Piscine naturali: una vera e propria filosofia di vita, naturale e rigenerativa

Una valida alternativa alla piscina tradizionale sono le piscine naturali o bio-piscine, in grado di funzionare senza l’utilizzo di sostanze chimiche e impianti elettrici. Ma attenzione, nel caso di progetti integralmente naturali, si ha a che fare con un ecosistema che dipende dalle leggi della natura e, anche nell’aspetto assomiglia molto a uno stagno; in alternativa si può optare per una soluzione ibrida.

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Piscine naturali: una vera e propria filosofia di vita, naturale e rigenerativa

Le piscine naturali, o bio-piscine, sono specchi d’acqua artificiali che funzionano senza l’utilizzo di impianti o sostanze chimiche, un sistema messo a punto in Austria tra gli anni ’50 e ’70: si realizzò che dove crescevano le piante acquatiche si poteva fare il bagno creando un’area separata dalla fitodepurazione. Si tratta di laghetti naturali la cui progettazione non va sottovalutata perché il buon funzionamento si regge sull’equilibrio delicato tra il lavoro dell’uomo e le leggi della natura.

Molti di essi si riconoscono perché hanno la parte balneabile e quella adibita alla fitodepurazione separate e generalmente concentrate in due vasche separate.

Le bio-piscine rappresentano una filosofia di vita

Forse la prima e più importante cosa su cui riflettere è che le bio-piscine rappresentano una filosofia di vita, come spiega Davide Benza, titolare dell’omonimo marchio con sede a Sanremo:

“Il lago balneabile va scelto perché si ama la natura, perché non si vuole uscire dall’acqua con il cloro sulla pelle, perché la filtrazione meccanico-biologica e la sterilizzazione a raggi UV si preferiscono alla filtrazione a sali o chimica, in sostanza perché si è optato per uno stile di vita bio. Inoltre, l’impatto ambientale è pressoché ridotto a zero, salvo forse un piccolo consumo energetico, laddove si volessero impiegare pompe e filtri per un buon ricircolo dell’acqua e per aiutare la fitodepurazione”.

Piscine naturali: cosa sono e come funzionano

La bio-piscina è un ecosistema a tutti gli effetti, con catene alimentari semplificate che, anche in ambienti antropizzati, determinano un arricchimento floristico. La presenza della flora tipica dell’ambiente acquatico e dei microrganismi, consente l’instaurarsi di meccanismi naturali di filtrazione dell’acqua e di depurazione che nel complesso sono definiti fitodepurazione.

Sono gli stessi processi che avvengono in natura e sono riconducibili alla degradazione della sostanza organica per mezzo del ciclo del carbonio e del ciclo dell’azoto (essenzialmente nella sua forma aerobica) e alla competizione microbiologica.

La filtrazione viene effettuata dalla microfauna e microflora acquatica che si sviluppa nella ghiaia e nelle zeoliti della zona di rigenerazione e del filtro verticale. Le piante acquatiche, oltre ad avere una funzione estetica, assorbono l’azoto e il fosforo disciolto nell’acqua in modo da ridurre la possibilità di eutrofizzazione e le piante sommerse aiutano a mantenere ossigenata l’acqua.

Il risultato è un bacino di acqua limpida con una vegetazione del tutto simile a quella che cresce spontanea in un grande stagno e lungo le rive di un fiume.

Piscine naturali: cosa sono e come funzionano
Progetto di una piscina naturale realizzata dallo Studio GPT. Foto: Caterina Cazzani

 

Le piante utilizzate

Le piante acquatiche generalmente utilizzate sono: Butomus umbellatus L., Carex elata All., Carex pendula Hudson, Carex riparia Curtis, Cerathophyllum demersum L., Equisetum hyemale L., Euphorbia palustris L., Iris pseudacorus L., Juncus effusus L., Lythrum salicaria, Myriophyllum spicatum L., Nelumbo nucifera Gaertner, Nuphar lutea (L.) Sm., Nymphaea alba L., Nymphoides peltata (Gmelin) O. Kuntze, Potamogeton natans L., Sagittaria sagittifolia L., Typha angustifolia L., Typha latifolia L.

Di grande importanza sono le piante sommerse, in grado di favorire i batteri benefici e di performare il lavoro della depurazione; quelle di superficie, oltre ad avere una funzione estetica, regolano la temperatura dell’acqua controllando l’apporto di calore che arriva dal sole.

Le piante utilizzate
Progetto di una piscina naturale realizzata dallo Studio GPT. Foto: Rosanna Castrini

 

Biopiscine: Tipologie e costi

Proprio per la sua natura e il suo carattere letteralmente organico, ogni bio-piscina è diversa dall’altra. Possiamo tuttavia operare una macro suddivisione:

Completamente naturale

La biopiscina completamente naturale presenta solo telo impermeabile, geotessuto, pietre e piante. La filtrazione viene realizzata solo mediante la fitodepurazione.

