Cinzia Pagni, Presidentessa ADI Lombardia. Il design tra tradizione e trasformazione epocale

CasaOggiDomani incontra… Cinzia Pagni, Presidentessa di ADI Lombardia. I grandi maestri del Novecento hanno tracciato una via che però oggi noi stiamo percorrendo in un contesto a loro totalmente estraneo, il design è attore della trasformazione epocale ma in un’ottica lontana dalla tradizione. Si è visto anche al Salone, una manifestazione bella ed estremamente densa che dovrebbe essere ripensata a partire dalla durata delle mostre e degli eventi esterni, per esempio.

A cura di:

Cinzia Pagni, Presidentessa ADI Lombardia. Il design tra tradizione e trasformazione epocale

La cultura del design in Lombardia è uno degli elementi più caratterizzanti del territorio, perché qui si concentra la maggior parte delle aziende del settore e, con esse, eventi e iniziative, per non parlare dei progetti di ricerca e sviluppo che fanno progredire la filiera e arricchiscono la disciplina.

La mostra “Eccellenze lombarde del design 2022” di ADI Lombardia

Ce lo ha ricordato la mostra al Fuorisalone 2023 di ADI Lombardia “Eccellenze lombarde del design 2022” promossa da Regione Lombardia, 126 prodotti e progetti, ideati da 172 designer e realizzati da 86 tra aziende e università: le immagini del miglior design lombardo di oggi, selezionato da ADI Design Index 2022, in mostra al Belvedere del 39° piano di Palazzo Lombardia, sede milanese della Regione.

Durante la Milano Design Week ADI Lombardia ha presentato, con il premio Eccellenze lombarde del design 2022, la selezione più recente delle qualità del design del suo territorio, culla e punto forte del design italiano per idee e struttura produttiva. La mostra, promossa da Regione Lombardia, è stata ideata da Cinzia Pagni, Giorgio Caporaso e Susanna Vallebona (rispettivamente presidente, vicepresidente e consigliera della delegazione ADI Lombardia), con un progetto d’allestimento degli stessi Caporaso e Vallebona.

La mostra è stata anche il primo appuntamento inaugurato dalla nuova Presidentessa di ADI Lombardia, Cinzia Pagni, eletta lo scorso febbraio e ne evidenzia la volontà di mettere in campo, nei tre anni di mandato, idee e strategie che affermino la cultura del progetto attraverso le aziende, i professionisti, le scuole, le istituzioni.

Il design tra tradizione e trasformazione epocale. A colloquio con Cinzia Pagni, Presidentessa ADI Lombardia
Cinzia Pagni, Presidentessa ADI Lombardia

Il design tra tradizione e trasformazione epocale. A colloquio con Cinzia Pagni, Presidentessa ADI Lombardia

Quali sono le tematiche su cui intende lavorare negli anni del suo mandato e quali gli obiettivi?

Prima di accettare l’incarico di presidente di ADI Lombardia ci ho pensato a lungo perché sapevo che sarebbe stato un impegno notevole, impegno che sto affrontando con grande senso di responsabilità e con grande umiltà, sto imparando in questo ruolo, e nei tre anni del mio mandato vorrei riportare la cultura del progetto al centro. Io sono un docente di POLI.design, lavoro da tanti anni al Politecnico, mi occupo di corsi di alta formazione e devo dire che negli ultimi anni, vuoi per la pandemia che è stato un acceleratore, abbiamo visto sempre di più come i nuovi comportamenti hanno portato i progettisti di tutto il mondo a ripensare gli spazi, a ripensare gli oggetti, a ripensare i luoghi dove noi viviamo.

Un tema a cui tengo molto è l’analisi dei comportamenti in relazione agli spazi e ai servizi, perché oggi il design non è più solo l’oggetto, non è più solo la sedia o il tavolo. Io vorrei riportare l’attenzione su un concetto molto più globale, di servizio e sull’ADI come associazione che rappresenta i designer ma anche le aziende, le istituzioni, le scuole e le università e mi piacerebbe parlare anche a quel mondo di appassionati, che amano il design. Da sempre nella tradizione e nella cultura italiana c’è una grande attenzione verso tutto ciò che ci circonda e che ruota attorno al sistema di prodotto e al concetto di design.

Il design in Italia, a mio avviso, è sempre permeato da una grande democraticità, da un lato, e da una grande attenzione per la qualità del prodotto, la qualità dei materiali e dei dettagli artigianali. Qualità, democraticità, libertà, sistema sono le parole chiave sulle quali fondiamo il nostro lavoro in ADI.

Quali elementi della sua formazione porterà in ADI Lombardia e nei progetti a cui darà vita?

Io mi sento in un certo senso figlia di Gio Ponti e della facoltà di architettura di Milano nella quale mi sono formata, si poteva respirare quell’atmosfera che lui aveva portato. Io ho lavorato per molti anni a fianco del professor Dell’Acqua Bellavitis, mio grande maestro che ringrazio sempre perché da lui ho imparato e continuo a imparare moltissimo. È questa tradizione che io vorrei portare all’interno di ADI, perché il mondo degli interni è il mondo che ci circonda, oggi fatto sempre di più da quegli oggetti e servizi che possono risolvere i problemi delle persone. Il design vuole rendere la vita migliore alle persone, vuole che tutti noi viviamo in luoghi dove si percepisce il benessere, il piacere dello stare e credo che questo sia un valore importante.

