Sistemi d’allarme in casa: cosa sapere su sicurezza e privacy

Quanto sono affidabili i sistemi d’allarme e come proteggere la propria privacy e la sicurezza in caso di videosorveglianza? Regole, accorgimenti da seguire e pro e contro dei principali sistemi antifurto.

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Sistemi d’allarme in casa: cosa sapere su sicurezza e privacy

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Esistono diversi modi per proteggersi dai ladri, tutto l’anno oppure durante il periodo estivo quando si è in vacanza. Alcuni più tecnologici e all’avanguardia di altri come i sensori e le telecamere connesse ad internet e gestibili tramite tablet o smartphone.

Nonostante i passi da gigante della tecnologia, non esistono sistemi d’allarme infallibili: alcuni possono essere manomessi con più facilità di altri oppure pongono il problema della tutela della privacy di chi vive in casa o dei passanti (si pensi alla videosorveglianza).

Come scegliere il sistema d’allarme migliore? Quali sono gli accorgimenti da seguire per avere maggiore sicurezza in casa? Evidenzieremo pro e contro delle varie tipologie di antifurto con particolare attenzione alla videosorveglianza, la quale ha richiesto in più occasioni l’intervento del Garante della privacy sul tema della conservazione/diffusione delle immagini raccolte.

Sistemi d’allarme: quanti sono e come scegliere il più sicuro

Sistemi d’allarme: quanti sono e come scegliere il più sicuro

La ragione che spinge sempre più persone a dotarsi di un sistema di allarme domestico è la ricerca della sicurezza. Un antifurto infatti è sia un deterrente per i ladri sia il metodo più efficace per assicurare l’intervento immediato delle Forze dell’ordine.

Ma i sistemi di sicurezza non sono tutti uguali e, nel corso degli anni, hanno subito una notevole evoluzione e grazie all’avanzamento tecnologico e alla domotica: oggi molti di questi sistemi sono wireless e connessi al telefono o al tablet. Resta però il grande tema della sicurezza: quali sono i sistemi d’allarme più efficaci? Come individuare le “falle” del sistema? Come tutelare la privacy in caso di videosorveglianza domestica?

Per rispondere a questi interrogativi serve innanzitutto conoscere i vari antifurto domestici e scegliere quello più adatto alle proprie esigenze. Sul mercato è possibile trovarne i più svariati per modalità di funzionamento e fasce di prezzo: wireless, cablati, rilevatori di contatto magnetico, telecamere infrarossi o ultrasuoni. Per essere davvero utili, questi dovrebbero comunicare con le Forze dell’ordine per assicurare l’intervento tempestivo. Tuttavia, anche se di ultima generazione, i sistemi d’allarme potrebbero “saltare” a causa di sbalzi di corrente o programmazione errate.

La videosorveglianza

I sistemi di videosorveglianza sono tra gli antifurto più diffusi nelle case italiane. Garantisce sicurezza e può riprendere più zone della casa e del giardino contemporaneamente. Le telecamere sono connesse tra loro, comunicano con le Forze dell’ordine h24 che conservano le immagini per il tempo necessario indicato dal Garante della Privacy.

La videosorveglianza ha dei punti deboli: le telecamere possono essere manomesse dai ladri o semplicemente oscurate con un panno o il nastro adesivo. Oltre a questo, un sistema di videosorveglianza pone non pochi problemi di privacy, sia nei confronti degli abitanti della casa che dei passanti.

Impianti a raggi infrarossi

Questo sistema ha il vantaggio di essere meno costoso delle telecamere e consentono di rilevare gli intrusi tramite rilevatori di movimento che fanno scattare un antifurto sonoro. Chi opta per questa soluzione deve fare attenzione a inserire correttamente l’allarme e assicurarsi che siano inclusi tutti gli ambienti perimetrali della casa.

Sistemi di sicurezza wireless

I sistemi senza fili stanno guadagnando terreno per via del costo basso e della comodità, infatti per installarli non sono necessari lavori di muratura o di altro tipo.
Funzionano grazie alle onde elettromagnetiche via etere e sono alimentati da batteria a lunga durata. Il vantaggio del sistema d’allarme wireless è che funziona anche in caso di blackout (grazie alle batterie), ma ha un limite che ne compromette la sicurezza: le interferenza audio possono alterarne il funzionamento creando delle falle, per questo è importante scegliere sistemi di alta qualità e ultima generazione.