  • Vantaggi: è davvero completamente naturale e costa poco.
  • Debolezze: è difficile ottenere l’acqua limpida, si tratta di un laghetto molto simile a uno stagno.
  • Costo: da 15 a 250 euro al metro quadrato.
Biopiscine: Tipologie e costi
Biolago balneabile naturale. Questo biolago in provincia di Parma, realizzato nel 2022, è un vero biolago balneabile: è possibile notare infatti DUE zone di rigenerazione con le piante fitodepuranti e la filtrazione naturale è realizzata in totale assenza di cloro. Progetto BENZA

 

Con impianto di filtrazione meccanico-biologica

La biopiscina con impianto di filtrazione meccanico biologica presenta sterilizzazione a raggi UV, ossigenatori e sistema di ricircolo mediante pompe a basso consumo energetico. In questo caso, la struttura può assomigliare a un laghetto di montagna, se si desidera un impatto ambientale ridotto al minimo, oppure nulla vieta che si impieghi questa modalità di filtrazione alternativa al cloro o ai sali, anche in piscine dalla forma classica e persino in muratura: si possono utilizzare pompe e filtri biologici in luogo dei classici filtri chimici artificiali.

È altresì possibile dedicare una zona alla rigenerazione con piante acquatiche (anzi è consigliabile al fine di avviare un microsistema naturale), volendo aiutato anche da prodotti quali enzimi specifici e batteri utili. In questo caso, grazie all’aiuto delle pompe, si può avere un’ampia personalizzazione, con cascate, ruscelli, lame d’acqua, giochi d’acqua, fontane.

  • Vantaggi: l’acqua è limpida senza l’impiego di prodotti chimici.
  • Debolezze: costi maggiori in termini di realizzazione rispetto a un laghetto, seppur si mantengono bassi i costi energetici e di manutenzione.
  • Costo: da 100 a 750 euro al metro quadrato.
Con impianto di filtrazione meccanico-biologica
Biopiscina con filtrazione meccanico-biologica. Questo progetto in Sardegna (2026) ha vinto il 2° Premio “OASE Water Creation” per la realizzazione di biolaghetti e biopiscine. Anche in questo caso la filtrazione è realizzata in totale assenza di chimica (cloro o sali): vengono impiegati filtri a tamburo, ossigenatori e lampade UVC. Progetto BENZA

 

Piscine di biodesign

Non si può dire che siano piscine naturali, perché si tratta vere e proprie piscine classiche, con modalità di filtrazione tradizionale, ma con un design organico ottenuto senza opere murarie, ma con la resinatura delle sponde e del fondo.

È ideale per chi desidera la piscina classica con tutti i vantaggi della chimica, ma con l’aspetto di una spiaggia dei Caraibi. È tuttavia importante non fare confusione e distinguerla dalle biopiscine naturali in quanto, come dice il nome stesso, in questo caso è “solo il design” ad essere bio, cioè ad assomigliare a un laghetto, tutto il resto, filtrazione compresa, è artificiale. Fonte: Davide Benza – Gruppo Benza.

  • Vantaggi: design di impatto.
  • Debolezze: non sono piscine biologiche e presentano costi di realizzazione e mantenimento quasi pari a quelle delle piscine in muratura e superiori a quelli delle piscine prefabbricate.
  • Costo: da 800 a 1600 euro al metro quadrato.
Piscine di biodesign
Piscina Bio Design. Realizzazione vicino a Sanremo in Liguria del 2009: si tratta di una piscina di biodesign a bordo sfioro sul mare, una cosiddetta “infinity pool”. Fonte: Davide Benza – Gruppo Benza

 

Biopiscina a depurazione integrata

Nell’ambito dei sistemi ibridi, la bio-piscina a depurazione integrata ha l’aspetto di un laghetto, con la vasca balneabile divisa da quella delle piante (che dovrebbe essere circa il doppio di quella balneabile) attraverso un muretto in pietre e legno Oppure anche uno strato di terra ricoperto da PVC.

L’area balneabile può avere una profondità di circa 1,5 metri, mentre l’area dedicata alle piante deve variare da 10 cm (piante palustri) a 50/80 cm (ninfee). Per far circolare l’acqua tra le due aree (zona piante e zona balneabile), si può utilizzare una pompa. Fonte: Piante Acquatiche Vivaio.

Biopiscina a depurazione integrata
Piante Acquatiche Vivaio. Schema che rappresenta una biopiscina a depurazione integrata

 

Tempi di realizzazione e iter burocratico

È molto difficile indicare il dato relativo alle tempistiche di realizzazione perché dipende molto dal progetto, non tanto dalla grandezza ma dal contesto ambientale, dalle piante scelte e dalla loro composizione.

Per realizzare laghetti artificiali balneabili profondi fino a 1,50 metri non è necessaria nessuna autorizzazione, ma questa norma può variare in base al comune di appartenenza.

Per buona prassi si può optare per la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività). Diverso il discorso se la zona è soggetta a vincoli paesaggistici, in questo caso è da richiedere opportuna autorizzazione alle istituzioni locali.

