Danilo Fedeli è la firma di diverse aziende, in particolare del settore bagno, per cui disegna oggetti tecnici – rubinetteria, arredo, accessori – che mixano aspetti tecnologici e produttivi, oltre che estetici, e stand capaci di presentare le collezioni in modo sempre nuovo.
Grande conoscitore di questa zona della casa estremamente high-tech, ma nel contempo fluida e per certi versi “delicata”, ci racconta quali siano i termini imprescindibili oggi nel processo di concezione e di definizione di un oggetto, a qualunque scala. Aprendo ai temi della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale.
Come si pensa e si realizza un prodotto: a colloquio con Danilo Fedeli
Il tema della sostenibilità è ormai una costante dei processi progettuali e produttivi: lei in generale come lo interpreta, e, soprattutto, come lo traduce nelle fasi iniziali di ideazione e di costruzione di un prodotto?
La sostenibilità impone oggi un nuovo modo di progettare. Le prima fasi di ideazione sono le più importanti, perché partendo da un’idea estetica dobbiamo sin da subito conoscere e ipotizzare i materiali che concorreranno alla realizzazione; parlare di materiali significa valutare spessori, lavorazioni e processi produttivi, fortemente connessi nella filiera della sostenibilità. Se un’idea non è compatibile con questi principi, viene subito scartata.
Diversi suoi progetti riguardano il bagno: come sta cambiando, dal punto di vista delle abitudini e del gusto delle persone, oltre che dell’attenzione per l’ambiente?
Il bagno, unitamente alla cucina, è l’ambiente che ha subito le maggiori evoluzioni estetiche e tecnologiche dell’ultimo decennio. Non a caso, entrambi sono quelli di maggior consumo energetico e idrico. La sala da bagno non è più di solo servizio: oggi rappresenta uno spazio rigenerativo, dove recuperare equilibrio ed energia. Questa ricerca sposta l’asset estetico in una dimensione sempre più naturale, dove il richiamo ai colori della natura e l’inserimento di materiali naturali – come pietre, marmi e legno – sono dominanti.
Tra i prodotti firmati da lei ci sono anche diverse collezioni di rubinetti: quali sono oggi le sfide formali e nel contempo tecniche che questi oggetti sofisticati richiedono?
Spesso dietro a un rubinetto si celano soluzioni tecniche e tecnologiche estremamente evolute. L’attenzione delle principali aziende di settore è rivolta al risparmio idrico ed energetico: risparmiare acqua quando si usa un rubinetto e l’utilizzo di quella calda solo quando ne abbiamo effettivamente bisogno sono il focus del prodotto.
Da un punto di vista estetico, oggi la grande sfida è quella di creare oggetti in grado di sorprenderci. Dare vita a un’emozione attraverso un nuovo sistema di apertura, piuttosto che una forma estrema e ultra sottile, senza mai perdere di vista il concetto che un rubinetto dovrà sempre fondersi in modo discreto nell’ambiente che lo accoglie.
La progettazione di uno stand fieristico, invece, che è un’altra costante del suo lavoro, su quali concetti funzionali e comunicativi deve basarsi, nell’era della smaterializzazione delle informazioni e della sensorialità? Può risultare realmente sostenibile?
Dopo il periodo della pandemia, le esposizioni fieristiche sono profondamente cambiate. Ho sempre sostenuto che uno stand fieristico debba essere un’estensione sincera di un’azienda, focalizzandone le qualità ed evidenziandole. Quindi ambienti aperti e spaziosi, percorsi immersivi dove poter accogliere un visitatore nel racconto dell’azienda… E soprattutto far sentire le persone a proprio agio, in modo che possano essere aperte a scoprire i prodotti presentati.
Rendere sostenibile la creazione di uno stand non è cosa semplice, poiché vincoli normativi e temporali impongono rigide regole che non lasciano grandissima possibilità nella selezione dei materiali. Tuttavia è possibile intervenire in modo consapevole progettando con flessibilità, cioè creando gli spazi con un criterio di modularità, in modo che questi possano essere riutilizzati in più manifestazioni e per più anni. Un concetto che già applichiamo da alcuni anni ai progetti per i nostri clienti, creando filoni estetici che saranno proposti e riadattati per almeno tre appuntamenti fieristici.
Nell’ideazione di un oggetto o di un arredo, ha la possibilità di intervenire in qualche modo anche sulle sue modalità produttive industriali?
L’approccio al progetto, per quello che riguarda la mia filosofia, parte da una visione estetica, ma sin da subito affronta un’analisi tecnico-costruttiva. Pertanto, la definizione del processo produttivo si muove in parallelo con la fase di studio preliminare. Avendo ben chiaro come costruire e realizzare un prodotto si possono anticipare gli step di ingegnerizzazione e quindi di fattibilità. Spesso, incrociando esperienze avvenute su settori diversi, si possono così apportare reali innovazioni.
L’intelligenza artificiale influenzerà il mondo del progetto in futuro?
Ritengo che l’intelligenza artificiale entrerà repentinamente nella nostra società e potrà condizionare anche il modo di progettare. Forse alcuni canoni estetici si omologheranno e alcune aziende potrebbero adottare questi schemi, seguendo solo logiche di mercato.
Tuttavia il lavoro del designer sarà sempre più selettivo, perché la vera innovazione potrebbe essere legata solo a illuminati visionari. Quello che possiamo fare è cercare di capire precocemente quali sono le evoluzioni di mercato ed estetiche e lavorare con passione su progetti capaci di regalare emozioni.
3DF Design
“La prerogativa di ogni progetto è quella di studiarne non solo gli aspetti estetici, ma soprattutto quelli tecnici e produttivi, curando scrupolosamente ogni minimo dettaglio”.
Lo studio 3DF Design, fondato da Danilo Fedeli, sfrutta un approccio originale nei progetti, in cui esperienze estetiche e tecniche diverse si mescolano, trasformando gli stimoli in risultati innovativi e iconici.
Il design è un sistema progettuale che parte sempre dall’unicità del cliente, con le sue caratteristiche e capacità, per arrivare alla creazione di prodotti capaci di esaltare le caratteristiche del brand.
Al product design lo studio alterna soluzioni per interni residenziali, showroom, spazi commerciali e progetti di brand identity e di consulenza tecnica per le aziende.
Foto in apertura: Allestimento a cura di Danilo Fedeli dello stand di GB Group Srl al Salone del Mobile 2024