È stata una situazione nuova per noi quella dello smart working, ma forse neanche tanto nuova se pensiamo che il primo esperimento pratico di telelavoro risale al 1972 all’interno della USC (University of California) quando per 9 mesi un gruppo di ricercatori adattò i concetti di Nilles, scienziato aerospaziale americano, a una compagnia assicurativa: si accorsero anche loro del grande successo e del considerevole risparmio sia di soldi che di tempo, ma le resistenze alla nuova metodologia furono molto forti tanto che allora solo il 3% delle persone lavorava tramite telelavoro. Non erano ancora pronti a un cambiamento così drastico.
Lo smart working oggi: presente e futuro
Oggi, a di stanza di 40 anni, lo smart working lo abbiamo nostro malgrado “subito”, ci siamo ritrovati chiusi in casa a inventarci di punto in bianco delle postazioni di lavoro nelle varie stanze di casa, dando sfogo a tutto il nostro estro creativo cercando di capire, in quella che era diventata una quotidianità obbligata, come incastrare un tavolino tra il divano e la porta della cucina o come non essere costantemente sfrattati dal tavolo della sala per il pranzo e la cena.
Non eravamo pronti per accogliere lo smart working nelle nostre vite e nelle nostre case ma con il tempo si è trasformato da imposto e temuto a sempre più uno stile di vita e una richiesta sia da parte di lavoratori sia da parte dalle aziende.
Come le nostre case si sono adattate in questi ultimi anni? Come si sono evolute? Quali sono state le esigenze e le richieste anche nei confronti del mercato immobiliare?
Secondo alcune ricerche immobiliari, la seconda priorità richiesta dopo il giardino o una grande terrazza, è stata e lo è tuttora quella di avere una stanza in più da dedicare allo studio o avere degli spazi versatili che permettano il posizionamento di una postazione home-office.
5 consigli per creare la vostra postazione di lavoro a casa
1. Le stanze migliori dove inserire una postazione
Non c’è una stanza migliore o peggiore, esiste la postazione migliore per te, per le tue esigenze e necessità. Non mi stancherò mai di dirlo.
A partire da questo concetto fondamentale, ogni stanza può essere utilizzata per svolgere lo smart working, l’importante è:
- studiare bene i volumi e gli ingombri degli arredi esistenti e quelli che andrai a inserire (la larghezza minima di una scrivania per essere funzionale è di 120 cm);
- valutare di avere abbastanza spazio vitale tra gli arredi e i passaggi tenendo presente che il piano scrittoio per essere funzionale dev’essere profondo 60 cm e l’ingombro della persona seduta permettendogli il corretto movimento è di 80 cm;
- accertarsi della sicura accessibilità alle prese elettriche senza avere mille cavi in giro per la stanza con attacchi pericolosi. Valuta eventualmente attraverso la consulenza di un elettricista la possibilità di aggiungere prese (frutti) nei punti elettrici già esistenti della casa;
- assicurarsi di avere il giusto ricircolo di aria e luce naturale per un miglior benessere psicofisico.
In ogni stanza della casa puoi ricavare una postazione dedicata allo smart working, dalle situazioni più classiche come soggiorno e camera da letto alle più inusuali come il sottoscala, il corridoio, il balcone (se c’è la possibilità da parte del condominio di poterlo chiudere come veranda), fino ad arrivare all’ultima frontiera del… troverai questa tips come bonus finale dell’articolo.
2. Arredi versatili
Se non hai la possibilità di avere una stanza intera da dedicare allo smart working, gli arredi oggi giorno vengono in aiuto con soluzioni pratiche e funzionali.
Nella zona giorno puoi dedicare una parte del mobile tv/libreria al piano scrittoio, se in continuità e dello stesso stile ancora meglio così da risultare in armonia e mimetizzato. E se fosse appeso al muro, come un pensile, ma nascosto? Con dei meccanismi a ribalta il tavolo passa da verticale a orizzontale in un battito di ciglia.
Con il divano a centro stanza una soluzione che mi piace molto è accostare la scrivania allo schienale del divano, di sicuro impatto scenico che permette una prospettiva a tutto campo. Lo stesso concetto del piano pieghevole lo si può allargare anche alle madie ricordando le antiche vetrinette con tutti i cassettini a scomparsa. Ve le ricordate?
