A cura di: Silvia Giacometti Indice degli argomenti: Chi ha partecipato al sondaggio Cosa rivela l’indagine di Tate Come sono cambiate le abitudini dei consumatori Per una gestione più intelligente dell’energia con Tate Gli influencer meglio delle corporate Pandemia, rincaro delle materie prime e cambiamento dell’attuale situazione geopolitica hanno portato a cambiamenti drastici nelle famiglie italiane, nessuna fascia di età esclusa. Sono cambiati gli acquisti e quindi le abitudini di consumo degli italiani, ma soprattutto l’esigenza reale di accelerare il processo di transizione verso le rinnovabili per ridurre la dipendenza energetica dall’estero. Tate, tech company e start-up innovativa attiva dal 2018 nella vendita di energia elettrica e gas solo online, ha condotto un’indagine sui consumi dei clienti post-pandemia, sul loro stile di vita e sulle scelte d’acquisto in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. Accanto all’acquisto di prodotti e servizi per l’efficienza energetica, l’indagine dimostra che sta crescendo gradualmente anche l’interesse degli italiani verso la mobilità green e i modelli di consumo responsabili e a filiera corta. Chi ha partecipato al sondaggio Campione: 436 Genere M: 74,6% F: 24,3% Paese: Italia Principali provincie di residenza: Milano, Roma, Firenze Nucleo familiare Vive con un’altra persona: 35,6% Famiglia composta da almeno 4 componenti: 19,9% Vive in solitaria: 19,5% Cosa rivela il sondaggio di Tate Il sondaggio rivela che quasi il 60% degli utenti ha adattato il proprio stile di vita e le sue abitudini di consumo a seguito della situazione in corso; causa di questo cambiamento, come già detto in apertura, il rincaro delle materie prime e l’aumento delle bollette che stanno mettendo a dura prova i consumatori. Di questi, più del 50% ha adottato soluzioni come l’abbassamento dei gradi del riscaldamento. Tra gli altri esempi relativi ai cambiamenti di abitudini segue una maggiore attenzione alle fasce orarie che si affianca, inoltre, a un uso più consapevole degli elettrodomestici; ad esempio c’è chi segnala di fare lavatrici solo in serata o mandare la lavastoviglie in modalità eco e chi usa in modo più intelligente il forno. Tra le altre soluzioni utilizzate emerge un’attenzione alla razionalizzazione dei consumi e degli sprechi in senso più esteso e un utilizzo dell’acqua calda a temperature inferiori. Come sono cambiate le abitudini dei consumatori Dall’analisi dei dati emerge, inoltre, che nonostante i consumatori siano attenti all’innovazione e interessati a soluzioni di energy saving, sembrano ancora prediligere piccoli cambiamenti e graduali nel tempo: il 34% utilizza servizi di efficientamento energetico, mentre ben il 65,4% non ne fa uso. Questi dati rivelano il grande potenziale di crescita di questo settore nel nostro Paese e forniscono una chiara fotografia di quanto lavoro ancora ci sia da fare per diffondere una cultura sostenibile dell’energia, rispettosa dell’ambiente e delle generazioni presenti e future. Tra coloro che hanno optato per prodotti e servizi di efficienza energetica, il 43,6% ha riqualificato gli immobili, il 39,8% ha utilizzato servizi di smart home e il 29% ha virato verso la mobilità elettrica. Su quest’ultimo fronte, la metà degli intervistati (51%) ha dichiarato di prediligere spostamenti in bici o a piedi, il 37,4% spegne il motore in caso di coda o ingorgo e/o mantiene gli pneumatici gonfi (37,1%). L’auto elettrica fatica, però, a prendere piede: se oltre l’8% dichiara di esserne già in possesso, il 63,3% del campione ha affermato di non averne in programma l’acquisto nei prossimi 12 mesi, probabilmente anche a seguito della complessa situazione economica in corso. Per una gestione intelligente ed efficiente della casa, l’83,4% del campione ha dichiarato, invece, di utilizzare lampadine LED, il 40,4% ciabatte multipresa e il 26,5% valvole termostatiche per regolare la temperatura dei singoli termosifoni; tra le altre misure adottate troviamo l’utilizzo di applicazioni di domotica (25,7%) e l’acquisto delle caldaie a condensazione (24,4%) che consentono di ridurre i consumi di gas e le emissioni di sostanze inquinanti. Anche il fotovoltaico è un settore in progressiva crescita: l’11,4% del campione ha dichiarato, infatti, di essere già possesso di un impianto e il 22,6% sta valutando di installarlo entro i prossimi 6 mesi. Accanto all’autoproduzione di energia elettrica, aumenta anche l’interesse verso modelli di consumo responsabile, come quello delle comunità energetiche che, nonostante sia ancora poco conosciuto, intercetta l’interesse crescente dei cittadini a consumare in modo rinnovabile e locale (59,3%). Per una gestione più intelligente dell’energia con Tate In uno scenario così complesso, Tate è nata per aiutare il consumatore verso una gestione più sostenibile, trasparente ed efficiente dell’energia, semplificando anche tutte le attività di gestione correlate: per ogni unità di energia consumata da un membro Tate, un’unità di energia viene prodotta e immessa nella rete da una fonte rinnovabile, come il fotovoltaico, l’idroelettrico e l’eolico. Attraverso la sua App, l’azienda offre, infatti, agli utenti un servizio “chiavi in mano”: dall’elaborazione di un preventivo online alla firma del contratto di fornitura, sino ad arrivare alla gestione dei pagamenti, al monitoraggio dei consumi e all’assistenza clienti. Nel periodo attuale di crisi energetica, gli intervistati dichiarano che i 3 principali modi attraverso cui Tate è stata di supporto sono l’App (58,5%) – più veloce e accessibile rispetto ai canali tradizionali – i consigli per ottimizzare i consumi (51,7%) e un supporto più umano del customer service (33,6%). Gli influencer meglio delle corporate Per concludere, un dato che deve far riflettere. Nonostante il tema della sostenibilità non sia più un argomento sconosciuto e di nicchia, dall’analisi emerge che questo importante tema non viene affrontato in modo adeguato e sincero in modo particolare dal mondo corporate. Il 38,7% degli utenti reputa infatti che non siano stati fatti cambiamenti nelle aziende per essere più attente a questi temi e alcuni di essi reputano le iniziative in questo settore scelte finalizzate a scopi comunicativi e di marketing. Ne è la conferma il fatto che il 50,1% degli intervistati sostiene che siano i media e gli influencer, più delle aziende e delle istituzioni locali (32,7%) e governative (44,6%), ad influenzare maggiormente i cittadini verso comportamenti eco sostenibili. Condividi Commenta questa notizia