La lotta contro la plastica monouso è più urgente che mai. Secondo l’UNEP, il 36% di tutta la plastica prodotta è destinato agli imballaggi, molti dei quali finiscono inevitabilmente in discariche e negli oceani, contribuendo all’inquinamento ambientale.
Organizzazioni come Plastic Free Foundation s’impegnano quotidianamente per diffondere una corretta informazione sul tema dell’inquinamento da plastiche: l’iniziativa “Plastic Free July” è riuscita a crescere a ritmo sostenuto nel tempo, fino a raggiungere dimensioni globali. L’entusiasmo e la partecipazione attiva degli individui per un “luglio senza plastica” hanno prodotto risultati impressionanti. Nel corso dell’ultimo anno, 89 milioni di partecipanti hanno collaborato per evitare oltre 240 milioni di kg di rifiuti.
Plastica monouso: perché dobbiamo cambiare le nostre abitudini
Quest’anno, la Plastic Free Foundation ha identificato i “Top 3” oggetti di plastica monouso: bicchieri, bottiglie e pellicole alimentari. Questi articoli rappresentano una parte significativa del problema dell’inquinamento plastico, poiché sono comunemente usati e spesso gettati via dopo un solo utilizzo.
Sostituire questi oggetti con alternative riutilizzabili è un modo virtuoso per ridurre il consumo di plastica, promuovendo uno stile di vita più sostenibile. L’utilizzo di bottiglie d’acqua in acciaio inox o bicchieri riutilizzabili e l’adozione di pellicole alimentari compostabili o riutilizzabili sono passi concreti che ogni individuo può intraprendere per ridurre il proprio impatto ambientale.
“Sappiamo che gli sforzi di riciclaggio e pulizia non sono sufficienti per fermare la crescente quantità di inquinamento da plastica che entra nelle discariche, nell’ambiente e, in definitiva, negli oceani del mondo. Dobbiamo chiudere il rubinetto della plastica ora, e Plastic Free July è l’opportunità perfetta per tutti di partecipare. Che si tratti di impegnarsi a evitare uno dei ‘Top 3’ o un’altra plastica monouso nella propria vita o coinvolgere il proprio luogo di lavoro, ci sono tante scelte da provare,” ha detto Rebecca Prince-Ruiz, Direttore Esecutivo della Plastic Free Foundation
Rebecca ha affermato che, sebbene alcune persone temano che i loro sforzi siano insignificanti, l’incredibile impatto di Plastic Free July dimostra che piccoli passi possono generare grandi cambiamenti.
In occasione del Plastic Free July 2024, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Plastic Free Onlus, un’associazione di volontariato nata nel 2019 con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulla pericolosità e sui danni dell’inquinamento da plastica.
Plastic Free Foundation: cosa è e che obiettivi ha
La Plastic Free Foundation è un ente di beneficenza registrato presso l’Australian Charities and Not-for-Profits Commission (ACNC), fondato da Rebecca Prince-Ruiz. Dal 2011, la fondazione ha lanciato l’iniziativa Plastic Free July, una campagna ambientale volta ad informare i consumatori sui danni relativi all’inquinamento da plastica. Plastic Free July nasce con il sostegno di un piccolo gruppo di enti locali dell’Australia Occidentale fino a diventare una delle manifestazioni più influenti al mondo.
La mission di Plastic Free Foundation è guidata da valori fondamentali come onestà, integrità, inclusività, autenticità, collaborazione e la convinzione che piccoli cambiamenti possano fare una grande differenza.
L’Associazione Plastic Free Onlus
Partita come realtà digitale, Plastic Free Onlus è stata fondata da Luca De Gaetano, che ne è anche Presidente, e si è affermata in meno di quattro anni come la principale organizzazione nel suo settore a livello nazionale. Oltre alle attività di sensibilizzazione, l’associazione è impegnata attivamente sul campo attraverso numerosi progetti, tra cui le operazioni di pulizia ambientale, il salvataggio delle tartarughe marine e la sensibilizzazione nelle scuole.
In questi quattro anni, sono stati rimossi 3.899.326 kg di plastica e rifiuti grazie a circa 6.400 clean up organizzati, mentre 202 tartarughe marine sono state salvate e 3.068 accompagnate alla nascita. Le attività di sensibilizzazione nelle scuole hanno coinvolto 241.741 studenti in circa 3.031 incontri.
Inquinamento da plastica: l’intervista a Valentina Stella di Plastic Free Onlus
Abbiamo parlato del rapporto tra plastica e inquinamento con Valentina Stella, Referente Locale di Lamezia Terme di Plastic Free Onlus, che ci ha fornito inoltre approfondimenti preziosi sulle iniziative dell’associazione.
Quali sono gli effetti più gravi dell’inquinamento da plastica sull’ambiente e sulla salute umana?
Ogni giorno ascoltiamo notizie sconvolgenti sulla presenza delle microplastiche anche negli ambienti più remoti della Terra. In spiaggia, sul letto dei fiumi, in montagna ma anche in città troviamo qualsiasi tipo di rifiuto, alcuni risalenti anche agli anni 60, quando si credeva che non avrebbe avuto alcuna conseguenza buttare una coppetta gelato per terra. Ad oggi, purtroppo, sappiamo che non è così.
