Caldaie a gas, fine degli incentivi? Cosa succede nel 2024 e quali modelli installare

La direttiva Ue sulle Case Green prevede diverse novità, una di queste riguarda la caldaie a gas. Gli incentivi fiscali destinati al loro acquisto stanno per sparire. Ecco in quali tecnologie sostenibili conviene investire oggi.

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Caldaie a gas, fine degli incentivi Cosa succede nel 2024 e quali modelli installare

Migliorare le prestazioni energetiche in casa, ridurre le emissioni di CO2, frenare il surriscaldamento globale sono alcuni degli obiettivi della direttiva Ue sulle Case green. Questa prevede che, salvo alcune eccezioni, gli immobili residenziali dovranno passare alla classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033 e che tutti gli edifici dovranno essere a “emissione zero” dal 1° gennaio 2028.

La direttiva riguarda anche le caldaie a gas, molto diffuse in Italia e particolarmente inquinanti poiché alimentate da combustibili fossili. Per disincentivare l’acquisto, l’Europa impone lo stop alle agevolazioni fiscali destinate a chi le compra. La data da segnare sul calendario è il 1° gennaio 2024.
Questo è soltanto il primo passaggio che porterà al divieto di installare in casa le tradizionali caldaie a combustione (atteso, probabilmente, nel 2025).

Ecco cosa dovrebbe sapere chi ha intenzione di sostituire la vecchia caldaia, i modelli consigliati e quelli “alternativi” ammessi dall’Ue nei prossimi anni.

Addio incentivi per le caldaie a gas?

L’Unione europea è determinata a ridurre la quantità di CO2 nell’aria, principale causa dell’inquinamento atmosferico e del surriscaldamento globale. Per questo stanno per finire gli incentivi fiscali per acquistare e sostituire la vecchia caldaia con un modello a gas, un importante passo in avanti nella lotta contro il cambiamento climatico.

Lo stop definitivo ci sarà a partire dal 1° gennaio 2024, da quella data i cittadini non potranno più acquistare in maniera agevolata le caldaie alimentate da combustibili fossili; in altre parole sparisce il cosiddetto “bonus caldaia” al 65%.

Nel 2025, invece, dovrebbe scattare su scala europea il divieto di installare le caldaie a casa:

● negli edifici di nuova costruzione;
● negli immobili in cui si eseguono interventi di ristrutturazione.

Le migliori alternative alle caldaie a gas

Come detto poc’anzi, l’obiettivo della direttiva Case green è incrementare la diffusione di tecnologie più sostenibili, quindi alternative ai combustibili fossili. Ciò al fine di stimolare i consumatori a scegliere metodi di riscaldamento meno inquinanti e le aziende ad investire di più nelle fonti di energia rinnovabile.
Le migliori alternative alle caldaie a gas attualmente sul mercato sono le pompe di calore, le caldaie a condensazione e, ancora, tutti questi sistemi di riscaldamento a biomassa (come la stufa a pellet) e alimentati a idrogeno o biometano.

Addio incentivi per le caldaie a gas

Quali bonus e agevolazioni saranno in vigore?

In seguito alla cancellazione del bonus caldaia a partire dal 2024, è verosimile che il governo preveda sconti, agevolazioni e bonus per chi sceglierà tecnologie alternative.
La direttiva Case green non entra nel merito delle agevolazioni fiscali – appannaggio dei singoli Paesi membri – tuttavia pone l’accento sulla necessità di aiutare le famiglie economicamente più deboli a compiere la transizione ecologica.
L’obiettivo è non lasciare indietro i nuclei a basso reddito che, secondo criteri da determinare nei prossimi mesi, verranno aiutati nell’acquisto di tecnologie più sostenibili rispetto ai combustibili fossili.
Vuol dire che, nonostante la scadenza degli incentivi per le caldaie a gas, dovrebbero restare in vigore i bonus per i combustibili rinnovabili (biometano o l’idrogeno) e per i sistemi ibridi.

Quanto inquinano le caldaie a gas?

Le caldaie a gas sono tra i metodi di riscaldamento che inquinano di più. Secondo una ricerca del CNR risulta che producono una quantità di polveri sottili tra 1 µm e 10µm che non è assolutamente trascurabile, specie se si considera l’alta densità di caldaie presenti nei centri abitati. In città infatti la quantità di polveri sottili nell’aria è già elevata per via del traffico, degli scarichi e del processo di combustione del legno e dell’industria.
Per questo motivo l’Ue ne impone la graduale sparizione a partire dal 2025.

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