In cucina i piani di lavoro senza fughe rappresentano una vera e propria rivoluzione, sia pratica sia estetica. L’assenza di solchi più o meno accentuati di giunzione, grazie a materiali e tecniche che permettono la realizzazione di lastre di lunghezze fino ad ora impensabili (e con spessori altrettanto ridotti), migliora infatti diversi aspetti: igiene e pulizia, eliminando le fessure in cui sporco, batteri, muffe possono annidarsi; praticità, facilitando le operazioni di preparazione del cibo direttamente sulla superficie senza problemi di usura o di macchie; durata nel tempo, grazie alle formule dei nuovi materiali, resistenti a graffi e usura; aspetto, uniforme e moderno, nel segno del gusto più attuale.
Piani di lavoro senza fughe: le soluzioni più ricercate
La ricerca nel campo materico avanza molto velocemente e porta innovazione, mirata a potenziare sia il grado di prestazioni tecniche sia il valore estetico. In parallelo si affinano anche le reinterpretazioni estetiche di materiali più tradizionali, come pietra e marmo, che rinascono più performanti e nel contempo sofisticati nell’aspetto, poiché industrializzati e privi dei difetti presenti in natura.
Pietra sinterizzata
Deriva dalla lavorazione di miscele ad hoc di minerali, sottoposte a processi in grado di ultra-compattare i componenti per ottenere lastre resistenti e versatili, prive di difetti e di porosità. Oggi sempre più a impatto zero – grazie all’attenzione per l’intero ciclo di vita del prodotto, all’utilizzo tra i componenti di scarti di altre lavorazioni, alla totale riciclabilità –, riesce a replicare ogni tipo di texture e di effetto cromatico, sull’intero spessore.
Solid surface
Compositi estremamente versatili, le solid surface nascono da una miscela di resine (acriliche o poliestere) e di minerali naturali, che portano una serie di vantaggi, tra cui resistenza, semplicità di manutenzione, lavorabilità anche secondo forme complesse e addirittura, in alcuni casi avanzati, possibilità di (auto)riparazione in caso di piccoli graffi.
HPL (High Pressure Laminate)
Resistente, igienico, impermeabile, deriva da processi di lavorazione ad alta pressione di fibre cellulosiche impregnate con resine termoindurenti. Non poroso, è disponibile in lastre di grandi dimensioni, in diversi spessori, dall’aspetto molto simile a quello della pietra naturale.
Laminato
Rivestimento resistente e pratico, a base di fogli carta impregnati con apposite resine, applicati poi a pannelli generalmente lignei, il laminato offre infinite possibilità estetiche, oltre che cromatiche. Sempre più ecologico, grazie a leganti dal bassissimo contenuto dannoso e inquinante e a supporti certificati, nelle versioni più avanzate è frutto dell’applicazione in contemporanea di calore e pressione elevati, che rendono il risultato ulteriormente omogeneo, non poroso e ad alta densità.
Melaminico
La carta melaminica è impregnata con particolari resine termoindurenti e ulteriormente protetta da uno strato esterno. Nata agli albori come variante economica del legno, oggi risulta particolarmente interessante per le notevoli doti di durezza e di resistenza, oltre che per la semplicità di lavorazione e di manutenzione, unita a una simulazione estremamente realistica delle texture naturali. Alcuni prodotti si distinguono inoltre per un interessante effetto di profondità, oltre che tattile.
Gres porcellanato
Il gres porcellanato ha un effetto marmorizzato praticamente indistinguibile da quello delle pietre presenti in natura. Un risultato raggiunto mediante procedimenti di pressatura e nel contempo di cottura a valori elevati di materiali organici, trasformati in lastre estremamente sottili seppure di grandi dimensioni.
L’impasto risulta omogeneo e uniforme in tutto lo spessore, rivelando venature e texture anche lungo i bordi. Inoltre, l’assorbimento dell’acqua è praticamente pari a 0 e di conseguenza non teme l’umidità. Particolarmente resistente, anche ai raggi UV, è un prodotto eco-compatibile, poiché naturale, inerte (niente emissioni VOC dannose per la salute umana) e riciclabile, in quanto a fine vita re-immettibile macinato in ulteriori processi produttivi.
Acciaio inox
Igienico, resistente, facile da pulire, l’acciaio inox è ideale per piani di lavoro continui e uniformi, in tante finiture superficiali. Non per nulla è il materiale per eccellenza delle cucine professionali. Riciclabile al 100%, oggi in alcuni casi viene prodotto con gran parte della materia prima di provenienza riciclata, aumentando pertanto il grado di sostenibilità.
Marmo
Sempre unico e diverso, il marmo è ideale dal punto di vista estetico per i piani di lavoro continui delle cucine, così come per la durata nel tempo. Resistente al calore, è però un materiale relativamente poroso, nonostante ormai esistano dei trattamenti superficiali che lo rendano repellente ai liquidi, e delicato.
Scegliere il materiale giusto per un piano di lavoro continuo
La scelta del materiale ideale in cucina per un piano di lavoro privo di giunzioni dipende da diversi fattori:
- stile della cucina, in modo che il top si integri armoniosamente con basi e pensili e il resto dell’arredamento;
- utilizzo, poiché intensità e modalità di lavoro in cucina richiedono materiali adatti a cosa e come si prepara;
- igiene e semplicità di manutenzione, per assicurare la pulizia e la durata nel tempo;
- budget, dato che i materiali hanno costi differenti (ad esempio, marmo e acciaio sono tra le opzioni più costose).
FAQ Piani di lavoro senza fughe
Qual è il materiale migliore per il top della cucina?
Non esiste un materiale perfetto tout court, per la realizzazione di un piano continuo della cucina, poiché un risultato ottimale dipende dalle prestazioni richieste, dal gusto personale e dal budget a disposizione. Un buon top tuttavia, oltre a soddisfare le ultime due variabili, dovrebbe rispondere a doti di resistenza e di durata nel tempo, oltre che di semplicità di pulizia e di igiene.
Quanto costa un top cucina?
I prezzi dei materiali adatti alla realizzazione di piani di lavoro continui, privi di fughe, sono diversi e dipendono, oltre che dal tipo di prodotto, dalla lavorazione necessaria o richiesta (ad esempio per forarne la superficie per incassare un lavello o lavorarne i bordi).
In linea di massima si può dire che il costo si aggira sul centinaio di euro al metro lineare per le opzioni più economiche, con punte al rialzo anche molto elevate (addirittura fino al migliaio di euro) per le soluzioni più pregiate, tra cui marmo o lastre di gres extra sottili e di grandi dimensioni.
Come rinnovare il top della cucina senza cambiarlo?
Se il piano della cucina è datato esteticamente o rovinato dall’utilizzo – e la sostituzione diventa troppo onerosa economicamente o tecnicamente complicata – si può pensare di rinnovarlo applicando sulla sua superficie un nuovo strato materico. Viene in aiuto la resina, da scegliere in formulazioni adatte al contatto con gli alimenti. Semplice da stendere, offre un’ampia varietà di scelta per il risultato finale, dal punto di vista cromatico, oltre che delle texture.
Foto in apertura: Lastre di gres porcellanato della serie The Top di Marazzi ambientate in un ambiente cucina moderno