Indice degli argomenti:
Mettere sul mercato una casa non è necessariamente sinonimo di vendita (o locazione) sicura. L’abitazione deve corrispondere ai criteri di ricerca dei futuri acquirenti, ma soprattutto deve suscitare in loro delle emozioni. Avete presente il famoso “colpo di fulmine”? Quando entriamo in una casa che corrisponde ai nostri gusti, ne siamo immediatamente rapiti.
L’emotional marketing (o più semplicemente marketing delle emozioni) si basa sulla creazione di un’esperienza memorabile capace di colpire nel profondo i processi emotivi della persona. Questa strategia di marketing sfrutta le emozioni dell’utente coinvolgendolo in uno storytelling totalizzante, al fine di abbatterne le resistenze e indurlo ad acquistare il prodotto / servizio.
È da queste premesse che nasce l’home staging, una tecnica di marketing immobiliare il cui obiettivo è quello di valorizzare la casa attraverso interventi mirati per ridurre il tempo di vendita. Un’abitazione curata nel dettaglio è un ottimo biglietto da visita e una via “preferenziale” per una vendita più rapida: secondo i dati di Home Staging Lovers, associazione nazionale di categoria, si parla di un mese e mezzo contro sette mesi di media registrati in Italia. Dalla ricerca emerge che, valorizzando la casa con interventi temporanei e allestimenti gradevoli, la vendita è andata a buon fine nel 97% dei casi con una tempistica media di 46 giorni.
Home staging: storia e significato
Se gli inglesismi non fanno per voi, cerchiamo di comprendere il significato del termine. Con il termine home staging – letteralmente “allestimento o messa in scena” dell’abitazione – si intende una tecnica di marketing utilizzata principalmente dalle compagnie immobiliari per presentare al meglio un immobile su un fattore prettamente di estetica e bellezza, attraverso prodotti multimediali, in modo da poter accrescere l’interesse di potenziali clienti e velocizzare la vendita (fonte Wikipedia).
La persona che si occupa di dare un nuovo look all’immobile è l’home stager, un professionista esperto nel campo del marketing e del design di interni. L’home stager interviene con modifiche non strutturali prima che la casa sia messa sul mercato: attraverso colori, tessuti, disposizione degli arredi, quest’ultimo mostra agli acquirenti una casa accogliente e confortevole. Del resto nessuno desidera vivere in un ambiente male arredato e disordinato: l’home staging esalta il potenziale della casa portando l’acquirente ad immaginare il suo futuro stile di vita.
La pratica nasce negli anni ’80 in America per poi diffondersi nel resto d’Europa. A creare e diffondere questa tendenza è stata Barb Schwarz, la fondatrice dell’International Association of Home Staging Professional (IAHSP). Questa pratica ha preso piede anche nel nostro Paese portando alla fondazione di associazioni di categoria come l’HSL (Home Staging Lovers) realtà finalizzata alla diffusione dell’home staging.
Le fasi di lavoro
Un home stager si occuperà di rendere la casa appetibile e interessante per il pubblico. Ma come si struttura un intervento di home staging?
L’iter di lavoro segue diversi step, primo fra tutti l’analisi e la progettazione. In questa prima fase, l’home stager svolge un sopralluogo e valuta l’immobile per comprendere pregi e difetti da minimizzare. Successivamente si passa alla pianificazione dell’intervento di lavoro vero e proprio. Come detto in precedenza, l’home staging non prevede lavori strutturali come nel caso dell’interior design.
Nella fase di decluttering (ovvero di spersonalizzazione) si rende l’ambiente più “neutro”: troppi oggetti personali non permettono al futuro acquirente di immaginarsi la vita in quell’abitazione.
Dopo aver alleggerito lo spazio l’home stager si occupa di valorizzare gli ambienti della casa. Gli interventi possono includere la pittura delle pareti, la riorganizzazione degli spazi e degli arredi presenti nelle camere. Si prepara la scenografia ideale alla vendita, valorizzando le caratteristiche della casa e creando la giusta atmosfera.
Il professionista segue il venditore in tutte le fasi della progetto, creando anche un piano di marketing per la vendita correlato da foto professionali e un progetto 3D dell’ambiente.
Oggi un home stager deve saper realizzare un ambiente seguendo i criteri della sostenibilità e saper progettare lo spazio in modo ecologico. Come riporta l’Accademia Italiana Staging & Redesign, questa figura può essere un Eco Stager, un professionista capace di studiare il progetto secondo criteri eco-friendly.
Un progetto di redesign in chiave green vede l’utilizzo di arredi e vernici ecosostenibili, soluzioni d’illuminazione a risparmio energetico, upcycling e opportuni accorgimenti per rendere la casa sostenibile.
Home staging: i corsi da seguire
Come fare per diventare home stager? Esistono dei percorsi di formazione ad hoc? L’offerta formativa dedicata a questo mondo è ampia: esistono numerosi corsi che accompagnano lo studente nell’apprendimento delle tecniche legate alla valorizzazione delle abitazioni da immettere sul mercato.
Trattandosi di una professione ormai in ascesa, le scuole di formazione tra cui scegliere sono molte, tutte con un corso pratico teorico-pratico per apprendere al meglio le nozioni di marketing immobiliare. Vi proponiamo allora una breve lista dei corsi in Italia.
A Milano troviamo Karisma Home Staging e il suo percorso di Academy. La formazione proposta dalla scuola segue un percorso teorico e pratico che permette agli alunni di intraprendere la professione di home stager.
L’Accademia Italiana Staging & Redesign di Bologna è diretta da Fosca De Luca, fondatrice dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers. L’accademia propone corsi base, oltre a moduli di specializzazione mirati.
L’Istituto Europeo di Design di Roma eroga un corso dedicato, un’opportunità per apprendere dal vivo le tecniche di valorizzazione immobiliare in abitazioni in affitto o in vendita.