L’opzione di cambiare il pavimento senza rimuovere quello esistente, magari rovinato o di gusto sorpassato, risolve i disagi dovuti ai lavori di demolizione e di ricostruzione e riduce sia la produzione di rifiuti edili sia l’impegno economico. Senza per questo perdere in estetica: la sovrapposizione di un nuovo rivestimento rappresenta oggi infatti una valida alternativa anche per ottenere un risultato gradevole alla vista, oltre che funzionale.
Quando si può tenere sotto il pavimento esistente?
La fattibilità del cambiare pavimento senza rimuovere quello sottostante dipende essenzialmente da alcuni fattori architettonico-strutturali:
- stato del fondo, che deve essere stabile e planare;
- tipo e stabilità del rivestimento posato, atto a supportare un nuovo strato e saldamente aderente al massetto sottostante per garantire a sua volta la tenuta della nuova pavimentazione sovrapposta;
- materiale e spessore di quello nuovo, che si intenda sovrapporre, per non andare a caricare di peso la soletta e soprattutto non innalzare le quote a tal punto da dover modificare la posizione delle porte.
Eventuali vizi dello stato di fatto – irregolarità della planarità, presenza di fessurazioni molto evidenti, distacco parziale del rivestimento – si possono correggere con la posa di prodotti ad hoc, come gli autolivellanti, i primer riempitivi e sigillanti, le colle.
Quali pavimenti si possono sovrapporre?
I rivestimenti da preferire in caso di sovrapposizione su una pavimentazione preesistente sono quelli dallo spessore ridotto e dal peso non eccessivo, oltre che dalla posa semplificata. In linea generale risultano idonei:
- il gres porcellanato in grandi lastre extrasottili ma particolarmente resistenti, oltre che impermeabili e ormai disponibili in una ampissima varietà di formati, texture, finiture (spazianti dall’effetto marmo al cemento, dal metallo al legno);
- il laminato, che riprende l’aspetto di diverse essenze di legno in spessore ridotto e con posa semplificata ad incastro;
- il pvc e il vinile, impermeabili e resistenti, oltre che più elastici di altri materiali e molto sottili, disponibili in una vasta gamma di colori e di decorazioni;
- la resina, che si stende in strati millimetrici (previo però autolivellante o primer che elimini il pur minimo reticolo ribassato delle fughe del pavimento vecchio) senza fughe, in palette ed effetti superficiali pressoché infiniti;
- i rivestimenti tessili tecnici, versione contemporanea della moquette, che si distinguono per comfort al tatto, insonorizzazione e svariate possibilità decorative.
Come coprire il vecchio pavimento?
La fase iniziale di verifica e preparazione del fondo su cui applicare il nuovo rivestimento è fondamentale per la buona riuscita dell’opera di trasformazione: il pavimento preesistente deve essere stabile, saldo, complanare e soprattutto ben pulito ed eventualmente sgrassato. Tutti i possibili difetti vanno corretti con la stesura di prodotti autolivellanti o di primer adatti allo scopo, in modo che il piano offra la migliore aderenza possibile.
La posa in opera – che il più delle volte si può fare anche fai da te, se si posseggano buone doti manuali e si abbia la strumentazione adatta –, pur potendo variare a seconda del materiale scelto, avviene il più delle volte a colla, metodo veloce e pratico che non implica rilevanti spessori aggiuntivi. Inoltre, così si crea un nuovo strato perfettamente solidale con quello sottostante.
Se però non si desideri coprire il rivestimento vecchio in modo definitivo, magari quando si è in affitto oppure cambiare il pavimento senza demolire sia una scelta temporanea, è possibile ricorrere alla tecnica flottante. Niente colla, ma tutto posato a secco – per incastro meccanico degli elementi, come per il laminato, oppure semplice appoggio (ad esempio srotolando i rulli di pvc, vinile, tessili) – sopra a un sottile materassino isolante.
Se la soluzione prescelta lo richiede, ad esempio nel caso del gres, è opportuno da ultimo sigillare le fughe pur minime (grazie alla rettificazione dei bordi delle lastre) con specifici prodotti cementizi, per garantire la tenuta all’acqua e allo sporco dell’intera superficie.
Un’ulteriore opera che potrebbe diventare necessaria è anche quella di sollevare le ante delle porte interne e delle portefinestre – aggiungendo alle cerniere rondelle metalliche come spessore, se possibile – o di piallarle sul lato a contatto del pavimento, per permetterne la movimentazione anche con la nuova quota del pavimento sovrapposto.
Quanto costa sovrapporre un pavimento?
L’impegno economico per cambiare il pavimento senza demolire quello sotto dipende molto dal tipo e dalla qualità della soluzione scelta, dall’estensione della superficie da rivestire, dall’eventuale assegnazione del lavoro a un tecnico professionista e, inoltre, da eventuali lavorazioni aggiuntive che si rendano necessarie per predisporre lo strato di pavimentazione preesistente.
Indicativamente, si può stimare che il costo abbia un range medio variabile tra qualche decina e il centinaio di euro a metro quadro, manodopera esclusa, considerando che, al contrario, un lavoro radicale di rimozione e di rifacimento della pavimentazione va ben oltre queste cifre.
4 tecnologie per cambiare il pavimento
Strato acustico resiliente elasto-dinamico IsolTile AD di Isolmant
IsolTile AD di Isolmant è uno strato acustico resiliente elasto-dinamico a basso spessore (2 mm) per la posa semi-flottante di nuovi rivestimenti su pavimentazioni esistenti, grazie allo strato adesivo del lato inferiore. Compatibile con i sistemi di riscaldamento a pannelli radianti, aderisce a superfici lisce e pulite senza necessità di preventiva abrasione o di trattamento con aggrappante e protegge le lastre ceramiche di grandi dimensioni dal rischio di crepe.
Finitura a pavimento Cementoresina Color Collection di Kerakoll
Cementoresina Color Collection di Kerakoll è una finitura a pavimento di resina con texture spatolata colorata in pasta ad effetto naturale high-performance. In soli 5 strati per un totale di 3 mm di spessore, è possibile dare a superfici di pavimenti e scale nuova espressività. Data l’impermeabilità è adatta anche a piatti doccia e vasche, oltre che agli ambienti umidi.
Facile da pulire, resistente ai batteri, idoneo agli impianti di riscaldamento radianti, non rilascia VOC. La collezione offre una gamma di colori e di superfici per la decorazione di interni declinata con pitture e resine ecocompatibili, coordinate in una palette di 150 colori contemporanei e 15 texture.
Gamma di pavimenti di vinile Alpha Vinyl di Quick-Step
Alpha Vinyl di Quick-Step è ideale per rinnovare rapidamente, anche su superfici preesistenti con riscaldamento a pannelli radianti: la gamma di pavimenti di vinile infatti, grazie al sistema di incastro brevettato Uniclic®, facilità la posa (senza intralciare la quotidianità domestica) con una elevata stabilità del risultato finale. I giunti si chiudono completamente con l’aggancio combinato a tecnologia Hydroseal, rendendo il nuovo pavimento a tenuta stagna.
Pavimentazione tessile Abetone club di Radici
La pavimentazione tessile Abetone club di Radici, in 100% lana Wilton dall’intreccio materico, si distingue per profili geometrici in due diversi colori, che si alternano a formare un disegno all’apparenza omogeneo, percepibile avvicinandosi alla superficie. Declinata in 11 combinazioni cromatiche, ha uno spessore di 8 mm.
Foto in apertura: Prima e dopo l’applicazione del sistema Alpha Vinyl di Quick-Step su un pavimento interno di una cucina