tubature di un palazzo o a una scarsa manutenzione.
Poi, per quanto la legge imponga limiti e controlli a livello nazionale, l’acqua dei proviene da fonti differenti e quindi può avere diverse caratteristiche, a livello di composizione chimica, organolettiche e di durezza dell’acqua. Si può decidere di installare un sistema di trattamento dell’acqua perché non piace il sapore, per ridurre il calcare eccessivo che danneggia elettrodomestici e tubazioni o anche per renderla frizzante o ancora per stare più tranquilli ed eliminare ogni dubbio.
Addolcitori: a cosa servono e quale scegliere
Gli addolcitori, diversi dai depuratori, sono impianti che non depurano o migliorano la qualità dell’acqua, ma che riducono la durezza. Si usano per ridurre i problemi dovuti al calcare su elettrodomestici e tubature. Esistono diverse tipologie di addolcitori, un esempio è l’addolcitore a resine a scambio ionico, che attraverso una speciale resina scambia il calcio con il sodio (per questo si usa uno specifico sale). In questo modo, però, la composizione chimica dell’acqua viene alterata. L’addolcitore a campo magnetico, invece, non introduce alcuna altra sostanza, ma trasforma la calcite in argonite, che non provoca incrostazioni. La qualità dell’acqua rimane inalterata, ma l’effetto si riduce allontanandosi dall’impianto.
Eliminare gli inquinanti: l’osmosi inversa
Gli impianti di depurazione ad osmosi inversa eliminano sostanze come metalli pesanti, solventi, cloro, pesticidi. È uno degli impianti più utilizzati per trattare l’acqua ad uso alimentare e sfrutta il processo fisico naturale dell’osmosi inversa, senza ricorre ad alcun tipo di sostanza per modificare l’acqua. Tra gli effetti c’è anche la riduzione dei sali presenti nell’acqua. Viene installato sotto al lavello e non è ingombrante, ma ha un costo abbastanza elevato.
I carboni attivi: filtri da installare in corrispondenza dei lavandini
Si tratta di un sistema di depurazione che prevede l’installazione di uno o più filtri compositi, anche a carboni attivi, che combinati sono in grado di trattenere sostanze organiche più grossolane ed altre come il cloro. Hanno un costo abbastanza contenuto, ma è fondamentale seguire in modo preciso le indicazioni di utilizzo, in quanto sui filtri potrebbero svilupparsi batteri. Agiscono bene sul miglioramento del gusto dell’acqua, ma rischiano di diventare rischiosi per la salute se male utilizzati.
Una soluzione economica: le caraffe filtranti
I minerali contenuti nell’acqua possono essere ridotti anche mediante l’uso di caraffe filtranti, delle brocche d’acqua che contengono dei filtri a carboni attivi, in grado di trattenere alcune sostanze indesiderate, come agenti chimici di varia natura. L’acqua del rubinetto risulta leggera e di buon gusto. Si tratta di una soluzione ideale nel caso in cui si voglia trattare solo l’acqua da bere, senza spendere grandi cifre per impianti fissi.
Che cos’è il Bonus Acqua
Considerate le perplessità che hanno in più della metà degli italiani, il Governo ha introdotto il Bonus Acqua, un credito di imposta che arriva fino a 500 euro per coloro che decidono di installare presso la propria abitazione sistemi di filtraggio, di mineralizzazione, di raffreddamento e di addizione di anidride carbonica alimentare. L’obiettivo è di favorire le abitudini green degli italiani, eliminando l’acquisto di bottiglie d’acqua e riducendo il consumo di plastica. Questo non significa che l’acqua del rubinetto non si possa bere, ma solo che si vuole incentivarne il consumo anche da parte di tutti coloro che, per vari motivi, preferiscono ancora l’acqua in bottiglia.