La mostra “Eccellenze lombarde del design 2022” di ADI Lombardia
Libertà, Sistema e Qualità. Le parole d’ordine per ADI Lombardia. Nella foto, il manifesto di promozione della mostra realizzata in occasione del Salone del Mobile 2023 a Milano

 

Oltre ad essere portavoce del made in Italy e una disciplina artistica a tutti gli effetti, quali responsabilità pensa abbia il design oggi? Può avere un ruolo importante nella transizione ecologica e come si pone ADI Lombardia rispetto a questo?

Il Presidente di ADI Lombardia si presenta sempre con i consiglieri della delegazione (Edgardo Angelini, Giorgio Caporaso, Federico Delrosso, Pierangelo Marucco, Antonella Minetto, Andrea Rovatti, Susanna Vallebona), un gruppo che in questi tre anni sarà impegnato in una serie di tavole rotonde per dibattere e affrontare anche queste tematiche.

Ci tengo anche a precisare che sono il Presidente di ADI Lombardia, non di ADI Milano, ci tengo a dirlo perché la Lombardia è la regione più importante in Italia dal punto di vista numerico dei soci e per la presenza di importanti istituzioni, aziende e università. Mi piacerebbe essere il presidente di tutte queste realtà, non solo quelle di Milano e dintorni.

Io credo che noi siamo attori di una trasformazione epocale. La pandemia e la guerra sono eventi che ci hanno portato ad un’accelerazione di questa trasformazione e non si può pensare che sia una trasformazione che si metta in atto da “lunedì a martedì”, è un percorso lento e faticoso perché si scontra con la mentalità e gli interessi economici, con la difficoltà di capire qual è la strada migliore da percorrere.

Estremizzando il concetto per essere sostenibili bisognerebbe stare tutti fermi, immobili in una bolla, non fare nulla. Ma sappiamo che non è possibile. Ci vuole un progressivo e crescente miglioramento delle condizioni che abbiamo, che ci devono portare però a un fondamentale cambiamento nella mentalità e nel comportamento. Ognuno nel nostro piccolo può contribuire a questo cambiamento e bisogna iniziare dai bambini. Il senso di responsabilità deve essere individuale, solo così può diventare collettivo.

Come inizia il suo percorso in ADI Lombardia?

Al Salone 2023 abbiamo dato vita alla mostra al Belvedere, come accennato prima, piccola ma per noi molto significativa che ha messo in mostra una selezione di eccellenze lombarde fatta dall’ADI Index 2022, un volume pubblicato ogni anno che da anni rappresenta la qualità con la quale ADI opera nel mondo del design, perché ad esso partecipa una pluralità di realtà (professionisti, aziende, scuole) e si lavora attraverso una serie di commissioni organizzate all’interno di un Osservatorio del design. Una selezione fiore all’occhiello di ADI che ogni due anni porta al Compasso D’Oro. Il Compasso D’Oro è uno dei più antichi riconoscimenti che solo ADI può attribuire e che rappresenta un’eccellenza nel mondo, è l’unico premio di design che viene dato attraverso una serie di valutazioni di professionisti, scuole, aziende che sono a loro volta eccellenze del design.

Le nostre parole d’ordine sono Libertà, Sistema e Qualità. Adesso stiamo lavorando all’ADI Design Index 2023 le cui selezioni avverranno per due settimane a partire dal 9 novembre. Per noi è un grande impegno è un meccanismo estremamente complesso quello di selezionare, si lavora per mesi all’interno dell’Osservatorio.

Come ha trovato l’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano?

Molto densa di tantissimi eventi, forse troppi, non si riesce a vedere tutto. La fiera è molto grande, piena di mostre e di convegni molto interessanti, ma che purtroppo non si riesce quasi mai a seguire. La cosa importante di tutta la Design Week di questi anni, grazie a Gilda Boiardi a cui il politecnico di Milano ha dato la laurea ad honorem, è il fatto di essere diventata una grande festa, un’attrattiva che porta alla città un grande fermento, ci sono tanti elementi che vanno considerati, anche il turismo, per esempio. Un grande indotto creato dalla fiera che non deve essere trascurato.

Ma bisogna trovare delle formule “sostenibili” per i visitatori perché continuare ad implementare gli eventi nello stesso arco temporale ha poco senso. Sono riuscita a vedere la mostra di Gianfranco Frattini, che abbiamo patrocinato, allestita nel bellissimo Palazzo Arese Borromeo dopo la Design Week, perché durante i giorni della manifestazione non mi era stato possibile. Ecco, una cosa da ricordarsi per le edizioni future potrebbe essere quella di tenere questi eventi al di fuori del circuito del Salone aperti per più giorni.

L'ADI (Associazione per il Disegno Industriale)L’ADI – Associazione per il Disegno Industriale

L’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) nasce nel 1956 per accorpare i principali attori della filiera del design (aziende, progettisti, ricercatori, divulgatori, docenti). Ha uno scopo di ricerca e promozione e riunisce oltre 1000 soci nazionali.

È membro della Consulta delle professioni non regolamentate del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e dal 1958 organizza il Premio Compasso d’Oro, il più antico riconoscimento europeo dedicato al design.