Si stima, dai dati dell’Unione Europea, che nel 2050 il peso delle plastiche presenti nei mari sarà superiore a quella dei pesci e non possiamo permettercelo. A questo abuso siamo arrivati per via del nostro stile di vita e della società che ha adottato sempre di più la politica dell’utilizzo di oggetti usa e getta, dalle posate alle buste fino ad arrivare ai palloncini, grande protagonista (in negativo) degli ultimi tempi. Non molti sanno che i palloncini che lanciamo in aria, vanno a finire nei nostri mari, nei corsi dei fiumi e diventano cibo per gli animali.
Quali sono tre azioni concrete che possiamo implementare subito nelle nostre case per ridurre l’uso di plastica?
Se è vero che le grandi decisioni spettano ai potenti della terra, ognuno di noi nel proprio piccolo può adottare delle semplici mosse per uno stile di vita più sostenibile. Sicuramente sarebbe preferibile non utilizzare più bicchieri, posate e piatti in plastica usa e getta. È molto più conveniente utilizzare i piatti in ceramica anziché acquistare prodotti usa e getta. Portare con sé il proprio sacchetto per la spazzatura sicuramente aiuta a ridurre gli sprechi di plastica, come anche non utilizzare cotton fioc che sono dannosi sia per le nostre orecchie che per l’ambiente. Un altro esempio potrebbero essere i contenitori delle uova: se tutti acquistassimo uova in contenitori in carta oppure se comprassimo quelle sfuse al mercato portando il porta uova da casa, quanta plastica inutile eviteremmo?
Ultimo, ma non per importanza, sarebbe conveniente sia a livello ambientale che economico adottare un depuratore di acqua direttamente collegato al rubinetto di casa: questo vi aiuterà a ridurre ed eliminare totalmente il consumo di bottiglie di plastica e per bere, vi basterà avere a portata un bicchiere oppure una comodissima borraccia da avere sempre con voi.
In che modo l’inquinamento da plastica influisce sugli ecosistemi marini e sulla fauna selvatica?
Come citavo poco fa, l’inquinamento influisce sugli ecosistemi marini e sulla fauna selvatica perché le microplastiche vengono confuse dagli animali per del cibo. Molte volte ci troviamo davanti a scene in cui gabbiani, pellicani, pesci hanno trovato la morte per asfissia dopo aver ingerito plastica. Spesso le tartarughe, il nostro animale simbolo, rimangono impigliate nelle reti dei pescatori abbandonate in mare e muoiono tra atroci sofferenze.
Noi, dal canto nostro, cerchiamo di aiutare questi animali; infatti, collaboriamo con associazioni che si occupano della riabilitazione delle tartarughe ferite, ma non possiamo purtroppo avere occhi ovunque. Per questo puntiamo alla sensibilizzazione del singolo e soprattutto dei più piccoli, che sono sempre più attenti alle tematiche ambientali.
Puoi parlarci delle principali iniziative di Plastic Free Onlus per combattere l’inquinamento da plastica e come possiamo contribuire come cittadini?
La nostra rete di referenti è fitta in tutta Italia e, da qualche mese, ci muoviamo anche su territorio internazionale. Le nostre attività principali sono i clean up, che consistono in una raccolta ambientale in un’area selezionata dai Referenti locali organizzatori dell’evento. La raccolta dura circa 2 ore ed è un’ottima occasione per toccare con mano la sofferenza che affligge la nostra Terra, ma altresì è un modo per scoprire che insieme si possono fare grandi cose e veramente si può fare la differenza.
Un’altra attività molto importante è la raccolta mozziconi, attraverso la quale i volontari si impegnano a raccogliere tutti i mozziconi che i fumatori buttano per terra o nei tombini, senza pensare che stanno lasciando dietro di sé l’ennesimo rifiuto che ci metterà centinaia di anni ad estinguersi e che, probabilmente, ucciderà qualche animale indifeso oppure finirà nei nostri piatti.
Per coinvolgere la comunità, spesso organizziamo attività di sensibilizzazione nelle scuole o con altre Associazioni: il fine è sempre creare consapevolezza sull’importanza del corretto riciclo della plastica e della spazzatura, in generale. Quello che cerchiamo di far nascere nei bambini è un senso di amore per la propria casa, instillando dentro di loro la curiosità e il senso critico sul tema. Però, devo essere sincera, con i bambini c’è sempre da imparare perché riescono ad avere un’attenzione e una delicatezza sul tema che è disarmante e che è superiore alla metà degli adulti.
In che modo la plastica riciclata può essere reintegrata nell’economia circolare?
Di modalità ce ne sarebbero, e ce ne sono, tante. Ad esempio, possiamo notare tantissimi riutilizzi della plastica riciclata, anche nell’arredamento. Esistono e sono molto richieste le sedie in plastica riciclata. Già oggi, anche se non ce ne accorgiamo, viviamo nell’epoca del reintegro della plastica riciclata nell’economia, basta pensare alle bottiglie in plastica riciclata o nei flaconi dei detersivi. Chiaramente, più si andrà avanti più si adopereranno materiali nuovi e tecniche di riciclo innovative. Il riciclo, inoltre, porrà un freno alla plastica usa e getta nei settori in cui non è strettamente necessario.
Tempo fa mi spiegarono che i pavimenti di gomma che troviamo in tutte le palestre possono essere anche creati da copertoni riciclati. Questa potrebbe essere una grande svolta se consideriamo che noi raccogliamo centinaia e centinaia di copertoni abbandonati per spiagge e boschi in tutta Italia.
Riciclare significa dare una nuova vita agli oggetti, anche se in forme diverse. E nell’epoca del capitalismo sfrenato in cui ci troviamo a vivere oggi, penso che riciclare sia il più grande atto rivoluzionario che possiamo compiere.