Puoi chiedere al tuo mobiliere di inserire un piano con meccanismo telescopico all’interno di una base della cucina.
In camera da letto, se l’armadio o la cabina armadio è abbastanza capiente, si può dedicare al suo interno un vano alla postazione home-office. Un po inusuale, sono d’accordo con te, ma di necessità virtù.
Come per il divano, se il letto è a centro stanza si può posizionare una consolle alle sue spalle oppure, se vivi un piccolo ambiente come un monolocale, puoi valutare degli arredi trasformabili che passano da letto a tavolo in poche mosse.
Se hai poco spazio, come in corridoio, ci sono dei pratici piani pieghevoli che chiusi occupano davvero poco spazio avendo uno spessore minimo che con un semplice meccanismo si bloccano e diventano dei pratici piani d’appoggio.
3. Postazione ergonomica
Non credere di dover per forza nascondere la tua postazione di lavoro perché gli arredi da ufficio sono brutti. Anni fa erano dei parallelepipedi incolore senza emozioni. Ma per fortuna le aziende nel tempo si sono evolute, hanno capito le necessità dei consumatori, e hanno sviluppato dei progetti davvero molto carini esteticamente che si fondono benissimo con gli arredi di casa trasformandoli in oggetti di design da fare invidia a molti mantenendo ad alti livelli le prestazioni ergonomiche.
Queste importanti informazioni sono normate dalla legge 81/08, o testo unico sulla sicurezza, che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. In questa legge sono normati tutti i criteri che rendono una postazione sicura per il lavoratore.
Ti confido un segreto: sto pensando di acquistare delle seggioline denominate “visitatore”, ovvero quelle che trovi nelle sale d’attesa, nelle hall degli alberghi o fronte scrivania, per il tavolo della nostra sala. Faranno un figurone!
Ma torniamo a noi, ovvero al matrimonio tra ergonomia e design.
La prima cosa fondamentale a cui prestare attenzione è la seduta. Stare seduti anche solo dieci minuti su una sedia non idonea alla nostra fisicità o al tempo per cui staremo seduti, può rovinarci alcune giornate con un bel mal di schiena.
Una seduta ergonomica è così definita quando segue la nostra personale ergonomia e si può regolare in base a diversi meccanismi.
Vediamo i principali:
- Regolazione altezza e profondità seduta
- Regolazione altezza braccioli
- Inclinazione dello schienale con regolazione della sua tensione all’inclinazione
Solo dopo aver individuato il modello più idoneo a te ti puoi sbizzarrire con i materiali e i colori, troverai sicuramente quello che fa per te e che si abbina alle finiture della tua casa.
La scrivania non è più una semplice scrivania ma un vero e proprio oggetto d’arredo versatile e altamente personalizzata. E se ti dicessi che esiste un secretaire elegante e discreto, realizzato con materiale fonoassorbente, e regolabile in altezza, che ti permette di svolgere il tuo lavoro nelle diverse ore e mansioni della giornata? Ho aumentato ancora di più la tua curiosità e il tuo interesse, lo so…
In qualsiasi stanza tu abbia trovato il tuo habitat lavorativo, non sottovalutare mai l’altezza del monitor. Il centro del monitor dev’essere ad altezza occhi (un po’ come per i quadri di casa) e se ti sei reso conto che attualmente non è così, ci sono in commercio dei bracci porta monitor da agganciare alla scrivania oppure utilizza dei rialzi (anche con cassettini dove contenere la cancelleria).
Una curiosità
Se l’ambiente dove andrai ad inserire la tua postazione non è acusticamente soddisfacente, il suono rimbomba o fa eco (primaria causa di mal di testa nei luoghi di lavoro, a scuole e locali pubblici), puoi inserire degli elementi fonoassorbenti che ti possono aiutare a mitigare le onde acustiche, ad esempio dei separè autoportanti (dai più lineari e minimal a quelli più creativi), oppure un lampadario a sospensione con pannello fonoassorbente integrato, inserire delle tende, un pouffe o decorazioni murali.