Impianti con contatti magnetici

Questi sono i più economici e diffusi e funzionano tramite sensori magnetici che “scattano” non appena un ladro tenta di passare dalla porta o dalla finestra. Sono però facilmente eludibili avvicinando un magnete al contatto, pratica non complessa per un ladro esperto. Soltanto i modelli più recenti non hanno questo punto debole e dunque sono più sicuri.

Come risolvere i problemi di sicurezza degli allarmi

Come risolvere i problemi di sicurezza degli allarmi

A prescindere dalla tipologia, esistono una serie di buone pratiche per monitorare il corretto funzionamento del sistema:
● cambiare antifurto se datato e sostituirlo con uno più all’avanguardia;
● verificare la presenza della copertura;
● monitorare che la suddivisione in zone e la programmazione siano corrette;
● ricordarsi di sostituire le batterie (di solito durano due anni);
● monitorare i falsi allarmi e cercare di capirne la causa.

La videosorveglianza può ledere la privacy del condominio?

Un altro tema sensibile che sempre ha a che fare con la sicurezza dei sistemi d’allarme riguarda il rispetto della privacy dei soggetti non direttamente interessanti all’impianto di videosorveglianza. Difatti la volontà di difendersi dai furti non può in nessun caso ledere la riservatezza altrui.

Questo problema è particolarmente sentito in condominio. I sistemi di sicurezza installati dal singolo condomino potrebbero riprendere altri condomini o passanti senza o contro la loro volontà, ad esempio se puntano su scale, corridoi e giardini.

A tutela della riservatezza di tutti, il Garante della Privacy indica tre accorgimenti da seguire:

  • la videosorveglianza non deve mai riprendere aree condominiali comuni o di terzi;
  • le telecamere private non devono puntare su aree aperte al pubblico, come strade, parcheggi e giardino condominiale;
  • immagini, video e foto frutto delle riprese che ritraggono terze persone non devono essere diffuse.

Che succede, invece, se il sistema di videosorveglianza non è installato per la sicurezza del singolo, ma in favore dell’intero condominio? In questa particolare ipotesi, ovviamente, le regole della privacy cambiano perché si potranno riprendere spazi di comune passaggio come l’ingresso e le scale.

Ma attenzione a una condizione: prima dell’installazione ci deve essere una assemblea condominiale ad hoc in cui la maggioranza dei millesimi presenti deve dare il consenso. Senza consenso espresso, come prevede l’articolo 1136 del Codice civile, non ci può essere il via libera alle telecamere.
Inoltre, anche in caso di installazione, è obbligatoria la presenza di cartelli che segnalino la presenza delle telecamere.

Telecamere in casa, bisogna avvisare baby-sitter e collaboratori domestici?

C’è poi un altro aspetto da considerare. Chi ha in casa un sistema d’allarme (telecamere, sistemi wireless o magnetici) deve avvisare baby-sitter, badanti e collaboratori domestici?
Un dubbio più che lecito soprattutto tra coloro che scelgono di dotarsi di telecamere che invadono la privacy altrui. Il tema si fa ancor più spinoso perché nel nostro ordinamento non è legale riprendere dipendenti e collaboratori per controllare come svolgono le mansioni.

Il Regolamento del Garante della privacy prevede che il datore debba sempre informare colf, baby-sitter e altri collaboratori domestici della presenza delle telecamere e di rispettare le regole seguenti:

● non è ammessa la videosorveglianza in ambienti come bagni e spogliatoi;
● i dati acquisiti tramite smart cam devono essere protetti con misure di sicurezza idonee, soprattutto se le telecamere sono connesse ad internet e quindi possono avere una vastissima diffusione.

Invece, non sembrerebbe esserci alcun obbligo informativo circa la presenza di altri sistemi d’allarme diversi dalla videosorveglianza, anche se per una questione di praticità spesso ai collaboratori vengono comunicati i dettagli del sistema per evitare di innescarlo involontariamente.

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