Tempi di realizzazione e iter burocratico
Progetto di una piscina naturale realizzata dallo Studio GPT. Foto: Dario Fusaro

 

Progetti unici e irripetibili

“Realizziamo piscine naturali per privati, agriturismi, glamping e resort, ogni nostro progetto è unico perché costruito artigianalmente secondo esigenze e desideri specifici, può avere forme libere e un aspetto molto naturale del tutto simile a un laghetto, per una totale immersione nella natura, o forme regolari che richiamano una piscina, con area di balneazione separata dalla zona per le piante, per maggior facilità di gestione” Paesaggista Vera Luciani, titolare dell’omonimo marchio Luciani Biolaghi

Ogni realizzazione è unica per caratteristiche climatiche, qualità dell’acqua utilizzata e frequenza di utilizzo e va pensata e realizzata con un impianto tecnico adeguato e una giusta proporzione tra la parte destinata alla fitodepurazione e quella destinata alla balneazione, che saranno in comunicazione mediante un sistema a circuito chiuso.

Lo scavo, rifinito manualmente, viene impermeabilizzato e dotato di impianto tecnico specifico, che coadiuva l’azione delle piante nella depurazione dell’acqua. Per la dimensione, oltre naturalmente allo spazio a disposizione, vanno considerati alcuni elementi, come il numero di bagnanti e soprattutto tenere conto che circa il 30 per cento del bacino sarà destinato alle piante acquatiche.

Progetti unici e irripetibili
Area di fitodepurazione destinata alle piante.Fonte: Vera Luciani

 

Come si fa la manutenzione di una biopiscina?

Come una piscina tradizionale ha un impianto tecnico, pertanto gli interventi generici consistono nella verifica del funzionamento del sistema di circolazione dell’acqua e dei livelli di pH, pulizia degli skimmer ed eventuali giochi d’acqua, mentre per la pulizia del fondo e delle pareti è possibile utilizzare gli stessi robot impiegati per le piscine classiche.

È un sistema vivo, quindi in continua evoluzione, le piante necessitano saltuaria potatura, pulizia ecc. come per un’aiuola di un giardino, andrà quindi curata la zona destinata alla fitodepurazione, con potature autunnali ed eventuale diradamento o integrazione di alcune specie, che in inverno andranno in riposo vegetativo, interrompendo le fioriture fino alla primavera/estate successiva. Nel periodo freddo il bacino assume l’aspetto di un laghetto decorativo che in superficie può gelare senza conseguenze.

Come si fa la manutenzione di una biopiscina?
Biopiscina in travertino con forme lineari. Fonte: Vera Luciani

 

Conversione di una piscina tradizionale in biopiscina

Per la conversione di una piscina al cloro in biopiscina occorre prima di tutto valutare la possibilità di recupero della struttura preesistente per poi procedere alla realizzazione della nuova zona di fitodepurazione, più piccola di profondità e dimensioni, a monte o a lato della zona destinata al nuoto, quando si dispone di spazio adeguato si dovrà quindi ampliare la superficie, che altrimenti va ridotta.

Conversione di una piscina tradizionale in biopiscina
Biolago con area di fitodepurazione separata. Fonte: Vera Luciani

 

Tecnologia che imita la natura e limita il consumo delle risorse

Un’ulteriore soluzione per chi ama lo stile di vita naturale, è il sistema BlueZen, con un sistema di purificazione meccanico combinato che imita la natura. La bio-purificazione (con sistema sviluppato da Kmobateva) consente di trasformare le sostanze organiche presenti nell’acqua, neutralizzando la crescita di agenti patogeni, senza l’utilizzo di agenti chimici e l’igienizzazione UV garantisce che l’acqua immessa nella piscina sia priva di agenti patogeni.

La filtrazione meccanica delle particelle trattiene la sporcizia evitando che torni in circolo. La sincronizzazione perfetta dei componenti e l’adattamento in tempo reale alle condizioni dell’ambiente piscina assicurano l’equilibrio microbiologico. In pratica, quando molte persone entrano in acqua il sistema rileva la variazione del livello dell’acqua e della torbidità, aumentando di conseguenza il ricambio idrico.

Se la presenza di impurità porta il filtro vicino ai livelli di intasamento si attiva in automatico il suo lavaggio rigenerante. Il sistema permette di risparmiare il 90% dell’acqua utilizzata per il controlavaggio del filtro. Questa tecnologia può essere utilizzata anche indoor.

Tecnologia che imita la natura e limita il consumo delle risorse
Intervento di ristrutturazione totale di una piscina esistente da circa 40 anni, con sistema BlueZen. L’impianto recupera tutta l’acqua dei lavaggi e del troppo pieno che viene raccolta in una cisterna e riutilizzata per l’irrigazione del giardino. Dimensioni: 13,50 x 6,70 m; profondità: 1,50 m. Fonte: Bluezen

 

Foto in apertura: Progetto di una piscina naturale realizzata dallo Studio GPT. Foto: Dario Fusaro

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