Attenzione: i pannelli o gli elementi fonoassorbenti non eliminano drasticamente il rumore ma mitigano il riverbero migliorando l’effetto acustico.
4. Illuminazione
Se c’è una bella giornata va tutto bene. Abbiamo il sole che ci illumina nelle varie ore secondo il suo ciclo circadiano e non ci rendiamo conto del suo beneficio e aiuto su di noi e sul nostro lavoro. Ma nelle giornate uggiose, nebbiose o alla sera, quando siamo costretti ad accendere la luce artificiale, come si comporta il nostro personale ciclo circadiano?
Fermiamoci un attimo a pensare: la luce naturale durante il giorno cambia di colore e intensità (se non ci credi prova a fotografare la stessa angolatura nelle varie ore della giornata, dalla mattina presto a dopo il tramonto e poi mettile a confronto. Ti stupirai). La luce artificiale invece è fissa alla stessa intensità a qualsiasi ora della giornata.
La domanda che pongo spesso è: perché nel 2023 dove personalizziamo qualsiasi accessorio, ci accontentiamo di una luce fissa, dando ancora più importanza all’estetica e al brand piuttosto che al nostro benessere?
In commercio troviamo alcune aziende, a mio avviso ancora troppo poche, che producono luci biodinamiche completamente regolabili sia nell’intensità luminosa sia nei gradi Kelvin, così da gestire in totale autonomia la luce migliore per noi in qualsiasi momento della giornata seguendo il nostro bio ritmo.
5. Verde naturale
Le piante naturali hanno da sempre degli effetti positivi sul nostro benessere psicofisico e quindi perché non portare questi benefici anche nei nostri luoghi di lavoro?
Vediamo insieme i principali:
- Aumentano la produttività e la creatività delle persone del 15% filtrando le tossine presenti nella stanza
- Migliorano la qualità dell’aria che respiriamo
- Assorbono il rumore di fondo: alterna piante più grandi negli angoli della stanza con piante più piccole su scrivanie e librerie
- Riducono lo stress
- Riducono il consumo energetico aumentando l’umidità e abbassando la temperatura nell’edificio
Prima di procedere con l’acquisto assicurati con il tuo vivaista di fiducia che la pianta che hai individuato vada bene per il tuo ufficio, principalmente in base a quanta luce naturale entra nel tuo ufficio in quanto non tutte le piante vanno bene in ambienti scarsamente illuminati o spazi con finestre rivolte verso il sole battente.
Ad esempio, le Lingue di suocera e le Zamioculcas sono molto apprezzate da chi lavora in ambienti chiusi in quanto sono piante resistenti che non necessitano di troppa luce e sono più propense a vivere in qualsiasi ambiente d’ufficio. Inoltre non richiedono troppa attenzione avendo entrambe foglie grasse e succulente. Anche la Pothos è una pianta che richiede poca manutenzione e che dona una bellissima macchia di colore.
Personalmente mi ha dato tante soddisfazioni la Spatafillo, proprio a me che sono per eccellenza un pollice nero.
Una curiosità
In ogni stanza della casa puoi ricavare una postazione dedicata allo smart working, dalle situazioni più classiche come soggiorno e camera da letto alle più inusuali come il sottoscala, il corridoio, il balcone (se c’è la possibilità da parte del condominio di poterlo chiudere come veranda), fino ad arrivare all’ultima frontiera del lavoro mentre si fa attività sportiva.
In che modo? Basta posizionare il tapirulan al posto della sedia (in questo caso con una scrivania regolabile in altezza di cui abbiamo parlato prima) oppure pedalare sulla cyclette adibita a scrivania dove mentre pedali ricarichi i dispositivi elettronici. Sembra il futuro ma è già realtà.Non so se lo spazio dove lavori tu sia per te fonte di ispirazione, se ti aggrada alla vista o invece non vedi l’ora di scappare perché ti senti soffocare, ma spero che questi piccoli e utili consigli ti aiutino a passare le tante ore lavorative nel migliore dei modi.
Se ti sei perso il primo articolo di Letizia Bonatti dedicato agli spazi outdoor leggi qui